Il bilancio delle vittime del terremoto che ha colpito il sud est della Turchia e il nord della Siria il 6 febbraio ha superato le 50mila persone. Sono infatti almeno 43.556 i morti a causa del sisma in Turchia, ha fatto sapere il ministro dell’Interno turco Suleyman Soylu, mentre nelle regioni colpite della Siria settentrionale hanno perso la vita circa 6.700 persone, secondo quanto riportano medici e funzionari. I feriti, si calcola, sono oltre 120mila.
Siria: 54 camion con aiuti Onu entrati nel nord-ovest
L’Onu ha inviato oggi nel nord-ovest della Siria 54 camion carichi di aiuti umanitari alle popolazioni colpite dal terremoto del 6 febbraio scorso. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui il convoglio odierno ha attraversato il valico frontaliero turco di Bab al Hawa.
Ieri erano passati per questo valico altri 37 camion con aiuti umanitari preparati e inviati dalle agenzie dell’Onu con sede in Turchia. In tutto, secondo il conteggio dell’Osservatorio, dal 6 febbraio a oggi sono entrati nel nord-ovest siriano, fuori dal controllo del governo centrale di Damasco, 609 camion. Circa la metà (301) sono passati per Bab al Hawa, mentre gli altri 308 hanno attraversato gli altri tre valichi frontalieri attualmente aperti con la Turchia: Bab ar Rai, Bab as Salama e Hammam.
Ong: jihadisti filo-Iran inviano aiuti da Iraq
Circa 70 tra camion di aiuti umanitari e cisterne cariche di combustibili, inviati dalle milizie jihadiste sciite irachene filo-iraniane, sono entrati in Siria dal valico frontaliero iracheno di Abukamal, destinati alle comunità sciite siriane colpite dal terremoto del 6 febbraio nella regione nord-occidentale di Aleppo. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui il convoglio di 68 tra camion e autocisterne mostrava in maniera evidente le insegne dei gruppi armati sciiti iracheni, tra cui l’ala irachena degli Hezbollah. Questi camion sono diretti alle aree di Aleppo controllate dagli Hezbollah libanesi e da altri gruppi armati di jihadisti sciiti finanziati dall’Iran e presenti in Siria sin dal 2013.
Oms: “Stop a sanzioni consente invio aiuti medici”
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato che sta approfittando della sospensione delle sanzioni Usa imposte alla Siria, a seguito dei terremoti, per inviare attrezzature mediche nelle aree più colpite dal sisma del 6 febbraio.
“L’Oms si sta ora muovendo molto rapidamente con i partner per approfittare di questa pausa nelle sanzioni”, ha detto il direttore dell’ufficio regionale dell’Oms per il Mediterraneo orientale, Richard Brennan, citato oggi dai media siriani. “Abbiamo iniziato a ordinare attrezzature e forniture. Lavoriamo con i partner Onu con un approccio collettivo per sfruttare al massimo questa pausa”, ha affermato Brennan.
Pochi giorni dopo i devastanti terremoti che hanno colpito la Siria e la Turchia il 6 febbraio, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti aveva annunciato la revoca temporanea di alcune sanzioni imposte alla Siria. E questo con l’obiettivo di far affluire il più rapidamente possibile gli aiuti alle popolazioni colpite. Secondo l’alto funzionario dell’Oms in queste aree sono necessari farmaci e vaccini, ma anche attrezzature salvavita come macchine per raggi X e strumenti chirurgici. Finora quattro aerei di soccorso dell’Oms sono arrivati in Siria nelle aree governative colpite dal sisma. Secondo l’Oms, a seguito del terremoto sette ospedali e 145 strutture sanitarie sono stati danneggiati in tutta la Siria. Molte di queste strutture si trovano nel nord-ovest, zona fuori dal controllo governativo e martoriata da 12 anni di conflitto armato.
Fonte: Ansa