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SATIRA UCCISA
GIORNALISTI MASSACRATI

Aveva provato a fermali, lo hanno ammazzato come un cane in mezzo alla strada. Senza esitazioni né pietà, con le armi ancora calde per la strage compiuta nella redazione del periodico Charles Hebdo. Quel poliziotto è stata l’ultima vittima prima della fuga del commando che ha ucciso dieci tra giornalisti e vignettisti più due agenti. Più che un’azione di guerriglia è stata una vera e propria esecuzione al grido “Allah akbar”. La firma dell’attentato al momento della fuga: Al Qaida Yemen, sortez de la voiture” (uscite dall’auto) avrebbero detto i due terroristi – ma alcuni testimoni parlano di un terzo assalitore –  all’uomo al quale hanno sottratto l’auto prima di far perdere le proprie tracce.

La chiamata alla guerra in Occidente era arrivata dalle colonne di Inspire, la rivista pubblicata dal ramo yemenita-saudita, l’Aqap; nel suo ultimo numero del 24 dicembre scorso aveva lanciato un appello ai ‘lupi solitari’, celebrando in particolare gli attacchi in Canada e Australia. Nel ‘collage’ con i volti dei vari attentatori campeggia un passaporto francese. Non c’è voluto molto perché le cellule sparse nella Vecchia Europa si attivassero per dare corpo ai presagi di morte. Un’azione non concertata, non organizzata verticisticamente, e dunque molto più difficile da intercettare.

Lo dimostra il fatto che gli assalitori della redazione di Charlie Hebdo avrebbero inizialmente sbagliato indirizzo, entrando prima al numero 6 di rue Nicolas Appert, dove gli è stato detto che la sede del settimanale si trovava invece al numero 10; avevano armi da guerra “di prima categoria” ma non sapevano nemmeno il numero civico dell’obiettivo prescelto. E’ dunque un’azione di una singola falange armata, come ce ne potrebbero essere tante sparse in Europa e America.

Attacco ancor più feroce perché vigliacco, fatto su persone inermi. Ma d’altronde la strategia del terrore questo prevede, così come nel recente massacro nella scuola in Pakistan. L’attacco di sedicednti appartenenti ad al Quaida alla sede del giornale satirico Charlie Hebdo è avvenuto durante la riunione di redazione del mattino, a cui erano presenti tutti i principali giornalisti e disegnatori del settimanale. Il direttore di Charles Hebdo, Charb (Stephane Charbonnier), era stato inserito nel marzo del 2013 nella lista dei “ricercati” di al Qaida, un elenco di 10 persone “da uccidere” per i “crimini commessi contro l’Islam”. Il settimanale, già in passato nel mirino dei fondamentalisti islamici per vignette su Maometto, aveva pubblicato stamani in copertina una caricatura dello scrittore Michel Houellebecq, al centro di polemiche per il romanzo in uscita oggi “Sottomissione”, che racconta l’arrivo al potere in Francia di un presidente islamico. Circa un’ora prima dell’attacco, sul profilo twitter del giornale è apparsa una vignetta caricaturale del leader dell’Isis Abu Bakr al Baghdadi con gli auguri per il nuovo anno.

E infatti – come riporta il Site, sito americano di monitoraggio dell’estremismo islamico sul web – la galassia jihadisti “loda” gli assalitori della sede di Charles Hebdo a Parigi, e ricordano la “derisione” del settimanale nei confronti di Maometto e il coinvolgimento militare della Francia nei Paesi musulmani.

 

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