Parola d’ordine “liquidità”. E’ un’Europa chiamata a dare una risposta forte quella che, dopo l’annuncio del passaggio da epidemia a pandemia, si trova ad affrontare la sfida del coronavirus. La Banca centrale europea da conto dell’emergenza in conferenza stampa, guidata dal governatore Christine Lagarde, che annuncia l’ampliamento del programma di quantitative easing per garantire “un forte contributo da parte dei programmi di acquisto del settore privato”. Un rinnovamento che si tradurrà in circa 120 miliardi in acquisti netti aggiuntivi fino alla fine dell’anno, in modo che, “in combinazione con l’attuale programma di acquisto di attività“, verranno sostenute “condizioni di finanziamento favorevoli per l’economia reale in tempi di maggiore incertezza”.
Risposte ambiziose
Non nasconde, la presidente della Bce, che il coronavirus “sarà un grande choc per l’economia mondiale“. Per questo, alla luce di una chiara difficoltà che riguarderà soprattutto le piccole e medie imprese, l’Unione europea stanzierà un piano mirato a sostenere le fasce imprenditoriali che più di altre saranno colpite dagli effetti economici della pandemia. Con tali misure, la Bce si aspetta una risposta dall’Eurozona in termini di sostegno ai lavoratori. “Una risposta ambiziosa”, la definisce Lagarde, “coordinata in termini di politica di bilancio per dare sostegno alle imprese e ai lavoratori a rischio”.
Le stime
Inevitabile una digressione sulle stime di crescita, per la maggior parte riviste al ribasso: secondo la Bce, per quanto riguarda l’Eurozona si prevede una riduzione delle percentuali sensibile per l’anno in corso, scendendo dal precedente 1,1% all’attuale 0,8%. Per quanto riguarda il 2021, la stima si attesta a 1,3% (dal precedente 1,4%), mentre per il 2022 i numeri restano invariati (1,4%).