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Coronavirus, nella lunga notte aggrappiamoci alla fede

Questo virus è entrato ormai nelle nostre case e nella nostra vita. Non c’è una sola trasmissione televisiva che non parli di lui: tante parole, forse troppe, che a volte confondono. Le regole sono quelle dettate dalla Presidenza del Consiglio. Si devono rispettare e basta. Evitiamo di commentare le misure con le solite sciocche critiche dei negazionisti, critiche ingenerose e pericolose. Il bene primario per l’uomo è la vita che va a difesa, non solo quella dei giovani ma quella di tutti gli esseri umani. Ormai il virus si sta diffondendo velocemente e quasi tutti i Paesi saranno costretti a farci i conti. 

Una riflessione va fatta: il virus non fa sconti a nessuno e ama gli anziani. Ma può essere considerato anziano un uomo di neanche 60 anni? Eppure sono morte persone con anche meno di 60 anni. Che siano gli anziani a morire in fondo è giusto. Noi abbiamo vissuto gran parte della nostra vita e nessun genitore vorrebbe sopravvivere al proprio figlio. È un virus “democratico” questo coronavirus: non fa distinzione  tra ricchi e poveri, tra intelligenti e cretini. Quindi bisogna adottare una strategia comune: chi ama la vita, anche per quel poco che gli resta deve adottare precauzioni. Chi vive con in casa un anziano, e lo ama, deve rispettare il protocollo imposto dalla Presidenza del Consiglio. Sembra che il numero relativo ai soggetti multati sia maggiore di quello dei contagiati. Dietro quelle multe ci sono tanti agenti e militari sottratti ai propri compiti di istituto, esposti anch’essi al contagio ad opera di scriteriati ed egoisti.

“A da passà a nuttata”. Per qualcuno è più difficile che passi. Pensiamo a loro. A chi soffre. A chi magari sarà costretto a nascondere le proprie lacrime per non far soffrire ancora di più quel figlio o quella figlia che non può neanche baciarlo. Aggrappiamoci alla Fede. Nel Vangelo è scritto che una Fede grande come un granello di sabbia può smuovere le montagne. La preghiera per i Credenti può tutto. Preghiamo anche per Chi non ha Fede e non può farlo. Amiamoci: restiamo a casa. Magari dopo queste settimane saremo tutti più poveri ma io credo che se sapremo sfruttare questo periodo di arresti domiciliari, saremo tutti più ricchi dentro. E non vergogniamoci di pregare. Io ho riscoperto la gioia di leggere, di pregare, di giocare con i miei cagnolini , di osservare il cielo e le stelle. E ringrazio Dio e la Vergine Maria per la serenità che ho dentro. Ho paura ? Sì, ho paura. Ma so che oggi la mia prima linea è stare a casa, il più possibile, per far restare libero quel letto di ospedale che potrebbe essere indispensabile ad un malato. Ma sì! “A da passà a nuttata!”.

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