Si andrà al ballottaggio il 28 maggio in Turchia, dove il presidente Recep Tayyip Erdogan non è riuscito a superare la soglia del 50 per cento dei voti nelle elezioni presidenziali di ieri e quindi a vincere al primo turno.
Le dichiarazioni dei candidati
Il presidente turco uscente Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato di essere “chiaramente in testa” alle elezioni presidenziali, ma ha riconosciuto che sarà necessario un secondo turno, di cui “rispetterà” l’esito. “Anche se i risultati non sono ancora stati pubblicati, siamo chiaramente in testa”, ha detto a una marea di sostenitori riuniti nel cuore della notte ad Ankara: “Rispettiamo queste elezioni e rispetteremo le prossime”, ha affermato Erdogan. “Non sappiamo ancora se le elezioni siano finite con questo primo turno, ma se la gente ci porterà al secondo turno lo rispetteremo”, ha assicurato il presidente uscente. È la prima volta in vent’anni, da quando è al potere in Turchia, che il capo dello Stato è costretto a un ballottaggio, previsto per il 28 maggio contro il suo avversario socialdemocratico Kemal Kiliçdaroglu. Quest’ultimo ha guidato una coalizione senza precedenti di sei partiti d’opposizione. “Indipendentemente dal risultato, 27 milioni di persone hanno preferito votare per noi”, ha continuato Erdogan mentre le operazioni di conteggio dei voti continuano. “Penso che termineremo queste elezioni con più del 50%” delle preferenze, ha assicurato. “Il popolo ha scelto stabilità e sicurezza in queste elezioni presidenziali”. Il presidente uscente ha anche rivendicato la “maggioranza” dei 600 seggi in Parlamento per l’Alleanza nazionale che ha formato tra il suo partito Akp e piccoli partiti nazionalisti e islamisti. Kiliçdaroglu ha promesso la vittoria del suo schieramento al ballottaggio. “Se la nostra nazione chiede un secondo turno, lo accetteremo volentieri. E lo vinceremo assolutamente”, ha detto Kiliçdaroglu nel cuore della notte ad Ankara, circondato dai rappresentanti dei sei partiti della sua coalizione. Il presidente uscente Recep Tayyip “Erdogan non è riuscito a ottenere il risultato che si aspettava nonostante tutti gli insulti” pronunciati contro il suo avversario, ha proseguito il candidato dell’opposizione. “La necessità di cambiamento nella società è superiore al 50%. Dobbiamo assolutamente vincere e instaurare la democrazia in questo paese”.
La Turchia in bilico
La Turchia è in bilico dopo 20 anni di Erdogan al potere. Secondo lo spoglio ufficiale, il presidente è avanti ma in serata, con oltre il 90% delle schede scrutinate, è sceso sotto il 50% dei voti necessario per essere eletto al primo turno, avvicinando così la possibilità del ballottaggio tra due settimane. Lo sfidante Kemal Kilicdaroglu, al 44,4%, ha denunciato comunque “una farsa” in corso: “Siamo in vantaggio noi – ha scritto su Twitter -. Non dormiremo stanotte, popolo mio”. In effetti il distacco tra i due è andato via via riducendosi con il passare delle ore. I primi dati a urne chiuse indicavano Erdogan oltre il 58% delle preferenze, ma l’accusa dell’opposizione è che sono stati contati e trasmessi prima i voti delle roccaforti tradizionali del presidente. Sinan Ogan, candidato di una coalizione di piccoli partiti di estrema destra, era invece relegato a poco più del 5% dei consensi dopo una campagna elettorale tutta giocata all’attacco dei migranti siriani arrivati in Turchia dopo l’inizio del conflitto civile nel Paese, circa 4 milioni di persone. Kilicdaroglu, leader del partito laico di centrosinistra Chp, ha trionfato in gran parte del sudest del Paese a maggioranza curda ma Erdogan si è confermato nelle campagne e nei suoi feudi centrali. Nonostante lo svantaggio, l’opposizione ha più volte sostenuto di essere in testa, esprimendo pesanti critiche nei confronti dell’agenzia Anadolu, già finita al centro di scandali in passati appuntamenti elettorali e accusata varie volte di non rivelare i dati quando questi si presentavano sfavorevoli per il Sultano.
Le previsioni
Secondo l’agenzia indipendente Anka, vicina all’opposizione, i numeri sarebbero altri, con Kilicdaroglu avanti. Si chiarirà soltanto nella notte il risultato definitivo delle elezioni più importanti della carriera di Erdogan e per la Turchia in generale ma il presidente in carica può già guardare con sicurezza ad un buon risultato a livello parlamentare, dove la sua coalizione risulta per ora prima con più del 50% dei consensi, cifra che le consentirebbe di avere la maggioranza nell’assemblea. Se si confermerà tale, la vittoria della coalizione di Erdogan sarà destinata a pesare non poco nelle prossime settimane in caso di ballottaggio il 28 maggio. L’unico dato certo comunque è che i turchi sono andati in massa a votare con un’affluenza che ha sfiorato il 90% degli aventi diritto. Secondo il Consiglio elettorale supremo di Ankara, le operazioni di voto si sono svolte senza irregolarità.
Le file registrate ai seggi
Lunghissime file si sono viste ai seggi di tutte le città, tra sostenitori di Erdogan convinti di rinnovare la fiducia al Sultano e oppositori per i quali il voto di oggi rappresentava “una questione di vita o di morte”. Una conferma di Erdogan, secondo loro, metterebbe per sempre la parola fine all’indipendenza della magistratura, assesterebbe un colpo letale ai diritti umani e porterebbe la Turchia sull’orlo del baratro dal punto di vista economico. “Mi auguro che stasera ci siano benefici per la democrazia turca”, aveva detto il presidente dopo avere votato nel quartiere Uskudar, sulla sponda asiatica di Istanbul. Dopo essersi recato alle urne, dove si è presentato con sua moglie Emine distribuendo denaro in contanti a dei bambini, il presidente turco è partito alla volta di Ankara per seguire lo spoglio. “A tutti è mancata la democrazia. Ci è mancato stare insieme, ci è mancato abbracciarci. Vedrete, la primavera tornerà in questo Paese se Dio vorrà e durerà per sempre”, sono state invece le parole di Kilicdaroglu che ha votato nella capitale, dove sabato si è recato ad omaggiare il mausoleo del padre della Repubblica di Turchia laica Mustafa Kemal Ataturk per chiudere la campagna elettorale mentre Erdogan veniva invece ripreso a pregare a Santa Sofia, che nel 2021 decise di riconvertire in moschea, come successe all’epoca della conquista ottomana di Costantinopoli.
Fonte: Ansa