11,1 miliardi di anni luce. Questa cifra astronomica – in senso letterale – rappresenta la distanza che separa la Terra dal più distante ammasso di galassie mai osservato finora. L’ammasso è stato chiamato Cl J1001. Descritto sull’Astrophysical Journal dal gruppo coordinato da Tao Wang, della Commissione francese per le energie alternative e per l’energia atomica (Cea), l’ammasso vanta di avere un doppio record: oltre alla maggior distanza, anche quello di aver messo indietro di 700 milioni di anni la data di nascita di formazioni di questo tipo.
Il lontanissimo gigante cosmico è stato ‘immortalato’ subito dopo la nascita: immagini assolutamente stupefacenti perché nessuno, prima d’ora, aveva mai osservato nulla di simile. “Sembra che lo abbiamo colto in una fase critica, subito dopo il passaggio da un insieme di galassie sparse a un agglomerato ancora molto giovane, ma completamente formato”, ha detto uno degli autori della ricerca, David Elbaz.
Al centro dell’ammasso si trovano ben undici galassie di grande massa, nove delle quali stanno vivendo la nascita di 3.000 stelle simili al Sole ogni anno. Un ‘tasso di natalità’ straordinario che suggerisce l’ipotesi secondo la quale nelle galassie ellittiche le stelle si formino in periodi più brevi (ma più intensi) rispetto a quanto accade alle galassie ‘solitarie’.
La descrizione di Cl J1001 è stata resa possibile grazie all’utilizzo di più strumenti e punti d’osservazione, sia spaziali che terrestri: i telescopi spaziali Chandra e Spitzer, entrambi della Nasa; il celebre telescopio spaziale Hubble, gestito da Nasa e Agenzia Spaziale Europea (Esa) e i telescopi spaziali europei Xmm-Newton ed Herschel; inoltre, dei telescopi basati a Terra, sono entrati in azione Alma e il Very Large Telescope dell’Osservatorio europeo meridionale, entrambi sulle Ande cilene.