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Seggiolino e cinture posteriori: italiani poco prudenti

Uno studio dell'Iss evidenzia abitudini scorrette alla guida. Alcune di queste, però, riguardano la sicurezza dei più piccoli

Uno studio dell’Iss evidenzia abitudini poco “sane” in auto per gli italiani. Ad esempio, in pochi utilizzano correttamente i dispositivi di sicurezza, incluso il seggiolino per i bambini. E quasi nessuno utilizza la cintura sui sedili posteriori. Ma non sono gli unici difetti…

Seggiolino e cintura, lo studio

Al via le partenze estive ma mentre aumentano gli incidenti non tutti usano correttamente i dispositivi di sicurezza: solo il 36% usa la cintura posteriore e nessun seggiolino in 2 casi su 10. L’uso del casco in motocicletta/motorino sembra invece ormai una pratica consolidata: circa il 96% degli intervistati, che viaggia in moto (come guidatore o passeggero), dichiara di indossarlo sempre. I 4 fattori di rischio nella guida sono alcol (e per i più giovani il rischio sale), stupefacenti, farmaci e alcune malattie.

I numeri

Nel 2023 le abitudini di spostamento degli italiani sono tornate a livelli pre-Covid, scrive l’Iss in un report sulla sicurezza stradale. Rispetto al 2022 il numero delle vittime migliora, ma quello degli incidenti e feriti è più alto, sebbene contenuto, dice l’ultimo Report sull’incidentalità stradale Aci-Istat pubblicato il 25 luglio 2024. Il documento ha registrato 166.525 incidenti con lesioni, cioè 456 incidenti al giorno, il 73,3% sulle strade urbane, il 21,4% in strade extraurbane e il 5,3% in autostrada. Il 15,1% si verifica per distrazione alla guida, il 12,9% per mancato rispetto della precedenza e l’8,4% per velocità troppo elevata. I costi sociali dell’incidentalità ammontano in Italia a 18 miliardi di euro (1% del Pil). Nel 2023 le vittime (decessi entro 30 giorni dall’incidente) sono 3.039, in media 8 al giorno. Il 79,5% delle persone che muoiono sulle strade sono uomini, il 20,5% donne.

Il nodo alcol

I dati del rapporto Passi dell’Iss fanno emergere che 5 intervistati su 100 hanno guidato sotto l’effetto dell’alcol nei 30 giorni precedenti l’intervista (avevano assunto due o più unità alcoliche un’ora prima di mettersi alla guida). La guida sotto l’effetto dell’alcol è in ogni caso più frequente nella fascia d’età 25-34 anni (8%) e tra gli uomini (7% vs 2% fra le donne). In riduzione costante nel tempo, ma il calo significativo osservato nel biennio 2020-2021 potrebbe essere solo il risultato delle misure di contenimento per il contrasto alla pandemia di Covid-19, dal momento che nel 2022 si torna a un valore analogo al 2019 e in linea con la tendenza osservata nel periodo pre-pandemico.

Fonte: Ansa

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