«Io sono il pane vivo disceso dal cielo»
«Ego sum panis vivus, qui de caelo descendi»
Terza Settimana di Pasqua – Gv 6,44-51
In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio (cfr. Is 54,13). Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Il commento di Massimiliano Zupi
C’è un pane non vivente, fatto di grano, e un pane vivo, fatto di carne. Del pane di grano ci nutriamo quotidianamente per avere le energie necessarie per la giornata; anche del pane vivo ci nutriamo regolarmente, pregando la Parola e mangiando l’Eucarestia, per percepirci sempre più come Maria, pieni di grazia (Lc 1,28): pacificati e corroborati dall’amore di Dio. Il pane di grano è anche occasione giornaliera per riunirci intorno ad una tavola e gioire dello stare insieme. Il pane del cielo è vivo proprio in quanto è la comunione con il Vivente e tra i viventi: Gesù è realmente pane in quanto si è fatto carne, è vissuto tra noi ed è morto per noi, per rimanere in noi; noi siamo realmente corpo di Cristo, buon pane vivo, nella misura in cui viviamo con gli altri e per gli altri, negli altri, dando la nostra vita per loro. Il pane di grano è frutto della terra e del lavoro dell’uomo. Il pane del cielo è frutto dell’incontro tra il dono di Dio e la sua accoglienza da parte degli uomini: incontro del cielo e della terra che finalmente si abbracciano, di un cielo che non è più solamente alto sulla terra e di una terra che nelle proprie fibre è compenetrata dal cielo, dalla vita eterna. Il regno dei cieli è frutto dell’opera di Dio e della cooperazione degli uomini.