Trentaquattro cadaveri recuperati dalla marina tunisina, ma il timore è che possano essere molti di più. E’ il bilancio, purtroppo solo provvisorio, del drammatico naufragio avvenuto al largo delle isole Kerkennah, in Tunisia, dove un barcone con a bordo 53 migranti subsahariani, perlopiù donne, si è rovesciato mentre si stava dirigendo verso le coste italiane. Secondo quanto reso noto dal sito Tunisie numerique, i corpi finora recuperati appartengono a 22 donne, 9 uomini e 3 bambini, tutti provenienti da vari Paesi dell’Africa subsahariana. Fra questi, anche un uomo tunisino, a quanto sembra originario di Sfax, la località dalla quale il battello ha lasciato le coste del Paese nordafricano per far rotta verso l’Italia.
Ricerche in corso
”Il numero di morti sarà sicuramente più alto – ha riferito in una nota Romdhane Ben Amor, del Forum tunisino per i diritti economici e sociali (Ftes) -, ma al momento non si può sapere con esattezza quante persone stavano tentando la traversata… Nel mese di maggio la guardia costiera tunisina ha bloccato 1.243 persone pronte a salpare illegalmente, il 68% delle quali di origine subsahariana e il 32% tunisina. Numeri che non si registravano cosi’ alti dal 2011/2012. Se le politiche migratorie europee non cambieranno ci saranno presto nuove stragi”. Nel frattempo, prosegue il lavoro dei soccorritori, tuttora alla ricerca di coloro che ancora mancano all’appello. Sembra che il barcone fosse salpato da Sfax nella notte fra il 4 e il 5 giugno, naufragando nella giornata di lunedì. Sono al lavoro, oltre alle unità della Marina militare e della Guardia Costiera, anche i sommozzatori delle Forze armate e della Protezione Civile.