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A Roma una celebrazione per ricordare i giovani martiri del Pakistan

Alle 18 mons. Benoni Ambarus presiederà una Messa; alle 19 si svolgerà un incontro con suor Riaz Anwar e don Alfredo Tedesco

Il prossimo 1 dicembre, a Roma, si svolgerà un momento di preghiera in ricordo di Sharon Bashir e i giovani martiri del Pakistan. Alle 18 una Messa presieduta da mons. mons. Benoni Ambarus, vescovo ausiliare della diocesi di Roma. 

Una celebrazione in ricordo dei giovani martiri del Pakistan

Continuando nella serie di incontri organizzati con il sostegno del Centro Missionario Diocesano dal novembre 2016, il Gruppo Nuovi Martiri, costituito dalle Associazioni Archè, Finestra per il Medio Oriente, Parrocchia S. Innocenzo I papa e S. Guido Vescovo, e dalla Comunità Missionaria di Villaregia, organizza un momento di preghiera in ricordo di Sharon Bashir e i giovani martiri del Pakistan.

L’appuntamento è per giovedì prossimo, 1° dicembre, a Roma (parrocchia di Santa Maria Addolorata a Villa Gordiani Viale della Venezia Giulia 134). Alle 18 mons. Benoni Ambarus, vescovo ausiliare della diocesi di Roma, presiederà la Messa, mentre alle 19 si svolgerà un incontro con suor Riaz Anwar (Suora della Carità S. Giovanna Antida) e don Alfredo Tedesco, direttore della pastorale giovanile della diocesi di Roma). “La condizione dei cristiani in Pakistan è segnata da discriminazioni”, si ricorda in una nota: “chi professa la fede cristiana, rischia di essere interdetto da pubblici uffici o di essere segnato nella vita di tutti i giorni. Di fronte al moltiplicarsi di attentati contro le chiese, in molti casi i fedeli hanno organizzato vere e proprie squadre di difesa”.

Di una di queste faceva parte Akash Bashir, ucciso il 15 marzo 2015 mentre bloccava un attentatore suicida diretto contro la chiesa cattolica di S. Giovanni a Youhanabad zona di Lahore a maggioranza cristiana. Quel giorno stava svolgendo il suo turno quando a 500 metri una chiesa protestante fu attaccata. Insieme ad altri mise l’area in sicurezza ma nel frattempo vide un ragazzo correre verso l’edificio: era un attentatore. Il ragazzo gli si pose di fronte. L’uomo lo minacciò dichiarando di avere una bomba, ma Akash non si mosse, a quel punto si fece saltare in aria. L’attentatore non riuscì a compiere del tutto il suo atto ma ci furono 20 morti e 78 feriti. Due giorni dopo si svolsero ai funerali Mons. Show arcivescovo di Lahore disse: “Non vogliamo una guerra civile. Noi cristiani non vogliamo che il nostro dolore annebbi il nostro sguardo: che sia sempre lo sguardo di Cristo e del Vangelo”. E’ in corso una causa di beatificazione.

Fonte Agensir

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