Cinque regioni passate di fascia e altre che corrono il rischio di fare lo stesso. Il quadro complessivo dell’emergenza sanitaria continua a preoccupare il sistema sanitario italiano, nuovamente alle prese con una fase critica della curva epidemiologica. Secondo quanto spiegato dal presidente dell’Istituto superiore della Sanità, Silvio Brusaferro, “siamo a un Rt di 1.7, con un intervallo di confidenza di 1.5”. Rt che “ha mostrato un rallentamento nella sua crescita ma per ridurre i casi dobbiamo portare l’Rt sotto 1”. Secondo il report dell’Iss, l’incidenza del Covid-19 parla di 524 casi per 100 mila abitanti (dati riferiti a qualche giorno fa). La curva, quindi, “per la resilienza cioè impatto sui servizi sanitari sta crescendo e ci si avvicina a soglie di valori critici, in relazione al bisogno di rispondere ai bisogni di salute”. Trend peraltro condiviso anche con il resto d’Europa.
Italia, Paese da scenario 3
Oggi, ha detto ancora Brusaferro, “ci troviamo in una situazione di rischio alto con necessità di misure di mitigazione, cioè misure sociali per rallentare il virus”. Un quadro in cui restano “fondamentali i comportamenti”. Inoltre, “il flusso di indicatori è condiviso con le regioni, Iss e ministero”, per poi essere “assemblato e analizzato. Quindi è un percorso articolato ma che garantisce momenti di validazione e condivisione“. Al momento, l’Italia è “un Paese da scenario 3”. Tutte le regioni, infatti, sono sopra l’indice Rt 1, in alcuni casi a 2: “Tutti i sistemi vanno bene ma la battaglia per riportare l’epidemia ad una dimensione sostenibile passano soprattutto dai comportamenti quotidiani di ognuno: mascherine, igiene e distanze sono la chiave di lettura per riportare la curva a dimensione contenuta”.
Locatelli: “C’è decelerazione”
Visione condivisa anche dal presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli, secondo il quale l’accelerazione marcata è “venuta meno e c’è decelerazione”. Un risultato provvisorio, che stabilizza l’indice Rt e che è “frutto delle misure poste in essere”. Ma provvisorio appunto. “Ciò va letto in modo positivo e ci auguriamo e ci aspettiamo con il trascorrere dei giorni che i dati possano ulteriormente migliorare”. Locatelli si esprime anche sul vaccino della Pfizer, che ieri ha annunciato un’efficacia del 90% del proprio campione, giunto ormai alla fase 3 della sperimentazione. Tale vaccino “già nella fase preclinica aveva dato riscontri positivi in termini di immunità sterilizzante, che previene infezione, e l’immunità da malattia, cioè in termini di capacità di proteggere dalla malattia vera e propria”.