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Dottrina sociale: il paradigma del dono

La Dottrina sociale nasce come alternativa rispetto alle altre ideologie del Novecento. Papa Giovanni Paolo II afferma che è qualcosa di diverso dall’essere solo una terza via, nel senso di una via intermedia. La Dottrina sociale, dunque, va inserita nell’ambito di applicazione delle stesse scienze sociali. Della Dottrina sociale non è difficile enucleare, senza rischiare di scivolare nell’approssimazione, pochi e salienti principi di questa dottrina che tanto si occupa del vivere umano.

Se intendiamo individuare in un principio, elemento caratterizzante la stessa dottrina, ma che allo stesso tempo sia anche quella parte che, meglio di altre, sia in grado di sintetizzare la specificità e, soprattutto l’essenza, raccogliendone i valori dall’inizio fino ai giorni nostri, non potremo che pensare alla sussidiarietà, non solo da un punto di vista giuridico, perché non è solo una cosa giuridica, ma ben oltre. La mediazione sta nell’aver elaborato la sussidiarietà per la necessità storica di teorizzare un principio generale di filosofia sociale, che si ponesse ad utilità per una riforma sociale attenta alle necessità dal basso.

Se la Dottrina sociale è una dottrina della società, sono quattro gli elementi e i principi essenziali in cui si raccolgono i suoi insegnamenti: la valorizzazione della persona umana; la solidarietà; la sussidiarietà; il bene comune. La premessa del ragionamento, qui sottostante, è che la sussidiarietà racchiuda in sé gli altri tre principi, e ricomprenda il senso dei concetti sociale di base, tra cui: la giustizia sociale, corpi intermedi, bene comune, persona, lavoro, e Stato.

La sussidiarietà è l’essenza della Dottrina sociale perché il suo aspetto costante è lo sviluppo delle relazioni sociali, nel senso della socialità, intesa come progressivo moltiplicarsi dei rapporti sociali con consapevolezza dei propri doveri con varie forme e attività – e qui sta la ricchezza sociale – e con la loro istituzionalizzazione. L’istituzionalizzazione della socialità, o socialità giuridica, è la sussidiarietà sociale, chiamata ora orizzontale, che è quella originale rispetto a quella istituzionale, chiamata ora verticale, entrambe nel diritto costituzionale. Perché oltre ad un principio di relazione sociale, giuridicamente, è un criterio di preferenza di competenza, perciò di organizzazione sociale. Lo spirito della Dottrina sociale risiede nella valorizzazione della società civile attraverso la sussidiarietà sociale, o socialità giuridica, neutrale, prescindendo dalla fede, perché la Dottrina sociale si interessa del bene comune di tutti.

È con la Centesimus Annus che la sussidiarietà viene riproposta con vigore di fronte alla crisi della modernità. La logica di fondo dell’impostazione proposta dalla Dottrina sociale, attraverso il principio di sussidiarietà, è quella della critica alla concezione basata sul calcolo utilitario, da sostituire con una concezione della creatività sociale e della realizzazione della persona, che – spogliata di ogni intento puramente negativo-rivendicativo – trova il suo paradigma nel dono, nell’assunzione di rischio e nella capacità progettuale, che nel diritto costituzionale si traducono nella solidarietà, nella responsabilità e nella libertà d’azione. Valori che sono fondamentali per la tutela della nostra “Casa comune” e per tutti coloro che la abitano.

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