La voce degli ultimi

mercoledì 15 Gennaio 2025
5.8 C
Città del Vaticano

La voce degli ultimi

mercoledì 15 Gennaio 2025

Frontiere della sanità tra medicina rigenerativa e onde gravitazionali

Luna, fusione e cure dalle staminali nella scienza del 2025. Attese anche per l'intelligenza artificiale e i computer quantistici

Frontiere innovative della salute tra Luna, fusione e cure dalle staminali nella scienza del 2025. Attese anche per l’intelligenza artificiale e i computer quantistici. La nuova corsa alla Luna e terapie da cellule staminali all’insegna della medicina rigenerativa sono fra le principali promesse della scienza per il 2025, insieme a nuovi passi verso l’energia da fusione che imita i processi che avvengono nel cuore delle stelle e alle grandi attese da intelligenza artificiale e computer quantistici. “Getteremo le basi per l’esplorazione umana della Luna e di Marte”, scrive la Nasa su X, riferendosi al programma Artemis che, nonostante ritardi e slittamenti, intende portare astronauti sulla Luna per il 2026. Numerosi i partner che vi aderiscono, tra aziende e agenzie spaziali nazionali. Più i 52 Paesi firmatari degli Artemis Accords che definiscono le regole per il futuro dell’esplorazione spaziale. Le prossime missioni a toccare il suolo lunare saranno però dei lander costruiti da aziende private, come la giapponese iSpace e la texana Intuitive Machines. Studiare il vento solare sarà il compito delle missioni Smile, di Agenzia spaziale europea e Accademia Cinese delle Scienze, e Punch della Nasa. Mentre la missione Spherex (Nasa) punterà a ottenere una mappa del cielo con dati su oltre 450 milioni di galassie. Nel 2025 sono anche attesi i primi dati tecnici sull’Einstein Telescope, il futuro cacciatore di onde gravitazionali che l’Italia si è candidata a ospitare in Sardegna e che i Paesi Bassi vorrebbero nella regione Euregio Mosa-Reno.

frontiere
Foto di Sasun Bughdaryan su Unsplash

Frontiere dell’innovazione

In Cile dovrebbe finalmente entrare in funzione l’osservatorio Vera Rubin, atteso dagli astronomi di tutto il mondo per i dati che potrà fornire sui fenomeni più sfuggenti dell’universo. Come l’energia oscura, la materia oscura e l’enigmatico pianeta Nove. La fisica delle particelle attende invece che entri in attività lo European Spallation Source in Svezia, il nuovo acceleratore europeo con tanta tecnologia italiana candidato a diventare la sorgente di neutroni più potente al mondo e a dare un contributo importante alla scoperta di nuovi materiali. Attesi progressi anche sull’energia da fusione, che nel 2024 ha segnato due record importanti grazie al reattore sperimentale europeo Jet e al KStar della Corea del Sud. In Europea promette di dare un grande impulso a questo settore anche l’industria, che nel 2024 si organizzata nell’Associazione europea per la fusione nella convinzione che questa nuova energia pulita non è solo la chiave per raggiungere l’indipendenza energetica, ma uno dei motori dell’economia europea. Dopo aver dimostrato quale strumento importante potrebbe essere per la ricerca, l’intelligenza artificiale proseguirà nel suo cammino contribuendo ad analisi biologiche, diagnosi, previsioni meteo più precise e modelli più accurati dei cambiamenti climatici. A contenderle la scena, con computer più potenti e comunicazioni più efficienti e sicure, ci saranno probabilmente le tecnologie quantische. Alle quali le Nazioni Unite hanno deciso di dedicare il 2025. “Precisione” è anche la parola chiave della medicina nel 2025, grazie a banche dati genetiche sempre più ricche e algoritmi sempre più addestrati. Procede veloce anche la medicina rigenerativa: sono almeno un centinaio le sperimentazioni di terapie basate su cellule staminali, alcune delle quali contro tumori, diabete e Parkinson. Le principali attese per le neuroscienze riguardano i possibili seguiti degli esperimenti con i chip impiantabili iniziati nel 2024 in molti centri, compreso quello della Neuralink di Elon Musk, e nel 2025 la Cina prevede di iniziare i test su nuove interfacce cervello-computer.

frontiere
Foto di Vie Studio: https://www.pexels.com/it-it/foto/sentimenti-tipografia-carta-testo-7004950/

