Armando Izzo, difensore del Genoa, รจ indagato a Napoli per aver truccato due partite dellโAvellino nel torneo di serie B durante la stagione 2013/2014. Al centro dellโinchiesta il clan Vinella Grassi. Altri due ex giocatori irpini, Millesi e Pini, sono ai domiciliari. โNon cโentro assolutamente niente, credo nella magistraturaโ. Izzo assicura di essere estraneo alla vicenda che lo tira in ballo per due match sospetti, quando il difensore giocava in B con lโAvellino: โMi sembra di vivere un incubo โ dice alle telecamere di Sky Sport -. Ricordo solo che ero infortunato in quelle due gare e che non ho neanche giocato, ora mi sento un poโ abbattuto a leggere queste coseโ.
Le accuse per Izzo, in lista per la Nazionale di Euro 2016, e i suoi colleghi, il centrocampista dellโAcireale Francesco Millesi, e lโex calciatore Luca Pini sono accusati di concorso esterno in associazione mafiosa e concorso in frode sportiva. Per gli inquirenti โsi ponevano stabilmente a disposizione della organizzazioneโ allo scopo di โfare da tramite e corrompere giocatori allo scopo di influire fraudolentemente sui risultati delle partite, eventi sui quali gli esponenti apicali della Vinella scommettevano investendo proventi illeciti del sodalizioโ.
Nei confronti di Millesi e Pini รจ stata eseguita una ordinanza agli arresti domiciliari mentre Izzo รจ indagato in stato di libertร . Sette presunti esponenti della cosca sono invece finiti in carcere per vicende di droga. โApprendo dai giornali notizie che mi vedono coinvolto in vicende a me assolutamente estranee. Sono un calciatore e non ho mai neanche pensato di truccare una partita. Nelle due gare di cui parlano i mass media ero infortunato e non vi ho neanche preso parte. Ho piena fiducia nella Magistratura e sono sicuro di riuscire a chiarire la mia posizioneโ.
Al centro di tutta lโinchiesta cโรจ il clan Vinella Grassi. Per loro la droga rappresenta il business piรน importante. Ma non il solo. Il clan, nato da una frazione che si รจ staccata dal gruppo composto a sua volta da scissionisti dando luogo a una nuova faida di camorra per il controllo delle piazze di spaccio di Secondigliano e Scampia, lucrava infatti anche con le scommesse sulle partite di calcio. Puntate che fruttavano somme a molti zero e soprattutto sicure, visto che la cosca provvedeva a combinare gli incontri corrompendo calciatori. Questo ha raccontato il pentito Antonio Accurso determinando lโapertura della ennesima indagine che mette a rumore il mondo del calcio e rinnova lโallarme per le infiltrazioni della criminalitร nel settore delle scommesse.