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venerdรฌ Marzo 21 2025

Meloni: โ€œNessuna garanzia di sicurezza dividendo Usa e Europaโ€

Il presidente del Consiglio ha parlato al Senato alla vigilia del Consiglio Europeo

Palazzo Chigi
Foto: Palazzo Chigi

Nellโ€™ambito delle comunicazioni al Parlamento, prima del Consiglio europeo, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al Senato ha sottolineato lโ€™importanza cruciale del momento per lโ€™Italia, lโ€™Europa e lโ€™Occidente.

Le parole di Giorgia Meloni

Ci ritroviamo alla vigilia di un Consiglio Europeo che cade in un momento estremamente complesso per le dinamiche globali, e allo stesso tempo decisivo per il destino dellโ€™Italia, dellโ€™Europa e dellโ€™Occidente. Vengo in questโ€™Aula con la speranza che il dibattito odierno ci trovi tutti consapevoli del tempo grave che stiamo attraversando, e che si possa, pur nel rispetto delle posizioni di ciascuno, provare a ragionare insieme di quali siano le scelte migliori per la nostra Nazione, con il senso di realtร  e di responsabilitร  che si deve a momenti come questi. Il Consiglio Europeo di marzo, tradizionalmente dedicato ai temi economici e della competitivitร , si arricchisce inevitabilmente โ€“ come tutti gli ultimi โ€“ dei grandi temi geopolitici e geostrategici che sono, ormai da tempo, una prioritร  inevitabile. Tema centrale del Consiglio Europeo sarร  certamente il rilancio e il rafforzamento della competitivitร . Competitivitร  potrebbe sembrare un fumoso concetto astratto, ma non lo รจ. Riguarda i nostri sistemi produttivi, certo, ma determina anche la possibilitร  per i nostri figli di trovare lavori qualificati e ben remunerati senza dover lasciare la propria Nazione. Competitivitร  vuol dire per gli Stati nazionali poter offrire servizi sociali adeguati e sempre migliori ai cittadini. Competitivitร  significa, โ allargando la prospettiva, disporre dei mezzi e delle risorse necessari non solo a non dipendere da altri ma anche a poter difendere i nostri valori e la nostra visione a livello internazionale.

Il valore dellโ€™Europa

In sostanza, quello che dobbiamo tutti chiederci รจ: unโ€™Europa desertificata da un punto di vista industriale, e in ritardo nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie, รจ destinata ad essere piรน o meno ascoltata? Ecco, la sintesi delle ragioni per le quali รจ importante che questo Consiglio Europeo segni dei passi avanti concreti su alcuni ambiti necessari per affrontare e vincere la sfida della competizione internazionale e non condannarci, invece, al ruolo di gregario. Da parte mia, intendo insistere, con forza, per proseguire in quel cambio di paradigma che lโ€™Italia chiede da tempo e la Commissione ha cominciato a delineare attraverso la โ€œBussola per la Competitivitร โ€, ma che ora non puรฒ piรน rimanere sulla carta, e deve invece essere trasformato in atti concreti. Lโ€™obiettivo, principalmente, deve essere quello di assicurare un percorso di decarbonizzazione sostenibile per le nostre imprese e per i nostri cittadini, cosรฌ da risolvere il divario nellโ€™innovazione che lโ€™Europa sconta, e ridurre le nostre troppe, e troppo pericolose, dipendenze strategiche.

La politica industriale

Continueremo ad insistere per una politica industriale efficace, che sappia combinare gli obiettivi ambientali con la competitivitร , rinunciando agli eccessi ideologici che abbiamo purtroppo visto e denunciato in passato. Il Clean Industrial Deal, presentato dalla Commissione, va in questa direzione, ma sia chiaro che intendiamo impedire che si trasformi in un nuovo Green Deal con un nome diverso. Per farlo, chiediamo azioni concrete. La prima tra queste non puรฒ non riguardare il settore dellโ€™auto, un settore industriale strategico per lโ€™Europa che non puรฒ essere abbandonato al proprio destino. รˆ per questo che insieme alla Repubblica Ceca abbiamo depositato un non-paper, ovvero un documento di lavoro, che oggi รจ sostenuto da numerosi Stati membri. Anche grazie a questo nostro costante lavoro, il 5 marzo scorso la Commissione ha presentato il Piano industriale per il settore automotive. Il Piano contiene alcuni primi sviluppi positivi, come la prospettiva di una soluzione โ€“ seppur temporanea โ€“ per il tema delle multe per i produttori non in linea con gli obiettivi di quota di mercato di veicoli, e lโ€™anticipo della revisione degli obiettivi in termini di emissioni. Tutte materie che, appunto, sono oggetto del nostro non paper e che lavoriamo perchรฉ siano anche nelle conclusioni di questo Consiglio.

