Il Comune di Roma starebbe censurando manifesti che denunciano la pratica dell'aborto e sottolineano l'importanza della vita dal concepimento alla morte naturale? La pesante accusa arriva da Toni Brandi, presidente dell'Associazione ProVita Onlus.
“Abbiamo presentato tre diversi tipi di manifesti da affiggere per le vie di Roma al Comune, come da regolare procedura e ricevendo conferma di ricevimento – afferma Bradi -: Il primo per commemorare il Cardinale Caffarra e Giovanni Paolo II, poi il secondo contro l’aborto e l’ultimo manifesto per la difesa della salute delle donne, rispettivamente con ricevute di protocollo dal Comune il 31.10, il 1.11 e il 28.11″.
Tuttavia, egli lamenta che “il Comune sembra rifiutarsi a procedere e persino a darci una risposta formale con le motivazioni del diniego e questo più di quaranta giorni dalla prima richiesta”.
Conclude Brandi: “Sembra di stare non a Roma, ma nella Mosca degli anni '70. Non abbiamo mai avuto problemi a pubblicare manifesti. Ora invece, l'amministrazione sembra tollerare solo messaggi 'graditi' e utilizza la polizia per sondare le 'motivazioni' di coloro che non si allineano al pensiero unico. Non avevamo mai visto nulla di simile prima dell'amministrazione Raggi”.
Il riferimento di Brandi è al fermo cui è stato sottoposto lui stesso a novembre, dopo che l'associazione che presiede insieme ad altre tre organizzazioni cattoliche aveva deciso di ricordare il card. Carlo Caffarra, a due mesi dalla morte, con un manifesto su un camion-vela da far girare per le strade della Capitale, soprattutto nei pressi di piazza San Pietro. L'automezzo, prima di poter ripartire e girare per una settimana, è stato bloccato dalla polizia per tre ore e Brandi è stato interrogato dagli agenti nel giorno del fermo e il giorno successivo.