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Biodiversità: la sfida della ricerca

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) verrà utilizzato per le infrastrutture di ricerca. L'obiettivo è riportare i ricercatori in Italia

Tra i principali obiettivi dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) c’è la tutela della biodiversità. Biodiversità è un termine coniato dall’entomologo americano Edward O. Wilson e si riferisce alla ricchezza di vita sulla terra. E cioè ai milioni di piante, animali e microrganismi. Ai geni che essi contengono. E ai complessi ecosistemi che essi costituiscono nella biosfera. Secondo il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, il Pnrr rappresenta un’opportunità anche per la salvaguardia della biodiversità. “Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza va utilizzato anche per le infrastrutture di ricerca. Per riportare i ricercatori in Italia e anche gli stranieri. Creando strutture che possano sopravvivere anche a loro, come le 5 infrastrutture di ricerca italiane. Ossia terapie geniche, Hpc, agritech, biodiversità, mobilità sostenibile. Non possiamo permetterci crisi di astinenza dopo 2026 quando cura Pnrr finirà. Ma la ricerca o è pubblica e privata o non può essere”. Per il 2025, aggiunge il ministro, il fondo del finanziamento ordinario alle università italiane “ha raggiunto il massimo storico, oltre 9 miliardi. Una forte reazione ai tagli da 173 milioni del 2024 che abbiamo ampiamente ammortizzato”.

Biodiversità
Foto di Coralie Meurice su Unsplash

Biodiversità e ricerca

La biodiversità, quindi, esprime il numero, la varietà e la variabilità degli organismi viventi. E come questi varino da un ambiente ad un altro nel corso del tempo. “La Convenzione Onu sulla diversità biologica definisce la biodiversità come la varietà e variabilità degli organismi viventi e dei sistemi ecologici in cui essi vivono. Evidenziando che essa include la diversità a livello genetico, di specie e di ecosistema- spiegano i ricercatori Ispra-. La diversità di ecosistema definisce il numero e l’abbondanza degli habitat, delle comunità viventi e degli ecosistemi all’interno dei quali i diversi organismi vivono e si evolvono. La diversità di specie comprende la ricchezza di specie, misurabile in termini di numero delle stesse specie presenti in una determinata zona. O di frequenza delle specie, cioè la loro rarità o abbondanza in un territorio o in un habitat. La diversità genetica definisce la differenza dei geni all’interno di una determinata specie. Essa corrisponde, dunque, alla totalità del patrimonio genetico a cui contribuiscono tutti gli organismi che popolano la Terra“. Osserva al Corriere Anna Maria Bernini: “Per far tornare i ricercatori bisogna creare strutture dove fare ricerca a livello internazionale. Bisogna interconnettere le nostre infrastrutture di ricerca. La ricerca funziona solo se oltre che inclusiva è cooperativa. Non esiste più ricerca basata sullo scienziato geniale perché il più delle volte è un lavoro di squadra“.

Commissione Ue Pnrr
Foto di Christian Lue su Unsplash

Effetto Pnrr

Aggiunge il ministro: “Quella dei ‘cervelli in fuga’ è un’espressione che non mi appassiona. È vero, molti lasciano l’Italia per andare a creare nuovi modelli di esperienza, a fare formazione diversa all’estero. Questo è un bene, purché si tratti di una scelta e non di un esilio. Purché si tratti di una scelta inclusiva, che permetta di uscire dall’Italia e contaminare saperi, ibridare saperi”. Nella ricerca, precisa Bernini, “dobbiamo avere respiro ampio, Covid ma non solo insegna che l’evoluzione nasce dallo scambio di informazione e dati, ci ha portato anche nuove modalità di cura, farmaceutica e fondi dal famoso Pnrr”. Il problema dei fondi però, è che “si disperdono in mille rivoli. L’erogazione di fondi è un po’ polverizzata. Abbiamo per esempio finanziato tanti Prin, i Progetti di rilevante interesse nazionale. Ma non abbiamo una fatto scelta qualitativa, ne abbiamo finanziato moltissimi. Anche perché dobbiamo ricordarci che nel mondo i ricercatori italiani sono i migliori. Uniscono i puntini e hanno intelligenza creativa, curiosità intellettuale“. Intanto a Genova nella Sala Cuspide del Blue District in via del Molo, si è svolta la cerimonia di premiazione dei progetti vincitori della terza edizione del Global Goals Award 2024-Blue Edition, concorso di idee e progetti rivolto a scuole e imprese, focalizzato sui 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dall’Agenda Onu 2030, per la realizzazione di iniziative di tutela del patrimonio naturale di Genova. L’iniziativa è stata ideata dall’amministrazione comunale ed organizzata in collaborazione con l’associazione Genova Smart City per promuovere la Genova sostenibile, con tutte le iniziative e le azioni svolte in coerenza con il piano di marketing strategico Genova 2031 e con i documenti programmatici Genova Lighthouse ed Action Plan Genova 2050.