La revisione normativa

Occorrerร  insistere, nellโ€™ambito della piรน generale revisione della normativa preannunciata dalla Commissione per la seconda parte di questโ€™anno, affinchรฉ venga pienamente applicato il principio della neutralitร  tecnologica, ad esempio ricomprendendo i biocarburanti โ€“ oltre a e-fuels e idrogeno โ€“ tra le tecnologie utili ai fini della decarbonizzazione e affinchรฉ venga prestata la dovuta attenzione al settore dei veicoli pesanti, che finora รจ stato colpevolmente ignorato. Importante lโ€™annuncio di poche ore fa, da parte della Commissione, di voler intervenire, come richiesto dallโ€™Italia, sugli effetti distorsivi del CBAM, il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, che tanto hanno danneggiato la siderurgia europea. Tra gli strumenti concreti che possono dare respiro ai settori produttivi, lโ€™Italia sostiene con particolare forza la semplificazione e la riduzione degli adempimenti amministrativi. Sarรฒ chiara: se lโ€™Europa pensa di sopravvivere a questa fase continuando a pretendere di iper regolamentare tutto, invece di liberare le tante energie delle quali dispone, semplicemente non sopravviverร . รˆ una nuova visione che serve, non perseverare negli errori fatti fin qui. E, soprattutto, รจ la politica che deve tracciare la rotta, non la burocrazia.

La semplificazione

Sosteniamo, quindi, lโ€™azione di semplificazione avviata dalla Commissione europea con i pacchetti Omnibus, il primo dei quali รจ stato presentato pochi giorni fa ed รจ dedicato alla semplificazione delle regole di rendicontazione e due diligence per la sostenibilitร . Siamo perรฒ convinti che lโ€™azione di semplificazione non debba arrivare solo a valle, ma debba intervenire a monte, in tutte le nuove proposte di legislazione europea. Condivideremo per questo lโ€™invito alla Commissione, e con lei ai co-legislatori, a lavorare per raggiungere lโ€™obiettivo di ridurre il costo di tutti gli oneri amministrativi almeno del 25% per tutti, e almeno del 35% per le piccole e medie imprese. Faremo tutto quello che possiamo per impedire che lโ€™Europa venga soffocata dalle sue stesse regole. Altro tassello fondamentale di una seria strategia industriale europea รจ la sicurezza energetica. Serve, su questo, unโ€™azione comune europea. Abbiamo fatto importanti progressi negli ultimi anni, ma molto resta ancora da fare per superare le nostre vulnerabilitร : i prezzi dellโ€™energia troppo alti sono un freno evidente alla nostra competitivitร , e per questo servono misure immediate e strutturali.

Lโ€™energia

Il Piano dโ€™Azione per lโ€™energia accessibile, presentato contestualmente al Clean Industrial Deal, individua misure urgenti per la volatilitร  dei prezzi dellโ€™energia e per aumentare la resilienza del sistema energetico nellโ€™Unione europea. Ma servono anche misure a lungo termine. E tra queste, la riforma del mercato elettrico europeo, adottata a luglio scorso, rappresenta un importante passo in avanti per un mercato elettrico europeo piรน resiliente e flessibile, capace di garantire stabilitร  e prevedibilitร  dei prezzi. Ma sarร  evidentemente fondamentale assicurarne unโ€™attuazione veloce. Occorre proseguire nel cammino avviato per migliorare la nostra efficienza energetica e rafforzare sempre di piรน le nostre interconnessioni. Lโ€™Italia, da questo punto di vista, si รจ candidata, come sapete, a diventare lโ€™hub di approvvigionamento e distribuzione in grado di far incontrare lโ€™offerta, esistente e potenziale, del Continente africano, e la domanda europea di energia. รˆ unโ€™ambizione alla quale diamo voce anche attraverso il Piano Mattei, che ha tra i suoi pilastri proprio lโ€™energia e che il Governo sta lavorando per โ€œeuropeizzareโ€ e โ€œinternazionalizzareโ€ sempre di piรน, rafforzando sia la sinergia con il Global Gateway dellโ€™UE che con la Partnership for Global Infrastructure and Investment, lanciata in ambito G7.

I mercati dei capitali

Un ulteriore punto di cui ci occuperemo al Consiglio Europeo sarร  il completamento dellโ€™Unione dei mercati dei capitali, un passo decisivo e al tempo stesso una necessitร  per dotare lโ€™Europa di unโ€™infrastruttura finanziaria capace di stimolare quegli investimenti privati di cui non possiamo piรน fare a meno se vogliamo sostenere la competitivitร . Non possiamo fingere di non vedere come ogni anno oltre 300 miliardi di euro di liquiditร  europea finiscano in investimenti extra UE. Sono investimenti che abbiamo la possibilitร , e il dovere, di intercettare. Il Vertice Euro, in agenda per giovedรฌ pomeriggio, ci darร  lโ€™occasione di approfondire questi temi. Nel corso del Consiglio europeo terremo anche un primo scambio di opinioni sulla revisione e sulla struttura del prossimo Quadro Finanziario Pluriennale, ovvero il bilancio dellโ€™Unione. Un bilancio pluriennale nel quale lโ€™Italia intende indirizzare meglio le risorse, individuare modalitร  innovative e sempre piรน efficaci per finanziare le nuove prioritร  strategiche, difendere al meglio le voci riguardanti le politiche per la coesione e le politiche agricole che, grazie anche alle riforme effettuate da questo Governo, oggi possono raggiungere performance sempre migliori.

