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Non chiudono gli sfasciacarrozze

Il 1 luglio scorso Virginia Raggi aveva annunciato via Facebook l'imminente chiusura di diciassette rottamatori operanti del Parco di Centocelle. Si tratta dei cosiddetti sfasciacarrozze operativi tra via Casilina e viale Togliatti che si occupano dello smaltimento di veicoli non più utilizzabili. Sul post pubblicato sul social network, la Sindaca aveva rivendicato: “Dopo decenni finalmente regolamentiamo a Roma il settore dei centri di autodemolizione e rottamazione. Abbiamo chiesto loro di rispettare tutte le norme ambientali, archeologiche, paesaggistiche e di sicurezza.” Una battaglia condotta, a parere del primo cittadino, in nome della legalità. Il comune aveva chiesto agli imprenditori operanti nel settore e titolari di autorizzazioni scadute di proporre un progetto in grado di garantire che il loro lavoro si sarebbe svolto d'ora in poi nel rispetto delle regole. Condizione insindacabile per ottenere il rinnovo dei permessi e che portava la scadenza del 12 aprile. La scure voluta dal Comune aveva portato poi all'ordine di chiusura di 17 sfasci situati nel parco di Centocelle perchè la loro collocazione rendeva impossibile qualsiasi adeguamento ambientale.

L'inchiesta di oggi

Ma una videoinchiesta di Ginevra Nozzoli su Roma Today ha evidenziato come queste attività continuino ad operare nonostante lo stop del Campidoglio. La giornalista ha intervistato alcuni rappresentanti degli imprenditori del settore. “Non ci possono chiudere dall'oggi al domani. – ha dichiarato uno di loro alle telecamere di Roma Today – La legge apposita del 1982 prevedeva la messa in regola dei preesistenti. I vincoli archeologici sul parco di Centocelle sono stati messi dopo, noi siamo qui dal '63. Prima di mettere i vincoli potevano risolvere questa nostra annosa situazione”. Gli altri rappresentanti ascoltati da Ginevra Nozzoli hanno spiegato di continuare a lavorare perchè non hanno ricevuto un'ordinanza di chiusura dal Comune, ma la richiesta di presentare entro 30 giorni un progetto di dismissione degli impianti. I rottamatori hanno rivelato che in questo momento non hanno l'autorizzazione per ritirare le automobili, servizio che non stanno offrendo da ormai un mese, ma continuano a lavorare vendendo ricambi e smaltendo i veicoli precedentemente accumulati.

La posizione del Comitato

Il Pac, comitato per il parco archeologico di Centocelle, ha lanciato una petizione online per sollecitare un “seguito concreto alle disposizioni di chiusura del 28 giugno scorso, avviando lo spostamento delle attività di autodemolizione e la bonifica delle aree attualmente occupate.” Il Comitato ha espresso solidarietà nei confronti dei rottamatori che svolgono il loro lavoro nel rispetto delle regole ma invocano, al tempo stesso, una riqualificazione reale del parco nel rispetto della sua vocazione storica ed ambientale messa a dura prova dai frequenti roghi provenienti da queste attività. La soluzione proposta dai residenti è quella della delocalizzazione degli impianti di sfascio. L'annuncio di Virginia Raggi sulla situazione degli sfasciacarrozze rivendicava poi la chiusura di 60 attività irregolari negli ultimi anni. In quello stesso post veniva poi anticipato lo stop ai 17 impianti del parco di Centocelle. Ma l'inchiesta di oggi pubblicata su Roma Today sembrerebbe far emergere una realtà diversa da quella presentata su Facebook.

 

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