Sale il numero degli effettivi dell’esercito di Israele in campo a Gaza. Nuovi bombardamenti nel sud del Libano. Intanto, si registrano frizioni tra il premier Netanyahu e l’esercito.
Israele aumenta le truppe
L’esercito israeliano ha incrementato il numero delle truppe di terra nel nord della Striscia di Gaza nell’ambito dell’espansione dell’operazione. Lo riportano i media, secondo cui le truppe stanno operando più nel profondo della Striscia. Intanto sarebbero emersi dissensi ai vertici di Israele sulle responsabilità per l’attacco a sorpresa di Hamas del 7 ottobre.
L’esercito israeliano ha bombardato con “bombe incendiarie” aree del sud del Libano, tra cui la zona vicino alla base Onu di Naqura, che ospita il quartier generale della missione Onu (Unifil), di cui fanno parte un migliaio di militari italiani. Non si registrano vittime tra i civili e i militari. Lo riferiscono media libanesi che citano il sindaco di Naqura, Abbas Awada.
“Colpiti oltre 450 obiettivi di Hamas”
Nelle ultime 24 ore – ha fatto sapere il portavoce militare – sono stati colpiti oltre 450 obiettivi del “terrore di Hamas, inclusi centri di comando operativi, posti di osservazione e luoghi di lancio di missili anti tank”. Nell’ambito della espansione delle attività di terra – ha continuato – “forze di combattimento combinate hanno colpito cellule terroristiche che tentavano di attaccare i soldati”. La notte scorsa sono stati feriti un ufficiale e un soldato: a quanto risulta i primi durante questa operazione.
Ampliare gli sforzi umanitari
“Gli sforzi umanitari a Gaza, guidati dall’Egitto e dagli Stati Uniti, saranno ampliati domenica“. Lo ha detto il portavoce dell’Esercito israeliano, generale di brigata Daniel Hagari, aggiungendo che “gli abitanti di Gaza sono stati avvertiti per più di due settimane, attraverso diversi mezzi di comunicazione. Devono stare lontani dagli avamposti appartenenti ad Hamas. Questo avvertimento viene rilanciato. I civili nel nord di Gaza e nella città di Gaza dovrebbero temporaneamente spostarsi a sud in un luogo più sicuro, dove possono ottenere acqua, cibo e medicinali”.
Il bilancio palestinese
Il ministero della Sanità di Hamas ha dichiarato che più di 8.000 persone (metà delle quali sono bambini) sono state uccise nella Striscia dall’inizio della guerra con Israele. Un palestinese è stato ucciso in scontri con l’esercito israeliano nel campo profughi di Askar vicino Nablus in Cisgiordania. Lo hanno riferito, citate dall’agenzia Wafa, fonti mediche palestinesi spiegando che il palestinese (25 anni) “è morto per una ferita grave al torace” e che ci sono anche altri 10 feriti. Incidenti e scontri sono stati poi segnalati a Tammun vicino Nablus e a Jenin nel nord della Cisgiordania. Le comunicazioni telefoniche e Internet a Gaza sono gradualmente tornate a funzionare, scrive – come riporta il sito Ynet – l’agenzia Reuters.
Dissapori interni
Dissensi ai vertici di Israele sulle responsabilità per l’attacco a sorpresa di Hamas del 7 ottobre. Su Facebook Netanyahu ha scritto di non essere stato avvertito né dall’intelligence militare né dallo Shin Bet (sicurezza interna) sulla possibilità di una guerra da parte di Hamas. La radio militare ha replicato che ricevette invece avvertimenti sull’eventualità di attacchi dell’asse Iran-Hezbollah-Hamas, divenuti “più aggressivi” per via delle lacerazioni in Israele. Il leader centrista Benny Gantz (che fa parte del governo di ‘emergenza nazionale’) ha difeso i vertici militari e ha chiesto al premier di ritirare le sue dichiarazioni.
Fonte: Ansa