I dazi

Non รจ formalmente allโ€™ordine del Consiglio Europeo il tema dei dazi e dei rapporti commerciali con gli Stati Uniti, ma ovviamente รจ punto da tenere in grande considerazione, soprattutto per una Nazione esportatrice e da molti anni in surplus commerciale come lโ€™Italia. Come sapete, al momento, lโ€™Amministrazione Trump ha deciso di riattivare, lo scorso 12 marzo, i dazi sulle importazioni dallโ€™Unione europea di acciaio, alluminio e determinati prodotti derivati. Dazi che erano stati attivati nel 2018, e poi sospesi nel 2021. Gli Stati Uniti hanno, inoltre, annunciato la possibilitร  di attivare il prossimo aprile ulteriori dazi su altri comparti, di cui perรฒ ancora non sono noti i dettagli. La Commissione europea ha risposto allโ€™entrata in vigore delle misure statunitensi annunciando delle contromisure di riequilibrio, alcune delle quali scatteranno il primo aprile, mentre altre sono attualmente allo studio e dovrebbero entrare in vigore successivamente. Il quadro รจ complesso e in costante evoluzione, tenuto conto che gli Stati Uniti hanno attivato misure simili anche nei confronti di altre Nazioni, ma io sono convinta che si debba continuare a lavorare, con concretezza e pragmatismo, per trovare un possibile terreno dโ€™intesa e scongiurare una โ€œguerra commercialeโ€ che non avvantaggerebbe nessuno, nรฉ gli Stati Uniti nรฉ lโ€™Europa. E credo che non sia saggio cadere nella tentazione delle rappresaglie che diventano un circolo vizioso nel quale tutti perdono. Se รจ vero che i dazi imposti sulle merci extra UE possono teoricamente favorire la produzione interna, in un contesto fortemente interconnesso come quello delle economie europea e statunitense, il quadro si complica. I dazi possono facilmente tradursi in inflazione indotta, con la conseguente riduzione del potere dโ€™acquisto delle famiglie e il successivo innalzamento dei tassi da parte della Banca Centrale Europea per contrastare il fenomeno inflattivo, come abbiamo giร  visto. Risultato: inflazione e stretta monetaria che frenano la crescita economica. Non sono certa, insomma, che sia necessariamente un buon affare rispondere ai dazi con altri dazi. Per questo, credo che le energie dellโ€™Italia debbano essere spese alla ricerca di soluzioni di buon senso tra Stati Uniti ed Europa, dettate piรน dalla logica che dallโ€™istinto, in una ottica di reciproco rispetto e di convenienza economica.

I flussi migratori

In questo Consiglio Europeo torneremo a confrontarci anche sul governo dei flussi migratori. Anche in questa occasione si riunirร  il tavolo, che lโ€™Italia promuove insieme a Danimarca e Paesi Bassi e che vede coinvolti i governi maggiormente impegnati nel contrasto allโ€™immigrazione irregolare. Anche questa volta, i lavori del Consiglio su questo tema sono stati anticipati dallโ€™ormai consueta lettera della Presidente von der Leyen sullโ€™attuazione della politica migratoria comune. Se oggi questi appuntamenti sono diventati una consuetudine; se finalmente ci si pone come prioritร  lโ€™attuazione di partenariati paritari con le Nazioni di origine e transito, la difesa dei confini esterni dellโ€™Unione europea, il rafforzamento della politica dei rimpatri, la costruzione di soluzioni innovative, questo lo si deve al ruolo decisivo che lโ€™Italia ha svolto in questi anni per cambiare lโ€™approccio europeo in materia di immigrazione. Queste direttrici hanno orientato il nostro lavoro e ci hanno consentito di registrare un duplice obiettivo: la drastica riduzione degli sbarchi sulla rotta del Mediterraneo centrale, in particolare grazie al crollo delle partenze dalla Tunisia e dalla Libia, e la riduzione complessiva degli ingressi irregolari nella UE, anche sulle altre rotte, come quella balcanica. Nel 2024 gli sbarchi si sono ridotti del 60% rispetto al 2023 e di oltre il 35% rispetto al 2022. E a differenza di quello che ho sentito sostenere, attualmente i numeri di questโ€™anno sono in linea con quelli del 2024, con piccole oscillazioni, date soprattutto da una complessa dinamica libica.

I dati

Ma ci sono altri dati significativi che voglio condividere con voi. Lโ€™Organizzazione Mondiale per le Migrazioni ci dice che nel 2024, sulla rotta del Mediterraneo centrale, a fronte di circa 66 mila arrivi, si sono registrati 1.695 morti e dispersi. Nel 2023, con oltre 157 mila arrivi irregolari, i morti e i dispersi sono stati 2.526. Nel 2014, lโ€™anno dellโ€™operazione Mare Nostrum, che nasceva per salvaguardare la vita in mare, gli arrivi furono circa 170 mila e si contarono 3.126 morti e dispersi. Cosa ci dicono questi dati? Ci dicono che diminuire le partenze e stroncare il business dei trafficanti รจ lโ€™unico modo per ridurre il numero dei migranti che perdono la vita nel tentativo di raggiungere lโ€™Italia e lโ€™Europa. รˆ questo il risultato che ci deve rendere maggiormente orgogliosi. In questi giorni abbiamo accolto con favore la proposta della Commissione europea sulla riforma del quadro legislativo europeo sui rimpatri, attraverso il passaggio da una Direttiva a un Regolamento direttamente applicabile nei 27 Stati Membri. Lo riteniamo uno sviluppo estremamente significativo, anche per armonizzare la prassi dei diversi Stati membri e rendere ancor piรน efficace lโ€™azione di rimpatrio di chi non ha titolo ad essere accolto sul territorio europeo. รˆ fondamentale che lโ€™Unione europea diventi efficace in questo: se entri illegalmente in Europa non puoi rimanere sul nostro territorio, devi essere rimpatriato. Non dimentico, ovviamente, il nostro impegno sulle soluzioni innovative. Tra queste cโ€™รจ, in prima battuta, il Protocollo Italia-Albania, che il Governo รจ determinato a portare avanti, anche alla luce dellโ€™interesse e del sostegno mostrato da sempre piรน Nazioni europee. Anche qui, al di lร  della propaganda, penso sia chiaro a tutti che se nella nuova proposta di Regolamento si propone di creare centri per i rimpatri in Paesi terzi, รจ grazie al coraggio dellโ€™Italia che anche su questo ha fatto da apripista. Naturalmente, stiamo seguendo con grande attenzione il ricorso pregiudiziale innanzi alla Corte di Giustizia, relativo proprio ai trattenimenti in Albania, ma non solo, e devo dire di essere rimasta favorevolmente colpita dal fatto che la maggioranza degli Stati membri UE, cosรฌ come la stessa Commissione Europea, siano intervenuti, tra la fase scritta e la fase orale della causa, per sostenere la posizione italiana sul concetto di Paese sicuro di origine.

