Caro don Aldo,
sono un lettore di Interris e mi appassionano molto i temi politici. In questi giorni sto seguendo come tutti il dibattito che riguarda la formazione del nuovo governo e gli impegni di Mario Draghi nei confronti del quale ci sono tante aspettative e tante speranze che si concentrano su una persona sola, pur validissima e prestigiosissima per la sua storia, in uno dei momenti più drammatici della nostra storia.
Per queste ragioni ho molto apprezzato le riflessioni del giornalista Nicola Graziani che nel suo articolo – analizzando profondamente la situazione – parte da una premessa e giunge ad una conclusione. La premessa è l’invito a non contare troppo sugli entusiasti, perché i problemi sono tanti e sono gravi, e questa riflessione mi è sembrata in linea con il pragmatismo che sta mostrando in queste ore il presidente Draghi. Nelle conclusioni il giornalista invita il neopremier a ricordare sempre che al centro di ogni azione politica o amministrativa ci sono persone concrete, uomini e donne, madre e padri, figli e figlie.
Se si pensa a questa cosa semplice e quasi scontata supereremo quella visione algida e tecnocratica che viene accreditata a chi, come il professor Draghi, arriva da esperienze di gestione come la Banca Centrale Europea. Sarebbe bello se il nuovo premier si sforzasse di costruire una nuova Unione Europea, l’Unione delle persone e dei cittadini che credono in questo progetto comune.
Un caro saluto e buon lavoro a lei ed alla sua redazione
Angelo P.