La pace è l’unica e vera linea dello sviluppo umano. La violenza non sarà mai la cura per il nostro mondo frantumato. È necessario opporci alla pazzia del nostro tempo coltivando concretamente la speranza di un futuro di pace con un nuovo rinascimento della ragione, percorsi di pace che aprano la strada alla realizzazione di un movimento storico di rinnovato umanesimo.
Rispondere alla violenza con la violenza conduce alle guerre, alle migrazioni forzate e a immani ed indicibili sofferenze; grandi quantità di risorse sono destinate a scopi militari e sottratte alle esigenze quotidiane dei giovani, delle famiglie in difficoltà, degli anziani, dei malati, della grande maggioranza degli abitanti del mondo e ci portano alla morte, fisica e spirituale.
“Occorrono, invece, cambiamenti culturali e strutturali, perché avvenga anche un cambiamento duraturo” (1), ed è ancora possibile impegnarsi a generare un nuovo paradigma del pensiero politico che opti per la nonviolenza l’unica vera via di progresso dell’Umanità con politiche di pace fondate sulla geopolitica dei diritti umani e non sulla geopolitica degli interessi! Sulla Fraternità Universale!
Obiettivi precisi e puntuali dal disarmo, alla cura della casa comune, ad un’economia disarmata e non predatoria, fondata sulla solidarietà e sull’armonia tra i popoli (2), ad un nuovo concetto di difesa che passi attraverso una competenza nella trasformazione positiva dei conflitti nazionale e territoriale, ad una Giustizia riparativa e trasformativa, ad una educazione e istruzione curriculare scolastica che demistifichi le menzogne della guerra e sappia formare coscienze non violente, e ancora, costruire nuove forme di diplomazia (multitrack diplomacy) con la mediazione e contaminazione dal basso in un’ottica di complementarietà e partecipazione.
L’esperienza e la pratica degli artigiani di pace costituisce già ora un patrimonio inestimabile in grado di offrire contenuti preziosi alla definizione delle funzioni e alle attività che dovrebbe assumere una Politica che sappia davvero organizzare, curare e promuovere la Pace. Un “pacifismo strutturale” a tutti gli effetti e in tutti i campi “antagonista” al modello esistente per rivendicare una governance nazionale e globale di tipo più ‘orizzontale’ dove è la società ad inverare lo Stato (3).
Occorre perseverare per la creazione di nuovi paradigmi istituzionali, nuove architetture co-decisionali che impegnino la responsabilità politica dei Governo all’attuazione di veri programmi di pace. La pace è infatti un progetto di democrazia che necessita di trovare un luogo istituzionale deputato al suo perseguimento, che dia piena attuazione di spazi mai colmati del dettato costituzionale, che ponga rimedio alla grave insufficienza attuale della Politica nel mantenimento, cura, promozione del diritto alla pace dei popoli e degli individui e che divenga la casa dei costruttori di pace.
L’istituzione del Ministero della Pace, come è stato auspicato da oltre 30 premi Nobel nella Dichiarazione sulla Fraternità Umana dello scorso giugno 2023 e ribadita anche al World Meeting on Human Fraternity organizzato dalla Fondazione Fratelli Tutti a maggio scorso oltre che convintamente sostenuta da economisti come il Prof. S. Zamagni e Jeffrey Sachs (4) è una infrastruttura di pace e una risposta innovativa al bisogno di sicurezza e benessere.
Anche la nostra bella Europa ed il suo progetto di pace ha urgente bisogno di strumenti in grado di dare corpo a politiche di pace positiva per la convivialità tra i nostri popoli, per alleanze educative, per il dialogo, per nuove tassonomie sociali che non siano solo quelle “armate”; il premio Nobel John Hume, grande pacificatore irlandese le aveva già intuite a suo tempo, un Commissario Europeo per la Pace che sappia ridare significato alla parola Pace liberandola dalle spire mortali della deterrenza armata.
Dobbiamo aumentare le scorte di bene su questa terra come cittadini, come persone, come fratelli tutti e saper coniugare sempre nelle nostre scelte e progettualità di cittadinanza attiva l’amore elicito, cioè, la carità personale e concreta all’Altro che si manifesta, e l’amore imperato che ci spinge “a creare istituzioni più sane, ordinamenti più giusti, strutture più solidali” (5).
L’autorità, i governi debbono essere essenzialmente collaborativi con i costruttori di pace (6) altrimenti sarà autoritarismo e le democrazie sofferenti rischiano di morire: è il tempo ora di organizzare la pace e di eradicare le strutture di peccato che continuano a fabbricare croci a cui si inchiodano popoli e individui.
(1) Papa Francesco Messaggio 58° Giornata Pace
(2) Papa Francesco Messaggio 58° Giornata Pace
(3) Cit. Prof. S. Zamagni
(4) https://www.youtube.com/watch?v=tJQGywe_d7s
(5) FT §186
(6) Cit. Don Oreste Benzi