Lโ€™auspicio

Lโ€™auspicio, ovviamente, รจ che la Corte scongiuri il rischio di compromettere le politiche di rimpatrio, non solo dellโ€™Italia ma di tutti gli Stati Membri e dellโ€™Unione Europea stessa, perchรฉ significherebbe minare alla base il sistema di Schengen e la stabilitร  stessa dellโ€™Europa. Ma, in ogni caso, noi stiamo proponendo alla Commissione di anticipare il piรน possibile lโ€™entrata in vigore di quanto previsto dal nuovo Patto Migrazione e Asilo sulla definizione di Paese di origine sicuro, anche per fare definitiva chiarezza su un tema molto controverso e oggetto, come sapete, di provvedimenti giudiziari dal sapore spesso ideologico.

Le questioni internazionali

Il Consiglio Europeo di giovedรฌ tornerร  ad occuparsi, naturalmente, anche delle grandi crisi geopolitiche in atto, come diceva in apertura, a partire dal complesso quadro in Medio Oriente. Seguiamo con grande preoccupazione la ripresa dei combattimenti a Gaza, notizia delle ultime ore, che mette a repentaglio gli obiettivi ai quali lavoriamo: il rilascio degli ostaggi, di tutti gli ostaggi, e una fine permanente delle ostilitร , cosรฌ come il ripristino di una piena assistenza umanitaria nella Striscia. Voglio riportare a questo Parlamento la gratitudine espressa ieri da Re Abdullah II di Giordania per il fondamentale contributo italiano allโ€™iniziativa da lui promossa di un corridoio aereo per garantire aiuti umanitari nella Striscia. Detto ciรฒ, lโ€™Italia accoglie con favore il Piano di ricostruzione presentato al vertice del Cairo lo scorso 4 marzo dai Paesi arabi. Per poter muovere verso una sua applicazione, nella prospettiva piรน ampia di una pace stabile e duratura e della soluzione politica a due Stati, รจ perรฒ necessario che Hamas rilasci gli ostaggi e deponga le armi. Allo stesso tempo, torniamo ad esprimere la nostra preoccupazione per quello che sta accadendo in Siria, in particolare dopo gli ultimi brutali attacchi che hanno visto milizie legate al nuovo governo di transizione uccidere centinaia di civili, appartenenti in gran parte alla minoranza alawita, ma colpendo anche la minoranza cristiana. Insieme ai partner europei, siamo impegnati a richiamare il nuovo governo a garantire una transizione democratica, fondata sul rispetto e sulla piena inclusione di tutte le minoranze etniche e religiose, a partire da quelle alawita, cristiana e curda.

Lโ€™augurio a Papa Francesco

Ci uniamo allโ€™auspicio di Papa Francesco, affinchรฉ, cito testualmente, โ€œil popolo siriano possa vivere in pace e sicurezza nella sua amata terra, e le diverse religioni possano camminare insieme nellโ€™amicizia e nel rispetto reciprocoโ€. E con lโ€™occasione voglio rivolgere con voi un affettuoso saluto al Santo Padre, che anche in un momento di prova non ha mai fatto mancare la sua forza e la sua guida. Il mio augurio, e so di poter interpretare il sentimento non solo di questโ€™Aula, ma di tutto il popolo italiano, รจ quello di poterlo vedere il prima possibile ristabilito del tutto.

