Papa Francesco ha visitato il campo di sterminio di Birkenau dopo quello di Auschwitz. All’entrata del lager ha parlato col direttore del Museo di Auschwitz-Birkenau, poi ha proseguito con la vettura elettrica sulla via che costeggia i binari della ferrovia, su cui arrivavano i treni che portavano i deportati ebrei e gli altri prigionieri dei nazisti. Successivamente si è recato a piedi al Monumento internazionale posto per ricordare le vittime, costruito nel 1967 tra le camere a gas 2 e 3 del lager. Ha reso omaggio, in silenzio e da solo, davanti alle lapidi che commemorano i morti della Shoah. Un momento molto commovente è stato quando un rabbino ha intonato in ebraico il salmo 130, De profundis, che poi è stato letto in polacco dal parroco di un paese della Polonia dove viveva una famiglia cattolica che fu sterminata, compresi bambini, per avere ospitato e salvato ebrei.
Conclusa recita del Salmo, il Pontefice ha incontrato 25 persone riconosciute “Giusti delle Nazioni” per aver salvato gli ebrei durante le persecuzioni. Si è soffermato con ognuno di loro scambiando dei doni. Il vescovo di Roma si è recato in pellegrinaggio di preghiera in questo luogo 37 anni dopo la prima volta di un Papa – Giovanni Paolo II, 7 giugno 1979 – e 10 anni dopo la seconda Visita di un altro Pontefice – Benedetto XVI, 28 maggio 2006. Terminata la visita ai campi di concentramento il Santo Padre fa rientro a Cracovia dove nel pomeriggio visiterà l’ospedale pediatrico della città e poi farà la Via Crucis con i giovani della Gmg.