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Inclusione e integrazione disabili a scuola: a che punto siamo

Oggi, vista dall’esterno, sembra che la scuola abbia fatto dei grandi passi avanti in riguardo all’inclusione e all’integrazione delle persone con disabilità. In realtà sappiamo che non è così perché, ogni anno, mancano gli insegnanti di sostegno, gli educatori e, quando servono, le figure sanitarie per l’assistenza infermieristica. Il problema è che, spesso, si hanno delle strutture che non sono accessibili a cui si aggiunge la carenza di figure assistenziali fondamentali per la frequenza scolastica, fanno si che sovente si parta da una grave condizione di svantaggio.

Quindi, per rendere la scuola più inclusiva, è necessario partire dai bisogni delle persone e non dalle patologie o dalla disabilità, intercettando le difficoltà e non calando dall’alto i provvedimenti. L’inclusione e l’accoglienza verso tutti, in ambito scolastico, partono proprio dagli investimenti necessari sulle necessità di ognuno e, una volta che vengono riconosciute, bisogna agire per soddisfarle. Oggi invece, ogni scuola, a seconda del territorio di radicamento o per la sensibilità del dirigente, fornisce risposte diverse e ciò non può accadere. Bisogna iniziare a partire dal basso e non dall’alto, tutelando maggiormente le persone più fragili. Il concetto di disabilità è molto ampio, pertanto occorre dare a tutti gli strumenti e l’ambiente adatto per creare l’inclusione scolastica, partendo da ogni singola persona. Oggi manca il loro riconoscimento in qualità di persone, indipendentemente dalla disabilità.

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