Salute da tutelare

Intanto la ricerca coinvolge anche gli stili esistenziali. Avere amici fa bene alla salute e allunga la vita. Poter contare su un’ampia rete di affetti, familiari e non, riduce il rischio di cardiopatie, ictus o diabete e rafforza il sistema immunitario che protegge dalle infezioni. Al contrario, chi ha poche relazioni sociali si ammala di più e ha più probabilità di andare incontro a una morte prematura. Uno studio anglo-cinese pubblicato su “Nature Human Behaviour” conferma l’effetto-scudo dell’amicizia e spiega da cosa dipende. Il segreto sta in un set proteico che contraddistingue le persone isolate. Se la loro salute è peggiore, è proprio per colpa di queste “proteine della solitudine” collegate ad esempio allo stress, al colesterolo alto, alla resistenza insulinica, all’aterosclerosi che porta all’infarto e perfino allo sviluppo di tumori. La ricerca porta la firma di un team di scienziati delle università di Cambridge, nel Regno Unito, e di Fudan, in Cina. Attingendo alla UK Biobank, gli autori hanno analizzato i campioni di sangue di oltre 42mila adulti fra i 40 e i 69 anni esaminando in particolare i proteomi, il complesso di proteine circolanti. Calcolando per ogni persona i punteggi di isolamento sociale (parametro oggettivo basato su precisi fattori come vivere da soli, avere pochi contatti con gli altri e un basso coinvolgimento in attività di gruppo) e di solitudine (misura soggettiva del sentirsi soli), gli studiosi hanno potuto individuare le proteine presenti a livelli maggiori nelle persone socialmente isolate o sole, e capire in che modo sono correlate a una salute più scadente. Al netto di fattori confondenti quali età, sesso e background socioeconomico, sono state così identificate 175 proteine​​associate all’isolamento sociale e 26 legate alla solitudine, con una sovrapposizione dell’85%. Molte di queste proteine ​vengono prodotte in risposta a infiammazioni, infezioni virali e come reazione immunitaria, oltre a essere correlate a malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, ictus e morte precoce, elencano i ricercatori che non si sono fermati qui. Utilizzando una tecnica statistica detta randomizzazione mendeliana per indagare la relazione causale tra isolamento sociale e solitudine da un lato e proteine ​​dall’altro, gli scienziati hanno trovato 5 proteine ​​specifiche per la solitudine.

serenità
Foto di K. Mitch Hodge su Unsplash

Isolamento sociale

“Sappiamo che l’isolamento sociale e la solitudine sono collegati a una salute peggiore, ma non abbiamo mai capito il perché – afferma Chun Shen del Dipartimento di neuroscienze cliniche dell’Università di Cambridge e dell’Istituto di scienza e tecnologia per l’intelligenza ispirata al cervello dell’Università di Fudan – Il nostro lavoro ha evidenziato una serie di proteine ​​che sembrano svolgere un ruolo chiave in questa relazione, con livelli di alcune proteine ​​in particolare che aumentano come conseguenza diretta della solitudine”. Una delle proteine della solitudine – approfondiscono gli autori – è l’Adm, che secondo studi precedenti svolge un ruolo nella risposta allo stress e nella regolazione di ormoni dello stress e di ormoni sociali come l’ossitocina. Ossia il cosiddetto “ormone dell’amore”, antistress e alleato del buonumore. Gli scienziati hanno rilevato una forte associazione tra l’Adm e il volume dell’insula, centro cerebrale che presiede alla capacità di percepire cosa sta accadendo all’interno del nostro corpo. Maggiori sono i livelli di Adm, minore è il volume di quest’area. Concentrazioni più alte di Adm sono state collegate anche a un volume inferiore del caudato sinistro, regione coinvolta nei processi emotivi, di ricompensa e sociali. Infine, livelli maggiori di Adm sono stati associati a un rischio più alto di morte precoce. Un’altra delle proteine della solitudine, Asgr1, è correlata al colesterolo alto e a un maggior rischio di malattie cardiovascolari. Altre ancora sono svolgono invece un ruolo nello sviluppo della resistenza insulinica anticamera del diabete, nell’incrostazione delle arterie alla base dell’aterosclerosi e nella progressione del cancro. “Queste scoperte – commenta Barbara Sahakian del Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Cambridge – sottolineano l’importanza del contatto sociale per mantenerci in salute. Sempre più persone di tutte le età riferiscono di sentirsi sole. Ecco perché l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha descritto l’isolamento sociale e la solitudine come un problema di salute pubblica globale. Dobbiamo trovare modi per affrontare questo problema crescente e mantenere le persone connesse per aiutarle a rimanere in salute“.

ARTICOLI CORRELATI

AUTORE

ARTICOLI DI ALTRI AUTORI

Ricevi sempre le ultime notizie

Ricevi comodamente e senza costi tutte le ultime notizie direttamente nella tua casella email.

Stay Connected

Seguici sui nostri social !

Scrivi a In Terris

Per inviare un messaggio al direttore o scrivere un tuo articolo:

Decimo Anniversario