La lotta al terrorismo

La lotta al terrorismo รจ un altro aspetto determinante. Non ci devono essere spazi per un nuovo insorgere dellโ€™Isis o ambiguitร  verso gruppi che intendano fare della Siria una base per organizzazioni terroristiche. Solo il rispetto di queste condizioni potrร  consentire lโ€™implementazione del ritiro delle sanzioni e delle misure restrittive iniziato settimane fa. Reputiamo, invece, molto incoraggianti gli sviluppi politici in Libano, e lโ€™Italia continuerร  a fare la propria parte a favore della stabilitร  e della sovranitร  libanese. In questo quadro, il mantenimento del cessate il fuoco rimane un fattore decisivo, cosรฌ come lโ€™impegno per sostenere le fasce piรน deboli della popolazione, a partire da sfollati interni e rifugiati. Come da tre anni a questa parte, tema centrale del Consiglio Europeo in materia geopolitica sarร  la guerra di invasione Russa allโ€™Ucraina. In questi giorni ho sentito molte ricostruzioni che non ho condiviso e voglio cogliere questa importante occasione per ribadire alcuni punti fermi, e per me centrali. La nostra ferma e totale condanna della brutale aggressione allโ€™Ucraina, cosรฌ come il nostro sostegno al popolo ucraino, non sono mai stati in discussione, fin da quella terribile notte del 24 febbraio 2022 che ha scioccato il mondo. Ero allora la leader dellโ€™unico partito allโ€™opposizione del governo Draghi. Stavo per volare ad un convegno proprio negli Stati Uniti, quando arrivarono le prime notizie dellโ€™invasione russa. Chiamai lโ€™Ambasciatore ucraino per manifestargli la nostra vicinanza, sentii Mario Draghi per assicurargli il sostegno di Fratelli dโ€™Italia e poi partii per gli Stati Uniti, ribadendo anche da lรฌ la fermissima condanna dellโ€™attacco su larga scala contro Kiev. Scegliemmo allora da che parte stare, con chiarezza, condannando duramente unโ€™aggressione militare che metteva a rischio le fondamenta stesse del diritto internazionale, e dando il massimo sostegno al popolo ucraino, che stava ricordando al mondo come la libertร  fosse la cosa piรน preziosa della quale ogni essere umano dispone, e cosa fosse lโ€™amor di Patria. Lo facemmo senza tentennamenti, perchรฉ ci sono momenti nei quali, lo dissi allora, i leader si distinguono dai follower, e chi ha a cuore lโ€™interesse nazionale non lo baratta per una manciata di voti facili. A distanza di oltre tre anni, arrivati nel frattempo al governo della Nazione, quella scelta di campo รจ rimasta immutata. Non soltanto per Fratelli dโ€™Italia, ma per lโ€™intera maggioranza di centrodestra, che ha sempre e compattamente votato per questa linea. Questo impegno lo rivendichiamo davanti al mondo, con orgoglio e determinazione. Lโ€™Italia si รฉ dimostrata una Nazione solida e credibile, che ha una posizione chiara, e che rivendica il suo spazio sullo scenario globale. Una Nazione che rispetta i propri impegni internazionali, a pieno titolo protagonista in Europa e in Occidente, e per questo anche una Nazione il cui parere conta. Con la stessa determinazione voglio dire che siamo al fianco del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ogni qual volta viene attaccato per la sola ragione di aver ricordato chi sono gli aggressori e chi gli aggrediti.

La situazione ucraina

Se lโ€™Italia, insieme ai suoi partner europei e occidentali, avesse ascoltato i molti che, anche in questโ€™Aula, fin dai primissimi giorni dellโ€™invasione, esortavano ad abbandonare al proprio destino lโ€™Ucraina, perchรฉ โ€œtanto non cโ€™era modo di opporsi allโ€™armata russaโ€, oggi non avremmo alcuno spiraglio di pace. Avremmo solo assistito, colpevoli, allโ€™invasione di uno Stato sovrano da parte di una autocrazia. Avremmo gli Stati dellโ€™Europa orientale minacciati da possibili invasioni, e con loro tutto il Continente in pericolo.
Le cose non sono andate cosรฌ. Dopo piรน di tre anni di guerra, di sofferenze indicibili per la popolazione civile e perdite ingenti di uomini e mezzi, la Russia controlla circa il 19% del territorio ucraino, e non solo non รจ riuscita a prendere possesso dellโ€™intera Ucraina, come pensava di fare in appena tre giorni, ma non ha neanche il pieno possesso neppure delle quattro regioni che aveva proclamato โ€œufficialmente annesseโ€ nel settembre del 2022.
รˆ lo stallo sul campo, come ho detto tante volte, che oggi puรฒ portare allโ€™apertura di negoziati per la pace e rivendichiamo con orgoglio che questo non sarebbe stato possibile senza il sostegno, compatto e determinato, assicurato dallโ€™Occidente al popolo ucraino. Dunque, salutiamo positivamente questa nuova fase e sosteniamo gli sforzi del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in questo senso. Lโ€™Italia considera la proposta di cessate il fuoco concordata lโ€™11 marzo a Gedda da Stati Uniti e Ucraina un primo, significativo, passo di un cammino che deve portare a una pace giusta e duratura per lโ€™Ucraina, con garanzie di sicurezza solide, efficaci e di lungo periodo, per lโ€™Ucraina stessa, per lโ€™Europa nel suo complesso, e per i nostri alleati americani, che non possono permettersi di siglare un accordo di pace violabile. Questo passo in avanti รจ stato accompagnato positivamente dallโ€™immediato ripristino delle forniture militari e dei servizi di intelligence americani a vantaggio di Kiev. รˆ un passo in avanti che deve essere sostenuto compattamente, rimettendo ora la responsabilitร  di una scelta in capo alla Russia, da cui ci attendiamo concreti e rapidi passi nella stessa direzione. Sono giornate delicate, nelle quali io credo che sia piรน che mai necessario astenersi dal rincorrere il commento ad ogni singola dichiarazione di ogni protagonista in campo, lavorando invece intensamente sul piano diplomatico, fuori dal clamore, alla ricerca di un difficile equilibrio che possa soprattutto garantire allโ€™Ucraina un futuro sicuro e a noi la serenitร  che i cittadini vogliono tornare ad assaporare. Ma per farlo, intendiamo continuare a insistere su quello che per noi non รจ soltanto un pilastro culturale e di civiltร , ma un banale dato di realtร : non รจ immaginabile costruire garanzie di sicurezza efficaci e durature dividendo lโ€™Europa e gli Stati Uniti.

