L’esercito israeliano sposta i suoi veicoli dall’ospedale di al-Shifa, a Gaza, per recarsi verso la zona sudoccidentale della città, anche se non c’è ancora stata una conferma ufficiale, da parte delle forza di difesa israeliane (Idf), del ritiro dalla struttura. Intanto il Ministero della Sanità della Striscia, gestito dal movimento islamista Hamas, ha reso noto di aver trovato decine corpi senza vita dentro e intorno al complesso. Prevista per oggi una videoconferenza tra esponenti dell’amministrazione Biden e del governo Netanyahu, secondo quanto riporta il sito web d’informazione Axios, citando fonti statunitensi e israeliane, per affrontare le proposte della Casa Bianca alternative all’invasione militare di Rafah. Gli Usa chiederanno “piu’ informazioni” a Israele sui corpi ritrovati nell’ospedale di Al-Shifa, dopo il ritiro dell’esercito israeliano: lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre rispondendo ad una domanda.
Il ritiro
L’esercito israeliano ha rimosso stamattina i carri armati dall’ospedale al-Shifa. I veicoli dell’esercito hanno lasciato il complesso ospedaliero, dove erano entrati due settimane prima. Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno sparato proiettili per coprire la ritirata dei carri armati e hanno lasciato il quartiere di al-Rimal per dirigersi a sudovest della città di Gaza, verso il distretto di Tel al-Hawa. Le Idf non hanno al momento confermato ufficialmente il ritiro.
I cadaveri
Il Ministero della Sanità della Striscia di Gaza gestito da Hamas ha dichiarato di aver scoperto decine di cadaveri nell’ospedale di al-Shifa dopo il ritiro oggi di carri armati e altri veicoli dell’esercito israeliano. “Decine di corpi di martiri, alcuni in stato di decomposizione, sono stati rinvenuti nel complesso e attorno all’ospedale”, afferma il dicastero in un comunicato stampa precisando che ci sono danni materiali sono “molto significativi” su tutti gli edifici.
Il meeting virtuale
Stati Uniti e Israele terranno oggi un incontro virtuale per discutere le proposte alternative dell’amministrazione Biden all’invasione militare di Rafah, hanno detto ad Axios funzionari israeliani e statunitensi. Il meeting si svolgerà tramite una videoconferenza sicura, secondo le fonti del sito web di notizie americano. I funzionari israeliani citati da Axios hanno affermato che tenere un incontro virtuale è un modo per il premier Benjamin Netanyahu di “salvare la faccia” e discutere con la Casa Bianca su Rafah senza inviare una delegazione a Washington, come avevano chiesto invece gli Stati Uniti. Si prevede che il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, guiderà la parte americana nell’incontro, alla quale parteciperanno rappresentanti del Pentagono, del Dipartimento di Stato e delle agenzie di intelligence statunitensi. Il ministro per gli Affari strategici Ron Dermer e il consigliere per la Sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi condurranno invece i colloqui da parte israeliana, con la partecipazione di alti funzionari della difesa e dell’intelligence. Un fonte israeliana di Axios ha annunciato che un secondo incontro avrà luogo di persona già la prossima settimana.
Le scuse di Hamas
Hamas ha chiesto scusa per la prima volta agli abitanti della Striscia di Gaza per le sofferenze causate dalla guerra, in una lunga dichiarazione pubblicata ieri sera sul suo canale Telegram. Il movimento islamista palestinese “si scusa” per le difficoltà causate dal conflitto contro l’esercito israeliano che dura da quasi sei mesi. Ma ribadisce anche il desiderio di continuare questa guerra che, secondo Hamas, deve consentire di ottenere “vittoria e libertà” per i palestinesi. Il movimento al potere nella Striscia ha inviato “un messaggio di ringraziamento al popolo” palestinese, di cui riconosce “l’esaurimento”. Hamas ha insistito sulle misure che ha cercato di mettere in atto per alleviare le difficoltà, in particolare tentativi di “controllo dei prezzi” entro i limiti delle sue capacità “vista l’aggressione in corso”. Ha inoltre affermato di comunicare con “tutte le componenti” della società di Gaza, citando altri movimenti armati, “comitati popolari” e “famiglie” per “risolvere i problemi causati dall’occupazione” israeliana.
Fonte Ansa