Che sarebbe stata dura lo sapevamo. La Svezia del genio Ibrahimovic era forse l’avversario più temuto del girone di ferro capitato all’Italia di Antonio Conte. Più del Belgio, tanto forte quanto lacunoso nella fase difensiva, schiavo della presunzione di chi si sente già campione. Gli scandinavi no: sono tosti, granitici, arroccati, quasi perfetti quando si tratta di randellare. Non si lasciano andare a leziosità inutili, sono come i mobili di Ikea: minimalisti, quadrati, razionali. Quello che serviva per metterci in difficoltà.
Per avere la meglio, al termine di una gara senza sussulti, è stata necessaria una magia, una serpentina iniziata e conclusa in rete dall’oriundo Eder. Proprio lui, il brasiliano con la maglia azzurra, una delle scelte più criticate di Conte, anche alla luce di una stagione iniziata alla grande nella Sampdoria e conclusa in maniera anonima nell’Inter. 1-0 e tutti a casa, come nella migliore tradizione italica. Che siano gli altri, ora, a fare calcoli ed equazioni per accedere agli ottavi, noi siamo già qualificati.
Al pronti via il ct italiano presenta la formazione che tutti si aspettavano. Confermati in blocco dieci undicesimi della squadra che aveva superato il Belgio. Unico cambio Florenzi per Darmian, vista la prova non positiva dell’esterno del Manchester Utd contro Hazard e compagni. Il romanista si è mosso bene, ha dato dinamismo, ha anche cercato la giocata. Solo nel finale Conte gli ha concesso respiro sostituendolo con Sturaro. Dall’altra parte Hamren ha schierato la Svezia col 4-4-2. Un modulo che conosciamo bene. La scelta ha funzionato e non ha dato spazi alle funamboliche giocate di Giaccherini e dello stesso Eder. Il primo tempo è scivolato via senza occasioni di rilievo.
Nella ripresa Conte ha capito che doveva cambiare qualcosa. Dopo quindici minuti fuori Pellè e dentro Zaza. Gli azzurri nel complesso hanno fatto più degli avversari ma non hanno mai avuto grandi occasioni. A parte quando, all’82, un Giaccherini con un cross magistrale ha messo sulla testa di Parolo la palla dell’1-0. Il centrocampista della Lazio ci è arrivato ma ha colpito l’incrocio dei pali. Il vantaggio è maturato 6 minuti dopo. Su rimessa laterale di Chiellini Zaza ha fatto sponda per l’accorrente Eder che ha superato l’avversario, scartato il centrale e, appena entrato in area, fatto partire un tiro a giro imprendibile per Isaksson. Nel finale la Svezia ha provato a ripartire ma la rodatissima difesa formata da Barzagli, Chiellini e Bonucci non ha lasciato nemmeno uno spiffero. Braccia alzate al triplice fischio: il sogno azzurro continua.