La posizione europea

รˆ giusto che lโ€™Europa si attrezzi per fare la propria parte, ma รจ nella migliore delle ipotesi ingenuo, nella peggiore folle, pensare che oggi possa fare da sola, senza la NATO, fuori da quella cornice euro-atlantica che per 75 anni ha garantito la sicurezza dellโ€™Europa e che in questi ultimi 3 anni ha consentito allโ€™Ucraina di resistere. Chi ripete ossessivamente che lโ€™Italia dovrebbe scegliere tra Europa e USA lo fa strumentalmente, per ragioni di polemica domestica o perchรฉ non si รจ accorto che la campagna elettorale americana รจ finita, dando a Donald Trump โ€“ piaccia o no โ€“ il mandato di governare e di conseguenza ai partner occidentali di fare i conti con questa America. Chi per ragioni diverse alimenta una narrazione diversa, tentando di scavare un solco tra le due sponde dellโ€™Atlantico, non fa che indebolire lโ€™intero Occidente, a beneficio di ben altri attori. Noi crediamo che lโ€™Italia debba spendere le sue energie per costruire ponti, non per scavare solchi. E, pur in uno scenario tuttโ€™altro che facile, puรฒ fare la sua parte. Cosรฌ come riteniamo che lโ€™Italia debba lavorare, dialogando con i propri partner, a proposte efficaci per la costruzione di una pace giusta e duratura. E non ci interessa il protagonismo delle parole, ci interessa il protagonismo dei fatti. Significa, anche, che il ruolo dellโ€™Italia non รจ quello di seguire acriticamente i partner europei piuttosto che statunitensi, ma al contrario quello di offrire il suo franco punto di vista e se necessario segnalare anche il suo dissenso, perchรฉ la posta in gioco รจ troppo alta. E questo fa una Nazione seria. รˆ quello che abbiamo fatto di fronte a proposte che rispettiamo ma non ci convincono, sempre ringraziando, in ogni caso, chiunque in questa fase si assuma la responsabilitร  di fare delle proposte. Quindi, ancora una volta sarรฒ chiara, anche davanti a questโ€™Aula: lโ€™invio di truppe italiane in Ucraina รจ un tema che non รจ mai stato allโ€™ordine del giorno, cosรฌ come riteniamo che lโ€™invio di truppe europee โ€“ proposto in prima battuta da Regno Unito e Francia โ€“ sia unโ€™opzione molto complessa, rischiosa e poco efficace. Ecco perchรฉ la proposta che io ho formulato ai nostri partner europei e occidentali prevede lโ€™attivazione di garanzie di sicurezza, tra lโ€™Ucraina e le Nazioni che intendono sottoscriverle, sul modello del meccanismo previsto dallโ€™articolo 5 del Trattato NATO, senza che questo implichi necessariamente lโ€™adesione di Kiev allโ€™Alleanza Atlantica. E, vista la confusione che si รจ fatta anche su questo, ricordo che i termini dellโ€™art. 5 del Trattato NATO non prevedono, come si dice, lโ€™automatica entrata in guerra in caso di aggressione di uno Stato membro. Prevedono lโ€™assistenza alla Nazione aggredita con lโ€™azione che si reputa piรน necessaria. Il ricorso allโ€™uso della forza รจ una delle opzioni possibili, ma non รจ lโ€™unica opzione possibile. E il meccanismo che immaginiamo non sarebbe ovviamente a senso unico, ma permetterebbe alle Nazioni che intendono sottoscrivere le garanzie di poter contare anche sullโ€™Ucraina in chiave difensiva, e oggi lโ€™Ucraina possiede uno degli eserciti piรน solidi dellโ€™intero continente. รˆ una proposta che noi reputiamo molto seria, e sulla quale sto riscontrando un consenso crescente. E sarebbe, dal nostro punto di vista, decisamente meno complessa, meno dispendiosa e piรน efficace delle altre proposte attualmente in campo. Le garanzie di sicurezza restano la chiave di volta di qualsiasi ipotesi di pace duratura in Ucraina e in Europa, e rappresentano anche il modo migliore per costringere la Russia a giocare a carte scoperte: se non รจ nelle intenzioni di Mosca procedere in futuro a una nuova invasione, quale sarebbe il motivo di unโ€™opposizione a garanzie di sicurezza solo difensive? Questa รจ la proposta che lโ€™Italia sta confrontando con i propri partner. Il Consiglio Europeo sarร  quindi chiamato a fare passi avanti in questa direzione, e come sempre faremo la nostra parte.

