Prosegue senza sosta il lavoro dei soccorritori che, a Ravanusa, continuano a scavare fra le macerie alla ricerca di possibili superstiti all’esplosione che ha sventrato quattro palazzine della cittadina dell’Agrigentino. La deflagrazione, dovuta probabilmente a una fuga di gas, ha interessato una vasta area di 10 mila metri quadrati, colpendo anche altri tre edifici. Restano per ora tre le vittime accertate, mentre i dispersi sono sei. Cento, invece, le persone che non possono rientrare in casa a causa dei danni provocati dall’incidente.
Ravanusa, un boato nella notte
Potrebbe essere stata una fuga di gas a provocare la tragedia che, nella notte, ha sconvolto la provincia di Agrigento. Al boato della fortissima esplosione è seguito il crollo di una palazzina di quattro piani di Ravanusa. Un bilancio da subito drammatico per la presenza di 9 dispersi, aggiornato man mano con notizie sempre più tragiche. Al momento si contano tre vittime accertate e almeno 6 persone ancora disperse. In mattinata era stata diffusa la notizia di un ultimo corpo estratto che era sembrato appartenere a una donna. Al momento, però, si sta ancora scavando e non vi sono conferme ufficiali circa la presenza di una quarta vittima. In precedenza, dalle macerie erano stati recuperati i corpi senza vita di un uomo anziano e di altre due donne. Si attendono conferme anche sul salvataggio di altre due persone nella notte.
L’esplosione
La fortissima esplosione ha interessato almeno sette palazzine, quattro delle quali letteralmente fatte a pezzi dalla deflagrazione. Un’area di 10 mila metri quadrati è stata interessata dall’incidente, da attribuire a quanto pare a una massiccia fuga di gas metano. Forse dovuta alla rottura di una tubatura. I Vigili del fuoco proseguono il loro lavoro manualmente, evitando di usare mezzi pesanti nella speranza di individuare qualcuno ancora in vita. Sembra che l’esplosione sia stata innescata dall’utilizzo di un ascensore e, infine, potenziata ulteriormente da una stufetta a gas. Le informazioni (al momento provvisorie) sono state diffuse da Salvatore Cocina, direttore della Protezione Civile regionale.
Soccorsi e superstiti
Una delle superstiti, una donna di 80 anni, ha raccontato a Repubblica che poco prima del crollo è saltata la corrente elettrica. Dopodiché “il tetto e il pavimento sono venuti giù”. La donna ha raccontato di aver udito le voci dei Vigili del fuoco e di aver urlato fino a farsi trovare. Lo stesso ha fatto sua cognata, che abitava al piano di sopra, anche lei estratta viva dalle macerie delle palazzine di Ravanusa. Secondo quanto ipotizzato, il gas si sarebbe accumulato nel sottosuolo o in un ambiente chiuso. La superstite ha comunque spiegato di non aver sentito alcun odore sospetto nei giorni scorsi. L’esplosione potrebbe aver distrutto un’intera famiglia residente nella palazzina più colpita dall’esplosione. Alcuni componenti risultano deceduti, altri ancora dispersi. Sul posto è nel frattempo arrivato anche il governatore siciliano Nello Musumeci.