Il cuore non basta, perché un destino crudele, lo ha fatto fuori dalla possibile medaglia a Parigi. Gianmarco Tamberi, oro olimpico a Tokyo portabandiera alla cerimonia inaugurale, ha avuto tutto contro in questi giochi francesi. Un calcolo renale lo ha colpito prima della partenza per Parigi. Non si è arreso e nonostante la febbre, ha voluto gareggiare lo stesso. Passando la semifinale. Ma il destino era in agguato, perché ieri notte, prima della finale, nuovo attacco, il ricovero in ospedale, le dimissioni e la voglia di esserci, a tutti i costi. Ma il fisico era provato. Gimbo ha provato tre volte prima di riuscire a saltare 2.22, ma non ce l’ha fatta nei tre tentativi a superare i 2.27. Fine dei Giochi tra le lacrime. E’ mancata la forza di chi in questi giorni ha passato più tempo in ospedale che sul campo di allenamento. Lo straziante abbraccio con la sua gente. Il suo eroismo non ce l’ha fatta, ha vinto il male, come nelle peggiori delle favole. Grazie lo stesso, perché quando hai cuore, puoi andare in giro a testa alta. Per lui è un’amara consolazione perché a questi giochi voleva incidere. Ma di più, al suo fisico logorato dai dolori, non si poteva chiedere.
Quanta sfortuna
Doveva e voleva fosse la sua olimpiade, per ribadire l’oro di Tokyo, ma il destino ha deciso ben altro. Giochi iniziati male per il campione azzurro che alla cerimonia inaugurale ha perduto la fede nuziale scivolata nella Senna. Il messaggio d’amore alla moglie, invitandola sulla Senna per gettare sul letto del fiume anche la sua fede. Quale luogo migliore di Parigi, la città dell’amore. Poi, ci si è messo di mezzo lo sport. Nessun altro avrebbe reagito come lui. Gimbo non si è arreso, ha lottato, combattuto, con il cuore, supportato dalla gente che lo ama. L’ultimo salto non è stata una resa, ma un arrivederci, perché Gimbo ha tanto ancora da dare, perché atleti come lui, sono esempi da seguire.