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Modifiche all’assegno unico per i figli, la risposta di Roccella

La replica della ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella alla notizia secondo cui il governo starebbe lavorando a un piano di revisione dell'assegno unico per i figli, introdotto nel 2021 dal governo Draghi

Secondo Repubblica, il Governo italiano prevedrebbe di modificare l’assegno unico per i figli alle famiglie con ISEE elevato o non dichiarato, per destinare più fondi alle famiglie numerose, con disabili, o con una lunga storia lavorativa in Italia. Secca la replica della ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella: “Il nostro governo non sottrarrà mai un solo euro alle famiglie, nei confronti delle quali il nostro impegno resta prioritario e trasversale a tutti i ministeri”.

Repubblica: “Il governo lavora alla modifica dell’assegno unico”

Il governo lavora al cambiamento dell’assegno unico per i figli, introdotto dall’esecutivo Draghi nel 2021. Lo riporta Repubblica, sottolineando come la misura valga circa 20 miliardi e riguardi ogni anno oltre sei milioni di famiglie e 10 milioni di figli. Il piano per rivederla andrà nella prossima manovra, scrive il quotidiano, ed è affidato alla ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Roccella che poi passerà il dossier al ministero dell’Economia. Secondo il quotidiano l’idea è quella di tagliare l’assegno base da 57 euro a figlio che oggi va alle famiglie che non presentano l’Isee o ne hanno uno troppo alto, sopra i 45mila euro. Questo per spostare più risorse alle famiglie molto numerose, con disabili, con una storia di lavoro radicata in Italia.

Come potrebbe cambiare l’assegno unico

E, come accaduto col reddito di cittadinanza, dovrebbe cambiare anche il nome, non più assegno unico dunque. Tra cancellazione di assegni familiari, detrazioni e vecchi bonus per 14 miliardi e l’aggiunta di 6 miliardi freschi – sottolinea ancora il quotidiano – l’assegno pesa sul bilancio dello Stato 20 miliardi strutturali e si rivaluta in base all’inflazione. Quest’anno vale il 5,4% in più dell’anno scorso, da un minimo di 57 euro a un massimo di 200 euro al mese per un minore, con maggiorazioni a figli non autosufficienti e disabili, mamme lavoratrici, figli oltre il secondo. Spetta anche per i figli tra i 18 e i 21 anni, seppur dimezzato nell’importo. Nel 2022, primo anno di erogazione, la spesa è stata di 13 miliardi, mentre l’anno scorso è salita a 18 miliardi. Quest’anno dovrebbe aggirarsi sui 20 miliardi, con l’Inps che nei primi sei mesi segna già 10 miliardi.

Roccella: “Su assegno unico notizie come sbarco marziani”

“Non so se la rassegna stampa mattutina debba essere intesa come il sequel della falsa radiocronaca sullo sbarco dei marziani sulla terra di Orson Welles oppure vada presa sul serio e dunque considerata come procurato allarme. Ci auguriamo che le settimane che ci separano dalla presentazione della manovra non trascorrano tutte così, altrimenti c’è da preoccuparsi sul serio sullo stato dell’informazione in Italia”. Lo afferma la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella.

“Questo Governo ha messo la famiglia come priorità”

“La verità – prosegue Roccella – è una sola: che il nostro governo ha sempre messo le famiglie al centro delle proprie priorità, le ha sempre sostenute come certificato dall’Ufficio parlamentare di bilancio (che ha quantificato in oltre 16 miliardi i benefici netti derivati quest’anno alle famiglie dalle politiche dell’esecutivo), e ovviamente continuerà a farlo. Se c’è qualcuno che ha sollevato contestazioni sull’assegno unico non è certo il nostro governo, che anzi lo ha aumentato e ne ha corretto alcune criticità, ma è l’Unione Europea, che ha aperto sul provvedimento una procedura di infrazione. E’ sulle richieste della Ue – aggiunge la ministra – che sarebbe giusto informare i cittadini e aprire il dibattito con l’opposizione, cosa che più volte e con forza abbiamo chiesto, ma senza risposta. La Ue chiede di cancellare completamente il requisito della residenza in Italia (attualmente di due anni) per i percettori dell’assegno non lavoratori, e anche quello della durata del rapporto di lavoro (attualmente di almeno 6 mesi), e addirittura di riconoscere l’assegno anche a chi ha figli residenti all’estero. Non servirebbe più quindi vivere nel nostro Paese, ma basterebbe lavorarci anche solo per un giorno per fruire del contributo”.

Le richieste della Ue

“Queste modifiche, già pesanti per l’equilibrio dei conti dello Stato, avrebbero – prosegue Roccella – ulteriori implicazioni potenziali che andrebbero ben oltre quelle immediate, e per via giudiziaria potrebbero portare a un effetto domino incontrollabile. Dopo quello che è accaduto con il superbonus edilizio, che è arrivato a pesare sull’Italia per l’equivalente di venti finanziarie, è un’esperienza che sarebbe consigliabile non replicare. Sulle contestazioni dell’Europa all’assegno unico – dice Roccella – abbiamo chiesto più volte a tutte le forze politiche di esprimersi, abbiamo chiesto unità nella difesa di questo strumento perché è una questione che riguarda il bene comune, il bene delle famiglie italiane e non un interesse di parte. Ricordiamo tra l’altro che il modo in cui la misura è stata costruita è decisione del governo precedente e non di quello attuale, che pure è impegnato in una importante battaglia di difesa. Rinnoviamo quindi l’invito a tutte le forze politiche a pronunciarsi, perché più che le fantasie di fine agosto, vorremmo conoscere l’opinione di politici e operatori dell’informazione sulla procedura di infrazione europea”.

Roccella: “Il nostro governo non sottrarrà mai un solo euro alle famiglie”

Secondo Roccella, “una sola cosa è chiara e indiscutibile: che il nostro governo non sottrarrà mai un solo euro alle famiglie, nei confronti delle quali il nostro impegno resta prioritario e trasversale a tutti i ministeri. Abbiamo impiegato per le famiglie tutte le risorse possibili, e non ci sono stati avanzi perché l’incremento dell’assegno, in particolare per le famiglie numerose e per quelle con particolari fragilità, è stato significativo, con una crescita della spesa da 16 a 20 miliardi. Continueremo a stare accanto alle famiglie e ai bambini, e su questo non c’è alcun dubbio. Finché ci saremo noi al governo – conclude -, i marziani sulla terra non arriveranno e le famiglie saranno sostenute”.

Fonte: Ansa

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