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Il ministero della Salute: “Saliti a 23 i morti per Ebola in Uganda”

L'Uganda in passato ha avuto quattro focolai di Ebola: il più micidiale causò la morte di più di 200 persone nel 2000

Le infezioni da Ebola sono aumentate in Uganda, portando il numero cumulativo di decessi confermati e sospetti a 23: lo segnala il sito della Cnn citando le autorità sanitarie del Paese dell’Africa orientale.

Martedì scorso l’Uganda aveva dichiarato l’esistenza di un focolaio di questa micidiale febbre emorragica dopo che un caso del ceppo relativamente raro del Sudan è stato rilevato nel distretto di Mubende.

Il virus si è ora diffuso ai vicini distretti di Kyegegwa e Kassanda anche se nessun caso è stato rilevato nella capitale, Kampala.

Il ministero della Salute ugandese ha precisato che cinque dei pazienti deceduti sono stati confermati come morti a causa del virus mentre 18 sono elencati come probabili decessi da Ebola. Circa 35 pazienti sono attualmente ricoverati, ha aggiunto il dicastero, sempre secondo quanto riporta la Cnn.

L’Uganda in passato ha avuto quattro focolai di Ebola: il più micidiale causò la morte di più di 200 persone nel 2000.

Cosa è l’Ebola

La malattia da virus Ebola (Ebola virus disease – EVD), precedentemente nota come febbre emorragica Ebola, è una malattia grave, spesso fatale nell’uomo, evidenzia il Ministero della Salute italiano sul proprio sito.

E’ causata da un virus ad RNA appartenente alla famiglia dei Filoviridae (filovirus). A questa famiglia appartengono anche il genere Marburgvirus e il genere Cuevavirus.

Sono state identificate cinque diverse specie del virus: Zaire, Bundibugyo, Sudan, Reston e Taï Forest, ciascuno con una diversa diffusione geografica.

Le specie Budibugyo, Zaire e Sudan sono state associate con le grandi epidemie occorse in Africa. Il virus che ha causato l’epidemia in Africa occidentale nel 2014-2016 appartiene alla specie Zaire. La specie Reston, invece, isolata per la prima volta a Reston, in Virginia (Usa), in macachi provenienti dalle Filippine, è responsabile di malattia nei primati, mentre nell’uomo provoca una forma asintomatica.

L’origine del virus non è nota, ma i pipistrelli della frutta (Pteropodidae), sulla base delle evidenze disponibili, sono considerati i probabili ospiti naturali del virus Ebola. Il virus presenta analogie morfologiche con l’agente della malattia da virus Marburg, ma caratteristiche antigeniche differenti.

Il nome “Ebola” deriva da un fiume della Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire), presso il quale nel 1976 si verificò uno dei primi due focolai epidemici. L’altro, si sviluppò praticamente in simultanea nel Sudan.

L’epidemia che ha colpito l’Africa occidentale nel 2014-2016 è la più grande e complessa che si sia mai verificata da quando il virus è stato scoperto nel 1976. Questa epidemia ha provocato più casi e decessi che tutte le altre messe insieme. Inoltre si è propagata da un paese all’altro, iniziando in Guinea e diffondendosi attraverso le frontiere in Sierra Leone e Liberia.

Una cura precoce di supporto con reidratazione e terapia sintomatica migliora la sopravvivenza. Allo stato attuale non esiste una terapia in grado di neutralizzare il virus; sono in fase di studio l’uso di sangue intero e sieri provenienti da soggetti convalescenti e terapie farmacologiche. Non esistono vaccini autorizzati per EVD;  sono in fase di sperimentazione due vaccini, ma nessuno è disponibile al momento.

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