Si gioca in queste ore il futuro di Alitalia con i sindacati di categoria impegnati nello spoglio del referendum sul nuovo piano industriale sottoposto a oltre 12 mila dipendenti. La chiusura delle urne è avvenuta alle 16 e i relativi risultati saranno resi noti poco dopo le 20. In giornata, a Palazzo Chigi, si è svolta una riunione tra il premier Paolo Gentiloni, il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, e quello dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, per fare il punto sul dossier.
Spoglio
A Milano, dove piloti e personale viaggiante rappresentavano la maggior parte dei votanti, si registra una netta affermazione del “no”. In particolare, secondo i primi dati ufficiosi, a Linate le espressioni di voto contrarie all’intesa sarebbero state 698, mentre quelle favorevoli 153. A Malpensa i no sarebbero stati 278, i sì 39 (2 bianche e 2 nulle). Decisivo a questo punto diventa l’esito dello scrutinio di Roma. Le sei urne posizionate a Fiumicino (principale hube italiano) e al centro direzionale del quartiere Magliana sono state trasportate al Training Academy di Alitalia, dove lo spoglio è iniziato poco dopo le 17. Anche nella Capitale, secondo i primi dati, il No sarebbe in vantaggio.
Il piano
L’intesa raggiunta con i sindacati prevede un ulteriore impegno finanziario da parte dei soci di quasi 2 miliardi di euro. Pesanti i sacrifici chiesti in cambio ai lavoratori. Sono 980 gli esuberi a tempo indeterminato tra il personale di terra, mentre quello navigante si vedrà ridurre la retribuzione dell’8% e i riposi annuali da 120 a 108. Ai nuovi assunti verrà applicato il meno oneroso contratto “cityliner”, il vettore a breve raggio. Per favorire l’affluenza al referendum sono stati allestiti sette seggi: cinque all’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino, due a Malpensa e uno a Linate. Secondo fonti sindacali alle 20 di venerdì avevano già votato circa 6.500 dipendenti, oltre il 50%.
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