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Napoli, è qui la festa

Gli Azzurri sono Campioni d’Italia per la terza volta nella loro storia. Stagione dominata e tricolore vinto con cinque giornate d’anticipo

Game over. Rosario Abisso fischia tre volte a Udine ed il Napoli è Campione d’Italia. Il Napoli ricomincia da tre, scusandosi tanto per il ritardo per la tanta attesa, quasi a voler parafrasare due celebri film di Massimo Troisi, napoletano con l’azzurro tatuato nell’anima. Che se ne è andato troppo presto, ma che stasera, nella curva paradiso napoletana, starà festeggiando l’impresa della squadra di Spalletti che vince il titolo con cinque giornate di anticipo sulla fine della stagione. Ore 22.37 del 4 maggio 2023, il Napoli è Campione d’Italia per la terza volta nella sua storia, dopo gli scudetti dell’87 e del 90. Decisivo il pari di stasera alla Dacia Arena di Udine: è il  punto che mancava al Napoli per la certezza matematica del titolo.

Trentatre anni anni dopo, Napoli torna sul tetto d’Italia. Sembrava un tabù la parola scudetto, sfiorato nella stagione 2017/2018, quando alla guida c’era Maurizio Sarri. Non bastarono 91 punti per cucirsi il tricolore sul petto, perché la Juve ne fece 95. Lo scudetto che il Napoli, parole di Sarri, perse in albergo, dopo la vittoria in rimonta della Juve a Milano con l’Inter proprio di Luciano Spalletti. E non sembrava neppure questa, la stagione per riscrivere la storia. Le partenze di Ospina, Insigne, Mertens, Koulibaly e Fabian Ruiz, lo scetticismo iniziale per l’arrivo di Kvaratshelia, Olivera, Kim, Anguissa, Ndombele, Simeone e Raspadori, che con il passare delle giornate hanno fatto ricredere i napoletani e forse capito da subito che poteva essere l’anno giusto. Ma questo è uno scudetto diverso, perché in campo non c’è stato il Dio del Pallone, Diego Armando Maradona, ma è lo scudetto del gioco, di una squadra che è forte nel suo gruppo, non nel singolo. Un’orchestra perfetta, diretta da un maestro come Luciano Spalletti che finalmente ha raccolto quello che avrebbe meritato da tempo.

Una squadra che gioca bene al calcio, che ha vinto con numeri pazzeschi. Trentatré partite giocate, 25 vittorie, 5 pareggi, 3 sconfitte, 69 reti segnate, 23 subite, miglior attacco e miglior difesa della serie A. Un Napoli ammirato per la sua bellezza, anche dai più grandi tecnici d’Europa, da Ancelotti a Pep Guardiola. Sono soddisfazioni, che contano fino ad un certo punto, davanti all’espressione calcistica che stasera ha regalato emozioni, gioie e lacrime.

Un inizio di stagione col piede pigiato sull’acceleratore, in A come in Champions, il Napoli ovunque ha dato lezioni di calcio. E vinto lo scudetto con ben sei giornate di anticipo, con numeri da capogiro. Uno scudetto strameritato, costruito con la forza dei nervi distesi da Luciano Spalletti che ha plasmato il Napoli a sua immagine e somiglianza. E stasera l’apoteosi, a Udine, al termine di una partita complicata, che il Napoli ha portato dalla sua parte, conquistando quel punto che mancava per la certezza matematica del titolo. Il Napoli è campione d’Italia, e il cuore azzurro a battere d’orgoglio come ai tempi di Diego Armando Maradona anch’egli come Troisi, andato via troppo presto, ma insieme a Massimo staranno abbracciandosi per i Campi Elisi del Paradiso.

Una festa rimandata visto che la settimana scorsa, l’urlo è rimasto strozzato in gola, complice il pari del “Maradona”, contro la Salernitana. E stasera, il punto esclamativo sulla stagione, il pari di Udine che ha fatto esplodere la festa non solo in Friuli, ma in ogni angolo angolo della città, una festa che durerà fino alla fine della stagione quando sono stati programmati i festeggiamenti scudetto, allo stadio e in ogni angolo della città e della sua periferia.

Sarà una festa unica, quella di una città che calcisticamente ha sofferto molto, conosciuto gli inferi delle categorie inferiori. Ma non si è mai piegata, si è rialzata, ha stretto i denti e ripreso a lottare come un leone. Fino al giorno che lo scudetto ha cominciato a materializzarsi, quando le avversarie tutte continuavano a fare flanella, il Napoli ha spinto sull’acceleratore, ha seminato gli avversari, li ha messi sotto nella classifica con un distacco abissale, mai visto, segno di un dominio indelebile, netto, assoluto. E’ la festa di una città che non vive di solo calcio, ma che da sempre ha fatto del football il suo vanto.

E stasera gli azzurri hanno riscritto la storia. Il gol di Osimhen, ventiduesimo centro stagionale in serie A, a replicare al vantaggio friulano di Lovric, che ha spalancato le porte del paradiso calcistico e dato il via alla festa. Quello di un cuore azzurro che è tornato a pulsare. Come non mai. E’ la notte di Napoli, del Napoli. Che la festa cominci.

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