Sostenibilità, conversione dell’economia in senso inclusivo e un radicale ripensamento dei livelli di consumo delle risorse sono le sfide inedite che attendono i territori di montagna e le aree interne nel prossimo futuro. Questi obiettivi potranno essere raggiunti solamente attraverso una spiccata valorizzazione sociale e culturale delle comunità e del civismo insito al loro interno che, in molti casi, è sinonimo di prossimità, ovvero di quel valore che è il presupposto fondamentale per la crescita delle persone e per la salvaguardia dell’ambiente.
Il tassello fondamentale di questo percorso risiede nell’inizio di una nuova stagione di partecipazione popolare, in grado di generare una risaputa consapevolezza dell’unicità del patrimonio montano e rurale. Quest’ultima non deve essere semplicemente racchiusa in una dimensione turistica, ma anche e soprattutto culturale e politica. Riconoscere l’identità originaria e più pura della dimensione alpina e appenninica significa conciliare armoniosamente gli aspetti di bilancio con quelli sociali per una crescita a tutto campo delle comunità. Giovani, cultura e comunità sono i tre pilastri fondamentali su cui abbiamo il dovere di concertarci per dare il giusto lustro alle nostre risorse naturali e soprattutto umane. Il perno di tutta l’azione sociale però, deve essere la tutela delle giovani generazioni, attraverso una maggiore offerta di servizi e infrastrutture che ci permettano di non abbandonare le aree più decentrate del Paese. Siamo pronti a fare la nostra parte senza riserve con spirito di fraternità, la condizione da cui non possiamo prescindere per un avvenire più equo.