Con un pensiero rivolto a “una grande figura della cultura italiana“, Carla Fracci, scomparsa lo scorso 27 maggio, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha preso parte all’apertura della celebrazioni del 75° anniversario della Repubblica. Per il secondo anno consecutivo, a causa delle misure legate alla pandemia, non c’è stato il ricevimento per le alte cariche dello Stato.
Nel cortile d’onore di Palazzo del Quirinale si è tenuto il tradizionale concerto eseguito dall’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia diretta dal maestro Jakub Hruša, a cui è seguita l’esibizione di Roberto Bolle in coppia con la prima ballerina della Scala Virna Toppi. Ieri Bolle aveva ricevuto al Quirinale l’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine “al merito della Repubblica Italiana”.
Vocazione multilateralista
“Celebriamo una ricorrenza particolarmente importante: settantacinque anni or sono il popolo italiano, lasciandosi alle spalle le tragedie della dittatura e della guerra, scelse la Repubblica”, ha esordito il capo dello Stato. “Il progresso realizzato dalla Repubblica Italiana in questi settantacinque anni è stato straordinario. Ci ha accompagnato una condivisione di valori e di prospettiva con le numerose nazioni con le quali abbiamo cooperato”.
La “dimensione del multilateralismo“, ha proseguito il presidente Mattarella, “ha espresso l’autentica vocazione del nostro Paese: contribuire a realizzare un mondo in pace, in cui i diritti della persona e dei popoli trovino piena attuazione”. Diritti che Mattarella evidenzia essere “inalienabili e indivisibili” e “ogni atto di forza contro di essi danneggia la causa della pacifica coesistenza”.
Interdipendenza di destini
Il bene comune, continua la prima carica dello Stato, “più importante di ogni particolarismo, ci ha portato ad essere convintamente parte della Unione Europea”, che è ” elemento imprescindibile della nostra stessa identità nazionale“.
“La terribile esperienza della pandemia e dei suoi effetti ha reso evidente la profonda interdipendenza dei destini dei nostri popoli: soltanto efficaci forme di coordinamento si sono dimostrate utili per contrastarla e sconfiggerla. Questa cooperazione è chiamata a sostenere le opportunità offerte da una nuova stagione di ripresa e rinascita, civile ed economica. Un nuovo inizio per una comunità internazionale“, ha proseguito il presidente della Repubblica.
Un disegno incompiuto
Un nuovo inizio per l’Italia è stata “la nascita della Repubblica” nel 1946, ha detto il presidente Mattarella: “L’edificazione di una casa comune, basata sulla libera sottoscrizione di un patto di cittadinanza da parte dei cittadini e, per la prima volta, delle cittadine“.
“Non sempre siamo riusciti” a mantenere fede al proposito di “non ripetere gli errori del passato”, ha aggiunto il capo dello Stato, “ma la spinta alla rinuncia della guerra, come strumento di risoluzione delle controversie internazionali, è stata allora, e rimane, robusta e forte”.
Conclude così, il presidente Mattarella: “E’ un disegno incompiuto, per il quale moltiplicare gli impegni comuni. Con questa convinzione e in questa prospettiva auguro a tutti buona Festa della Repubblica Italiana”.