La crescita della economia e dei fatturati aziendali sono il modo più importante per creare nuove occasioni di lavoro e il miglioramento del benessere. Negli ultimi vent’anni il nostro Paese ha perso 25 punti di PIL pro-capite e l’abbassamento del PIL pro-capite ricade prevalentemente sulle fasce economiche più povere. Nel 1989 nel nostro Paese si producevano 1.910.000 auto con centinaia di migliaia di posti di lavoro. Il benessere percepito era nettamente più alto di quello odierno e la disoccupazione si aggirava sul 4% circa. Le ricadute sul sistema commerciale erano buone così il fatturato di negozi, bar, ristoranti etc.
Nel 2019 nel nostro Paese si sono prodotte solamente 542.000 auto, l’occupazione nel settore è calata, così come è calata la attività nel commercio in generale. Per fortuna le nostre aziende del cosiddetto “indotto auto” hanno sviluppato la loro collaborazione col sistema automobilistico europeo al punto che il 40% di ogni auto Wolsfagen viene prodotta in Italia. Nel settore auto c’è molta innovazione perché le aziende che producono le centinaia di componenti dell’auto ovviamente per rimanere competitive fanno ricerca e sviluppo. Tra i gravi errori dei manager delle grande aziende che non hanno più azzeccato modelli auto vincenti e la assenza di una politica industriale da parte dei Governi noi ora ci troviamo con un settore auto ridotto, mentre gli altri Paesi hanno aiutato le loro aziende, in Francia lo Stato è addirittura azionista della Peugeot.
Ora l’automotiva è toccato da una grande trasformazione tecnologica verso una economia Green tenuto conto che il settore della mobilità e dei trasporti causa un quarto dell’inquinamento.
La transizione all’auto elettrica però presenta molti problemi. Prima di tutto è molto più costosa, secondo l’auto elettrica necessità della metà dei componenti l’auto tradizionale e pertanto solo nel nostro Paese verremmo a perdere 72.000 posti di lavoro oltre a centinaia di aziende dell’indotto. A questo si aggiunga che sono in corso studi importanti e alternativi all’auto elettrica.
Il Governo, che nella Legge Finanziaria non aveva previsto alcun fondo per il settore auto, è stato costretto dalle nostre proteste a rivedere la sua posizione e nel recente Decreto energia ha deciso di stanziare 1 miliardo all’anno sino al 2030. Raccogliendo le nostre proteste la Camera ieri ha approvato la Mozione, primo firmatario Molinari, nella quale si riafferma la necessità che il Governo si dia una politica industriale del settore e si chiede al Governo di impiegare i fondi, previsti dal Decreto energia, da un lato per incentivare la sostituzione del vecchio parco auto (Euro 0-Euro4) onde diminuire l’inquinamento e dall’altro lato di usare i fondi per incentivare le aziende a trasformarsi e a cercare soluzioni Green all’auto del futuro.
Difendere le nostre aziende anche nella fase di transizione tecnologica significa difendere il Lavoro e lo sviluppo economico unico modo serio per rilanciare la economia del Paese, ridurre il debito pubblico e affrontare i grandi temi della povertà e di quello che eufemisticamente viene chiamato disagio sociale ma che in realtà è un dramma sociale.
Lavorare per la competitività delle nostre aziende e per la crescita del lavoro è la nuova frontiera del bene comune cui ogni cattolico impegnato nella vita sociale e politica dovrebbe tendere.