Il “mantello dell'invisibilità” potrebbe diventare realtà. Come? Grazie a un dispositivo che fa scomparire gli oggetti manipolando le frequenze della luce che li attraversano. Il prototipo è stato realizzato all'Istituto canadese per la Ricerca Scientifica di Montréal e lo studio che ne dimostra il funzionamento è stato pubblicato sulla rivista Optica.
Luce naturale
“In realtà siamo ancora molto lontani da qualcosa che si avvicini a un !mantello dell'invisibilità” e il procedimento usato è davvero molto complicato”, spiega all'Ansa Claudio Conti, del dipartimento di Fisica all'Università Sapienza di Roma.
Finora, le diverse proposte dei ricercatori per un “mantello dell’invisibilità” sono gravate da alcuni inconvenienti, per esempio il fatto di funzionare solo quando la luce incidente è di una particolare lunghezza d’onda, o colore, mentre la luce bianca naturale è la somma di tutte le lunghezze d’onda dello spettro visibile.
“La vera novità di questa ricerca sta proprio nel fatto che il dispositivo funziona anche con la luce naturale, che contiene molti colori – aggiunge – invece che con luce di un unico colore come i dispositivi precedenti, ma anche in questo caso l'oggetto deve essere illuminato da un'unica direzione”.
Il nuovo metodo elaborato dai ricercatori guidati da José Azaña ha un nuovo approccio al problema: se l'oggetto riflette la luce verde, ad esempio, il dispositivo elimina solo la frequenza corrispondente, per poi ricostruire il fascio di luce com'era inizialmente dopo che ha attraversato l'oggetto, rendendolo invisibile.
“In pratica elaborano e ricostruiscono l'impulso luminoso – conclude Conti – un po' come farebbe una telecamera, ma con un procedimento molto più complesso”. Le applicazioni vanno dalle nuove tecnologie per le telecomunicazioni a trasmissioni di dati su fibra ottica molto più sicure.