La difesa

Cosรฌ come faremo sullโ€™altro grande tema in discussione, quello della difesa. Come sapete, il 6 marzo scorso si รจ svolto il Consiglio informale sulle tematiche della difesa, che molto stanno occupando il dibattito politico in questi giorni, tanto a livello nazionale quanto europeo. รˆ una discussione che proseguirร  anche nel Consiglio ordinario, nel corso del quale ci si confronterร  sul Libro Bianco sulla difesa. Anche qui, lโ€™occasione mi consente di fare chiarezza su alcuni punti, fuori da ogni semplificazione e strumentalizzazione di parte. Il 6 marzo la Presidente von der Leyen ha presentato il piano โ€œReArm Europeโ€. Al di lร  dei contenuti, sui quali arrivo tra poco, giร  in quella sede ho segnalato di non condividere questa denominazione. Si รจ detto che chiedevo di cambiare il nome perchรฉ voglio confondere i cittadini, ma io lโ€™ho fatto perchรฉ credo che, invece, ReArm Europe sia un nome fuorviante per i cittadini. Che cosa intendo: certamente oggi siamo chiamati a rafforzare le nostre capacitร  difensive, di fronte alle nuove sfide geopolitiche, alle maggiori responsabilitร  a cui veniamo richiamati in ambito NATO e alla necessitร  di rafforzare il ruolo dellโ€™Europa in questo contesto. Ma oggi, rafforzare le nostre capacitร  difensive non significa banalmente acquistare armamenti. Intanto, perchรฉ non si tratta di acquistarli, magari da Paesi stranieri, quanto semmai di produrli, rafforzando la competitivitร  e sostenendo gli investimenti delle nostre aziende e del nostro tessuto produttivo. Ma, ancor prima, perchรฉ rafforzare le nostre capacitร  di difesa significa occuparsi di molte piรน cose, rispetto al semplice potenziamento degli arsenali. In tempi di minacce ibride, la sicurezza รจ una materia molto vasta. Pensiamo alla difesa dei confini, alla lotta al terrorismo, allโ€™importanza della cyber-sicurezza, soprattutto nellโ€™epoca dellโ€™intelligenza artificiale, quando un attacco hacker puรฒ in un attimo mettere a rischio lโ€™operativitร  dei servizi essenziali. Pensiamo alla necessitร  di sviluppare e difendere il dominio sottomarino, laddove passano gran parte delle nostre comunicazioni e dei nostri dati; pensiamo a quanto รจ importante presidiare i gasdotti e le altre infrastrutture energetiche, garantire la sicurezza delle rotte commerciali e delle catene di approvvigionamento alimentari, presidiare il dominio spaziale. Tutte cose che non si fanno semplicemente con le armi. Senza questo approccio a 360 gradi non cโ€™รจ difesa. Senza difesa non cโ€™รจ sicurezza. Senza sicurezza non cโ€™รจ libertร , perchรฉ senza sicurezza noi non possiamo proteggere lโ€™Italia, le sue imprese e i suoi cittadini. Quindi, quando abbiamo proposto di rinominare il piano utilizzando le parole, per esempio, โ€œDefend Europeโ€, non abbiamo posto una semplice questione semantica o nominalistica, ma abbiamo proposto una questione di sostanza. Di merito. Noi riteniamo che debba essere chiaro che con le risorse a disposizione si possono finanziare anche tutte le cose che ho elencato. Materie che non dovrebbero essere una preoccupazione solamente per la sottoscritta, ma per tutti coloro che sono seduti in questโ€™Aula. Un altro punto che mi interessa chiarire riguarda lโ€™entitร  finanziaria del Piano. La Presidente von der Leyen ha indicato in 800 miliardi di euro la sua dimensione complessiva. Credo che sia molto utile precisare, a beneficio del Parlamento e ancor piรน dei cittadini che ci ascoltano, che questi 800 miliardi di euro non sono nรฉ risorse che vengono tolte da altri capitoli di spesa nรฉ risorse aggiuntive europee. Anzi, sul primo punto, voglio ricordare che lโ€™Italia si รจ opposta con fermezza alla possibilitร  che una quota dei fondi di coesione, risorse fondamentali per noi, venisse automaticamente spostata sulla difesa. รˆ una battaglia che abbiamo vinto. Rimane la possibilitร  per gli Stati membri di utilizzare volontariamente una quota dei fondi di coesione, e approfitto per annunciare che lโ€™Italia non intende distogliere un solo euro dalle risorse della coesione. Spero che almeno su questo possiamo trovarci tutti dโ€™accordo. Dopodichรฉ, il Piano arriva a 800 miliardi di euro con due voci. La prima, 150 miliardi, dovrebbe corrispondere a prestiti che gli Stati Membri possono attivare, se reputano opportuno farlo, garantiti dallโ€™Unione Europea. Si tratta cioรจ di eventuali prestiti su base volontaria, ma su questa misura ci riserviamo di dire di piรน quando avremo tutti i dettagli. La seconda voce, che vale 650 miliardi, รจ sostanzialmente teorica, nel senso che รจ la stima di quanto potrebbe cubare un ulteriore indebitamento nazionale se ciascuno Stato Membro decidesse di ricorrere a deficit aggiuntivo per massimo lโ€™1,5%, al di fuori del vincolo della clausola di salvaguardia del Patto di stabilitร  e crescita. In sostanza, non si tratta di spendere 800 miliardi di risorse attualmente esistenti nei bilanci degli Stati Membri, magari tagliando servizi ai cittadini per poter reperire quelle risorse o smettendo di investire sugli altri capitoli. Si tratta invece della possibilitร  di ricorrere a deficit aggiuntivo, rispetto a quanto normalmente previsto dal Patto di stabilitร . Questo รจ il quadro che ci รจ stato proposto, e in questo quadro lโ€™Italia valuterร  con grande attenzione lโ€™opportunitร  o meno di attivare gli strumenti previsti dal Piano. Lo dico perchรฉ lโ€™Italia puรฒ vantare, in questa fase storica, degli indicatori economici e finanziari estremamente positivi. Un patrimonio al quale non intendiamo rinunciare. Secondo lโ€™ultimo Fiscal Monitor del Fondo monetario internazionale, lโ€™Italia รจ lโ€™unica Nazione del G7 ad essere tornata dopo il Covid in avanzo primario.

