Secondo fonti italiane, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, avrebbe manifestato al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, la propria preoccupazione circa l’operazione a Rafah annunciata da Israele. Monito che arriva anche dagli Stati Uniti, col segretario di Stato, Antony Blinken, convinto che l’offensiva nell’area della Striscia di Gaza non sia necessaria.
Meloni: “Preoccupati per Rafah”
A quanto si apprende da fonti italiane la premier Giorgia Meloni, nel pranzo con il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, ha auspicato un’immediata pausa umanitaria che porti a un cessate il fuoco sostenibile e ha evidenziato come la Ue possa e debba giocare un ruolo di primo piano nella soluzione della crisi. Si è detta inoltre particolarmente preoccupata per l’annunciata operazione di terra di Israele a Rafah.
Food for Gaza
Guterres, si apprende ancora, ha espresso apprezzamento nei confronti della presidenza italiana del G7, affermando che l’Onu fa affidamento sulla leadership italiana sui principali temi dell’agenda internazionale. L’Italia, ha affermato ancora Meloni, insieme alla Fao, al Pam e alla Croce Rossa internazionale ha lanciato l’iniziativa “Food for Gaza” con l’obiettivo di creare un meccanismo di coordinamento per affrontare la drammatica insicurezza alimentare della popolazione civile, rispondendo ai bisogni immediati e allo stesso tempo elaborando soluzioni per il medio termine, tra cui la ricostruzione e, in ultima analisi, un percorso di pace.
Blinken: “Operazione non necessaria”
Il segretario di Stato americano Antony Blinken, atteso in Israele dopo la tappa in Egitto, ha ribadito la posizione degli Usa che una grande operazione militare israeliana a Rafah sarebbe “un errore”. Blinken, in una conferenza stampa congiunta con la sua controparte egiziana al Cairo, ha definito “non necessaria” l’imminente offensiva di terra nel sud della Striscia, aggiungendo che “esiste un modo migliore per affrontare la continua minaccia rappresentata da Hamas”. Allo stesso tempo Blinken ha stimato “possibile” un accordo per una tregua a Gaza perché le distanze tra le parti si stanno “riducendo”.
Fonte: Ansa