biodiversità
Foto di Denise Elbs su Unsplash

Biodiversità da proteggere

L’obiettivo è quello di coinvolgere realtà scolastiche, imprenditoriali e pubbliche del territorio. Ricompensandole per l’impegno profuso, su idee e progetti che contribuiscano ad aumentare la sensibilità su temi cruciali come risparmio energetico, rigenerazione urbana, tutela ambientale e della biodiversità e su azioni di riciclo coniugate alla creazione di economie circolari. “La qualità dei progetti presentati per la Genova Global Goals Award-Blue Edition conferma l’attenzione e l’impegno che le realtà del nostro territorio hanno saputo rivolgere anche a questa terza edizione – ha detto l’assessore al marketing territoriale e politiche per i giovani Francesca Corso -. L’iniziativa è nata per esaltare valori e obiettivi dell’Agenda ONU 2030 nell’ambito del nostro territorio. E ha saputo crescere esponenzialmente diventando un appuntamento sempre più atteso per quanto riguarda idee ed azioni dedicate ad uno sviluppo sempre più sostenibile. Ringrazio gli uffici coinvolti in questa iniziativa, i municipi e tutti i soggetti che hanno offerto il loro prezioso contributo per renderla ancora una volta un appuntamento atteso e di successo”. La terza edizione del Genova Global Goals Award “conferma di essere un’autentica eccellenza per la sua capacità di stimolare fantasie creative in grado di suggerire. E portare contributi virtuosi e sostenibili anche alla quotidianità di tutti – sottolinea l’assessore alle politiche dell’istruzione e dei servizi civici Marta Brusoni -. Il nostro ruolo di adulti comporta anche quello di prendere per mano le nuove generazioni educandole, ma anche aiutandole, a creare un mondo migliore. L’idea che infonde energia a questo concorso è proprio questa. E ciò mi rende particolarmente soddisfatta”. “Sensibilizzare sui 17 obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite è fondamentale per promuovere una maggiore consapevolezza e responsabilità verso la sostenibilità a livello globale, nazionale e locale – conclude l’assessore al patrimonio, porto e mare Francesco Maresca – Sotto questo aspetto il Genova Global Goals Award ideato dalla nostra Amministrazione rappresenta un consolidato appuntamento del nostro territorio. Ed anche un virtuoso esempio da esportare in altre realtà”.

sostenibilità
Foto di AndreasAux da Pixabay

Procedura Ue

Inoltre lacCommissione europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione. Inviando una lettera di costituzione in mora all’Italia per non aver impedito e gestito l’introduzione e la diffusione della formica di fuoco (Solenopsis invicta), come richiesto dal regolamento sulle specie aliene invasive. Le specie aliene invasive sono una delle cinque principali cause di perdita di biodiversità in Europa e nel mondo, ricorda l’esecutivo comunitario. Il relativo regolamento mira a prevenire, ridurre al minimo e mitigare gli effetti negativi delle specie aliene invasive sulla biodiversità e sugli ecosistemi correlati, nonché sulla salute e la sicurezza umana, e a ridurne l’impatto sociale ed economico in Europa. Dopo la documentazione della formica di fuoco in Sicilia, l’Italia non ha notificato senza indugio alla Commissione e agli altri Stati membri la sua individuazione precoce. Le autorità italiane non hanno inoltre notificato alla Commissione alcuna misura di eradicazione o la loro efficacia. Inoltre, l’Italia non ha adottato tutte le misure necessarie per impedire la diffusione involontaria della formica di fuoco. E non ha attuato in modo efficace il sistema di sorveglianza delle specie aliene invasive di interesse unionale. L’Italia deve adottare le misure necessarie per essere in linea con il regolamento. La Commissione sta pertanto inviando una lettera di costituzione in mora all’Italia, che ha ora due mesi per rispondere e porre rimedio alle carenze sollevate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato.

Chiesa
Rio de Janeiro, in Brasile. Foto di Raphael Nogueira su Unsplash

Apripista

Nel frattempo il Brasile vince l’Ernesto Illy International Coffee Award, il riconoscimento, intitolato alla memoria del fondatore della illycaffè, che celebra il lavoro quotidiano di oltre 30 anni dell’azienda al fianco dei produttori, per offrire il miglior caffè al mondo. La Fazenda Serra do Boné di Matheus Lopes Sanglard si è aggiudicata l’ambito premio Best of the Best, con un caffè prodotto con la cosiddetta tecnica del despolpado, che massimizza la quantità di zuccheri e aromi. Il premio è stato assegnato da una giuria internazionale indipendente di nove esperti che hanno scelto il migliore tra i vincitori delle nove monorigini che compongono la ricetta del blend unico illy: Brasile, Costa Rica, El Salvador, Etiopia, Guatemala, Honduras, India, Nicaragua e Ruanda. A SMS Cluster ECOM del Nicaragua, invece, è andato il premio Coffee Lovers’ Choice, votato dai consumatori che nelle settimane precedenti all’evento hanno degustato alla cieca gli stessi campioni nei caffè illy di tutto il mondo. “Per il secondo anno consecutivo un’azienda brasiliana che adotta pratiche rigenerative ci ha regalato il migliore caffè al mondo. Nella Fazenda Serra do Bonè vengono preservate la salute del suolo, la biodiversità, e le sorgenti di acqua grazie all’utilizzo di fertilizzanti organici, alla lotta biologica e al riutilizzo dei sotto prodotti di lavorazione – afferma Andrea Illy, presidente di illycaffè – Notiamo nuovamente segnali importanti che confermano quanto l’agricoltura rigenerativa sia la strada giusta verso una produzione più resiliente in grado di garantire una produttività elevata e una qualità superiore, di cui il caffè è l’apripista con i maggiori tassi di crescita“.

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