I conti pubblici

Lo stato di salute dei nostri conti pubblici รจ molto buono, come testimonia anche il basso livello dello spread, stabilmente almeno cento punti al di sotto del livello che registravamo al nostro insediamento. รˆ la ragione per la quale io credo che sia nostro dovere proporre anche soluzioni alternative alla semplice creazione di nuovo debito. Ed รจ per questo che, con il Ministro Giorgetti โ€“ che ringrazio per lโ€™importante lavoro di questi giorni โ€“ abbiamo proposto un meccanismo di garanzie pubbliche europee, coordinato e integrato con i sistemi nazionali, sul modello di quello che รจ attualmente utilizzato per il programma โ€œInvestEUโ€, per mobilitare piรน efficacemente i capitali privati e rilanciare gli investimenti nel settore della difesa, nel quale lโ€™Italia โ€“ ricordiamolo โ€“ puรฒ vantare dei campioni assoluti. Cosรฌ come uno straordinario tessuto di piccole e medie imprese ad alto tasso tecnologico, che vogliamo difendere e sostenere perchรฉ volano di crescita e di investimenti. Perchรฉ stimolare la crescita, in tutti i settori, รจ la sola garanzia per creare ricchezza da redistribuire. E una politica economica espansiva che dedicasse risorse, aggiuntive e non sostitutive, agli investimenti in sicurezza, ricerca, infrastrutture strategiche, nuove tecnologie, avrebbe un effetto rilevante sulla crescita economica e sullโ€™occupazione, senza deteriorare le altre voci di spesa pubblica. Ovviamente mantenendo, come ho giร  detto, lโ€™equilibrio complessivo dei conti pubblici che caratterizza questo Governo.

La sicurezza

Lascio quindi volentieri ad altri, in questโ€™Aula e fuori, quella grossolana semplificazione secondo cui aumentare la spesa in sicurezza equivale a tagliare i servizi, la scuola, le infrastrutture, la sanitร  o il welfare. Non รจ, ovviamente, cosรฌ, e chi lo sostiene รจ perfettamente consapevole che sta ingannando i cittadini, perchรฉ maggiori risorse per la sanitร , la scuola o il welfare non ci sono, attualmente, non perchรฉ spendiamo i soldi sulla difesa, ma perchรฉ centinaia di miliardi di euro sono stati bruciati in provvedimenti che servivano solo a creare consenso facile. La demagogia non mi interessa. Come sempre gli italiani giudicheranno, e gli italiani hanno dimostrato di essere molto piรน intelligenti di quanto certa politica creda. Penso che gli italiani sappiano bene che sono state proprio le classi politiche concentrate solo su sรฉ stesse ad averci consegnato unโ€™Italia debole. Ma non chiedete a me di lasciare questa Nazione esposta, incapace di difendersi, costretta a dire sรฌ, semplicemente perchรฉ non ha unโ€™alternativa. Non sono la persona giusta per questo. So che la libertร  ha un prezzo; so che se non sei capace di difenderti da solo non puoi neanche decidere, contare, affermare il tuo interesse nazionale. Il paradosso รจ che chi oggi sventola le bandiere della pace contro le spese per la difesa si lamenta anche di unโ€™eccessiva ingerenza americana nelle nostre vicende. Beh, signori, le due cose non stanno insieme. O demandi la tua sicurezza ad altri, e gli altri decidono per te, o impari a difenderti da solo e decidi tu. Le due cose non stanno insieme. Ecco perchรฉ abbiamo sempre creduto nellโ€™obiettivo โ€“ ambizioso ma io penso ormai improcrastinabile โ€“ di costruire quel solido pilastro europeo della NATO di cui parliamo da molto tempo e che deve affiancarsi al pilastro nordamericano, in unโ€™ottica di complementaritร  strategica. Posizione che portiamo avanti da sempre, e che lโ€™attuale maggioranza di governo ha consacrato anche nel programma con il quale si รจ presentata agli italiani. Sono scelte difficili, colleghi, perรฒ รจ il nostro lavoro. Mettere il destino degli italiani prima del nostro, la coscienza prima dei sondaggi, ciรฒ che รจ necessario prima di ciรฒ che รจ conveniente. Particolarmente in un tempo come questo, quando ogni errore dettato dalla superficialitร , dalla demagogia o dallโ€™interesse di parte potrebbe presentare alla Nazione un conto molto salato da pagare.

Le conclusioni

In conclusione, colleghi, non รจ un tempo facile quello nel quale ci รจ stato dato il compito di guidare questa Nazione. Il quadro รจ in continua mutazione, e le nostre certezze continuano a diminuire. Ma cโ€™รจ una certezza che per me non viene meno. Con una visione chiara, un poโ€™ di coraggio, concentrandosi solo sulle cose davvero importanti, e mantenendo come principale bussola di riferimento il suo interesse nazionale, lโ€™Italia ha tutte le carte in regola per attraversare anche questa tempesta. Personalmente sono, e sarรฒ, insieme a tutto il Governo, concentrata solo su questo. Come diceva Pericle: โ€œLa felicitร  consiste nella libertร  e la libertร  dipende dal coraggioโ€. Metteremo tutto il coraggio che serve, perchรฉ ai nostri figli non manchino domani nรฉ la libertร  nรฉ la felicitร .

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