A un anno dalla ritirata russa da Bucha, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ricorda: “L’atroce verità su ciò che stava accadendo nei territori temporaneamente occupati è stata rivelata al mondo”.
Inferno a Bucha
“Quando Bucha è stata liberata, abbiamo visto che il diavolo non era da qualche parte là fuori ma a terra. L’atroce verità su ciò che stava accadendo nei territori temporaneamente occupati è stata rivelata al mondo. Non dimenticheremo mai le vittime di questa guerra e sicuramente assicureremo alla giustizia tutti gli assassini russi. Il male russo cadrà”. Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nell’anniversario della liberazione di Bucha un anno fa. “Bucha: 33 giorni di occupazione. Più di 1.400 morti, tra cui 37 bambini. Più di 175 persone sono state trovate in fosse comuni e camere di tortura. 9.000 crimini di guerra russi. 365 giorni da quando è di nuovo una città ucraina libera. Un simbolo delle atrocità dell’esercito del Paese occupante”, ha scritto Zelensky su Telegram.
La ricostruzione
Il sindaco di Bucha, Anatoliy Fedoruk, ha paragonato la ricostruzione della sua città, un anno dopo la ritirata russa, a un vivace formicaio e ha detto che i residenti vogliono chiudere un capitolo profondamente doloroso. Lo riferisce il Guardian. Qui “c’è un desiderio incredibile che nulla ci ricordi visivamente ciò che i russi hanno fatto e lasciato dietro di loro”, ha detto Fedoruk, “è nel cuore, nell’anima e nella mente di ogni residente di Bucha”.
Le indagini
“È passato un anno da quando sono stati svelati i crimini di guerra commessi dalle truppe russe a Bucha. Porto con me le immagini orrende. L’Ue assiste l’Ucraina nelle indagini su questi reati e nella raccolta di prove. Non ci sarà impunità”. Lo scrive in un tweet l’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, nell’anniversario del ritiro delle truppe russe dalla città ucraina. Da parte sua, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha scritto su Twitter che i crimini commessi a Bucha devono essere punti dalla giustizia.
Ricordando la ricorrenza di un anno dalla liberazione della città, in cui fu commesso un atroce massacro di civili da parte dei soldati russi, Scolz ha affermato che “le atrocità di Bucha hanno mostrato agli occhi del mondo cosa significhi la guerra di Putin. Quelle immagini sono rimaste impresse anche nella mia mente”. “Questi crimini non devono restare impuniti. Per questo siamo uniti a sostegno dell’Ucraina. La Russia non deve vincere!”, ha concluso.
E i primi ministri di Slovacchia, Slovenia e Croazia, Eduard Geger, Robert Golob e Andrey Plenkovic, rispettivamente, sono arrivati a Kiev per partecipare all’incontro organizzato in occasione della liberazione di Bucha. E’ prevista anche la partecipazione della presidente moldava Maia Sandu. Dopo l’incontro ci sarà una conferenza stampa congiunta.
Fonte: Ansa