Aveva condotto la sua ultima battaglia lontano dai campi di calcio calcati per una vita. Mauro Bellugi aveva lottato fino all’ultimo, contro quell’anemia mediterranea che, unita al Covid-19 contratto qualche tempo fa, lo aveva costretto nel novembre scorso all’amputazione di entrambe le gambe. “Rinascerò”, aveva detto dopo quel tremendo intervento, traendo ispirazione da una figura come Alex Zanardi, che aveva subito la sua stessa sorte nel 2001. Pochi mesi dopo, Bellugi si è arreso, andandosene a 71 anni. In eredità, soprattutto nei tifosi dell’Inter e della Nazionale italiana, il ricordo di tante partite.
Bellugi e il gol al Borussia
Bellugi è deceduto questa mattina, nell’ospedale di Milano dove era stato ricoverato. Solo il 7 febbraio scorso aveva compiuto gli anni, un compleanno difficile per le sue condizioni di salute. Un male, quello che lo affliggeva, che ha colpito i suoi ex tifosi, che non avevano mai fatto mancare il loro sostegno a quella che fu una colonna portante dell’Inter scudettato nel 1971. In carriera un solo gol, ma memorabile. Una marcatura in Coppa Campioni, contro il Borussia Monchengladbach, nel 1971. Quell’anno disputò da titolare anche la finale, che l’Inter perse per 2-0 contro l’Ajax di Cruijff.
Protagonista in azzurro
“Mi hanno tolto anche la gamba con cui ho segnato al Borussia”, disse dopo l’operazione di novembre. Un intervento che sembrava potesse consentirgli di continuare a vivere. Le sue condizioni, tuttavia, sono improvvisamente peggiorate in mattinata. Un altro addio, dopo quello a Paolo Rossi, che fa male al calcio italiano. Quell’Italia con la quale fu protagonista ai Mondiali del ’78. Gli azzurri concluderanno al quarto posto, dietro al Brasile. Quella con i Verdeoro fu una delle due sole partite che saltò.