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L’importanza del Parlamento europeo

La storia ci insegna che la capacità del Parlamento di incidere nel cuore del circuito decisionale procede di pari passo con la “democratizzazione” dell’ordinamento di cui fa parte. Ciò assume un particolare significato anche per il Parlamento europeo, che – alla pari dei Parlamenti degli Stati – percorre la via che lo porta ad acquisire una sempre maggiore rilevanza fra le istituzioni dell’Unione. Una delle caratteristiche che contraddistinguono la Comunità europea – ora Unione europea – dalle organizzazioni internazionali è proprio la presenza di un Parlamento, come istituzione rappresentativa “dei popoli” all’interno del sistema decisionale. Il Parlamento europeo, come organo centrale dell’Unione, non può ancora vantare un’evoluzione alla pari di quella dei Parlamenti degli Stati membri, ma comunque fa parte del patrimonio costituzionale europeo, storicamente e culturalmente comune agli Stati d’Europa. La situazione di subalternità del Parlamento nei confronti degli altri organi dell’Unione europea e della politica dei singoli Stati nazionali è stata sempre considerata come l’esempio più lampante del deficit democratico. Con i trattati di Maastricht e Amsterdam, al Parlamento, come unico organo di diretta rappresentanza popolare, è stato assegnato un significativo ruolo all’interno dell’Unione Europea.

Il Parlamento va inteso come l’organo intermedio tra i popoli, che costituiscono la comunità dell’Europa, e coloro che di questa comunità hanno la direzione, in quanto esso è la sola e unica sede della rappresentanza politica europea. Il mandato generale, sulla base delle circoscrizioni elettorali nazionali, conferisce una funzione di coordinamento delle rappresentanze dei diversi Stati membri. Il Parlamento è riconosciuto come indispensabile struttura di integrazione del pluralismo politico e sociale. La legittimazione diretta, con l’elezione a suffragio universale introdotta nel 1979, porta ad un surplus di rappresentatività del Parlamento rispetto agli altri organi europei all’interno della forma di governo, che va ben oltre a quanto previsto dai Trattati. Il Parlamento ha la funzione di definire i valori sostanziali, gli interessi diffusi non particolareggiati, il patrimonio culturale comune, difendendoli dai processi di degenerazione nazional-localistica.

Il Parlamento svolge il ruolo di completare e integrare la rappresentanza politica, necessario a maggior ragione all’interno dell’Unione europea, caratterizzata da una notevole complessità politica e da una scarsa omogeneità sociale. Rispetto alla Commissione europea, i singoli commissari designati sono sottoposti a veri e propri screening individuali da parte delle Commissioni parlamentari, competenti per materia, allo scopo di verificarne le capacità soprattutto in relazione ai compiti e alle deleghe specifiche loro assegnate. Già con la Commissione Prodi, il Parlamento aveva mantenuto un rapporto improntato ad una vigilanza stretta e severa. Si pensi poi al “caso Buttiglione”. Dunque, la Commissione, espressione degli Stati membri, deve sottostare al giudizio di valore del Parlamento, istituzione eletta con voto universale e diretto dai cittadini degli Stati membri. Rilevante è la possibilità per il Parlamento di rimuovere l’intera Commissione tramite una mozione di censura. Il Parlamento svolge, in stretto coordinamento con la Commissione, l’attività d’indirizzo politico, che comporta l’approvazione del programma politico della maggioranza mediante il voto favorevole della mozione di fiducia.

In effetti, fino ad oggi, tale potere è risultato inutilizzabile proprio a causa delle gravi conseguenze che avrebbe comportato sull’intero assetto europeo; anche se nel 1999, la Commissione Santer, quasi in scadenza di mandato, si dimise di fronte alla possibilità della votazione della mozione di censura. Il potere di controllo va ricondotto in quei casi in cui il principio democratico si traduce in prassi. In tal senso, il Parlamento europeo dimostra che i suoi poteri di controllo democratico sono più reali che apparenti. Pertanto, si assiste al fenomeno di “parlamentarizzazione” della forma di governo europea, che – anche se ancora di difficile definizione – mostra sempre più elementi di dialettica analoghi allo schema tradizionale di democrazia parlamentare. Così come – per esempio – avviene nella forma di governo italiana.

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