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Santa Teresa di Lisieux: patrona delle missioni

Santa Teresa di Lisieux: una semplice carmelitana, abbia potuto creare una tale risonanza con la sua vita

Ottobre mese missionario, inizia con il ricordo di S. Teresa di Gesù Bambino (1873-1897) nata ad Alençon, un piccolo comune francese nella regione della Normandia. Potremmo riassumere tutta la vita di questa suora con un pensiero di Giovanni Paolo II (1978-2005) che così si espresse: “Lo Spirito di Dio ha permesso al suo cuore di rivelare agli uomini del nostro tempo la realtà del Vangelo”.

Viene da domandarci a quasi centotrent’anni dalla morte, come sia stato possibile che una semplice carmelitana, abbia potuto creare una tale risonanza con la sua vita, non solo nella società del suo tempo, ma di lei si parla ancora oggi, pur vivendo in un monastero di clausura. Marie-Françoise Therese Martin, apparteneva ad una famiglia borghese di fine Ottocento, i genitori Luigi Martin (1823-1894) e Marie-Azelie Guerin Martin (1831-1877) entrambi proclamati santi da Papa Francesco il 18 ottobre del 1815; vivevano per i figli e Teresa era la più piccola, la nona.

In questa famiglia gli affetti venivano custoditi ogni giorno e la vita si alimentava alla fede, trasmessa sempre con gioia. Il 4 novembre 1887 Teresa si recò a Roma per chiedere a Leone XIII (1810-1903) durante un’udienza, il permesso di essere ammessa al Carmelo, non avendo l’età canonica prevista. E così a quindici anni e tre mesi, il 9 aprile del 1888 varcò la soglia della clausura a Lisieux, con il nome di Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, e sulla porta della sua cella inciderà il programma della sua vita: “Gesù, mio unico amore”.

Un programma che rivoluzionò il modo di realizzare la propria santificazione. Teresa partì dalla sua natura fragile e insicura per gettarsi completamente nelle braccia di Dio Amore Misericordioso: “Quello che piace a Dio è di vedermi amare la mia piccolezza e la mia povertà; è la speranza cieca che ho nella sua misericordia. Ecco il mio tesoro”.

A riprova della sua gratitudine a Gesù, Teresa si sottomette alle non sempre prevedibili prove della sua vita di obbedienza, di povertà e di clausura. All’interno della clausura si immergerà nella lettura della Sacra Scrittura, soprattutto dei Vangeli. San Giovanni della Croce (1542-1591) sarà con il suo pensiero, il maestro spirituale a cui fare riferimento.

Teresa pur nella sua breve esistenza terrena ci ha lasciati alcuni scritti: le Lettere, varie poesie, alcune opere teatrali, delle preghiere e la “Storia di un’anima”, pubblicato nel 1898 un anno dopo la sua morte, è l’itinerario spirituale di una semplice anima, che ha vissuto nel nascondimento e nell’umiltà della clausura.

Sarà Pio XI (1922-1939) a proclamare Teresa di Lisieux prima beata il 29 aprile del 1923 e poi ad elevarla agli onori degli altari il 17 maggio del 1925 e lo stesso pontefice la dichiarerà compatrona delle missioni insieme a S. Francesco Saverio (1506-1552). Giovanni Paolo II nel centenario della morte, annovererà questa suora carmelitana tra i Dottori della Chiesa, il 19 0ttobre del 1997. La basilica costruita a Lisieux in onore della santa, custodisce le sue reliquie, ed è dopo Lourdes il luogo più visitato dai fedeli che giungono da ogni parte per renderle omaggio.

Papa Francesco nell’ottobre del 2015 ha pubblicato in occasione del 150° anniversario della nascita di Santa Tersa del Bambino Gesù: “C’est la confiance”, un’Esortazione Apostolica sulla fiducia nell’amore misericordioso in Dio, dove si ripercorrono le tappe principale della vita di questa umile carmelitana alla luce del suo messaggio, tutto concentrato sull’amore verso Dio.

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