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Caso Saman Abbas, cinque persone indagate. La testimonianza del fratello minore

La Procura di Reggio Emilia starebbe indagando per omicidio con l'aggravante della premeditazione. In video ripresi tre uomini con le pale che, secondo gli inquirenti, sarebbero andati a scavare una fossa

L’ipotesi di reato che la Procura di Reggio Emilia contesterebbe ai famigliari di Saman Abbas, la ragazza diciottenne di origini pachistane, residente a Novellara, scomparsa da oltre un mese, sarebbe quella di omicidio premeditato. Lo riporta il quotidiano Gazzetta di Reggio. Sarebbe cinque le persone finite nel registro degli indagati, mentre continuano intanto le ricerche della giovane “o dei suoi resti”, riporta sempre la Gazzetta di Reggio citando il procuratore capo reggente Isabella Chiesi.

Nel novembre 2020, la 18enne aveva chiesto aiuto agli assistenti sociali dopo essersi opposta a un matrimonio combinato, scrive Dire. Trasferita in una comunità educativa, nel bolognese, la giovane qualche settimana fa era rientrata in famiglia e da quel momento, di lei, non si è saputo più nulla.

La testimonianza del fratello

“Andate in casa. Ora ci penso io“. Sarebbero state queste le parole che la notte tra il 30 aprile e l’1 maggio scorso Hasnain Danish, zio di Saman Abbas attualmente ricercato dai carabinieri e dalla Procura di Reggio Emilia, avrebbe detto ai genitori della giovane. A riferirlo agli investigatori, riporta l’agenzia Dire, è stato il fratello minorenne della 18enne, come si legge nell’ordinanza “di applicazione di misura coercitiva” firmata dal Gip del tribunale di Reggio Luca Ramponi nei confronti, oltre che dello zio, dei genitori e di due cugini della ragazza.

Il ragazzo, scrive Ansa, è stato rintracciato il 10 maggio in provincia di Imperia, mentre insieme allo stesso zio e a due cugini – indagati per l’omicidio – stava per varcare il confine, in direzione Francia. Gli altri hanno proseguito, mentre lui da allora è sotto protezione.

Riporta Dire che il fratello di Saman, si legge nel verbale dell’interrogatorio del 15 maggio scorso, ha anche detto: “Secondo me l’ha uccisa strangolandola, anche perché quando è venuto a casa non aveva nulla in mano”. E alla domanda se sapesse dove lo zio aveva occultato il corpo della ragazza ha risposto, scrive ancora l’agenzie: “Io gliel’ho chiesto in quanto volevo abbracciarla un’ultima volta. Lui mi ha risposto di non potermelo dire”. Al rientro dello zio, ha concluso il minore “mio padre si è sentito male e ha iniziato a piangere, stava quasi per svenire per mia sorella”.

Riguardo lo zio, il minorenne avrebbe raccontato – riferisce sempre Dire – anche che quella sera il parente avrebbe “pianto molto” e lo avrebbe poi minacciato “di non dire nulla ai carabinieri, con conseguenza la mia uccisione”. Il giudice considera la testimonianza del ragazzo una “piena prova indiziaria” della responsabilità dello zio nell’omicidio, scrive ancora Dire.

Gli uomini nel video

Riporta LaPresse che i carabinieri hanno diffuso un video, registrato il 29 aprile, in cui si vedono i tre familiari della giovane, tutti indagati (uno dei quali è stato fermato a Nimes, in Francia, nei giorni scorsi). Secondo le ipotesi investigative, scrive ancora LaPresse, i tre potrebbero essere stati ripresi mentre si dirigevano a scavare una fossa visto che portavano con loro una pala. In base a quanto riferito dalle forze dell’ordine, nei prossimi giorni, in base anche alle condizioni meteo, per le ricerche della giovane potrebbe essere utilizzato l’elettromagnetometro.

 

 

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