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La scelta di stare dalla parte dei poveri

In questi giorni è ricorso il compleanno del Santo Padre Francesco, giunto all’età di 88 anni, ancora in ottima forma fisica e mentale, come ha potuto constatare chiunque abbia assistito alla partecipazione al rituale della visita alla statua della Vergine Immacolata in piazza Mignanelli, adiacente la piazza di Spagna, nel cuore di Roma. Il Papa si aiuta con una carrozzina che solerti coadiutori sospingono tra la folla assembrata alle transenne ma chiede di avvicinarsi al pubblico e, facendosi condurre lungo le transenne, riesce a toccare le mani protese dei fedeli, distribuendo caramelle ai bambini con un gesto di enorme tenerezza, fermandosi a parlare con chi sente particolarmente afflato dal contatto.Sono immagini commoventi sia per l’attenzione e la generosità del Santo Padre sia per il bisogno di conforto di chi cerca di avvicinarsi. Il tutto in un clima di assoluta gioia e serenità senza disagi, urla, spintoni, a cui si assiste di solito tra la folla.

Tanti anni fa mi capitò di recarmi alla spianata delle celebrazioni a Medjugorje e percorrendo le rampe per avvicinarmi rimasi stupito dal silenzio, tanto da temere che in quel momento non ci fosse nessuno: svoltato l’ultimo cantone vidi che la spianata era piena con circa diecimila persone, gran parte inginocchiate sulla breccia, dinanzi all’ostensorio per l’adorazione. Non si sentiva neanche un fruscío e mi infastidiva il rumore dei miei passi. Solo la potenza dello Spirito può consentire tali momenti di raccoglimento e di silenzio osservante.

Siamo abituati a scene di capillare organizzazione di percorsi prestabiliti e di istruzioni minuziose per accedere, la cui opportunità viene clamorosamente smentita quando le persone vengono lasciate libere di comportarsi, come accade durante la distribuzione domenicale dell’eucaristia in cui platee di numerosi fedeli accedono ordinatamente all’altare senza che mai si sia vista la necessità di istituire percorsi o precedenze o divieti: tutti sanno come muoversi e mai accade alcun inconveniente.

Ma l’elemento più eclatante è la semplicità, la modestia, l’umiltà di persone che visibilmente non appartengono ai ceti benestanti ma dai loro visi traspare gioia ed amore.

Papa Francesco ha raccontato, all’indomani del Conclave che lo ha eletto, che dopo aver ricevuto l’applauso dei cardinali votanti per l’avvenuto raggiungimento dei voti necessari all’elezione al soglio, ha sentito forte dentro di sé la profonda emozione di essere chiamato alla guida della Chiesa e pensando al nome che di lì a poco avrebbe dovuto dichiarare, ha avvertito nitida l’attrazione per il santo d’Italia, che ha eletto la povertà a massimo valore di vita.

E non ha avuto dubbi, nonostante in duemila anni di storia nessun suo predecessore aveva scelto il nome di Francesco; l’ispirazione ricevuta andava nella giusta direzione proprio nel momento in cui il mondo si stava allontanando troppo dal valore delle persone sostituendolo con il prezzo dei beni di consumo, attratto nella vorticosa spirale della finta ricchezza. No. La risposta del Santo Padre fu immediatamente il programma del suo pontificato e la scelta di stare dalla parte dei poveri, perché è da quella parte che si impara a stare al mondo, che si scoprono i valori più alti, che si ricevono le maggiori soddisfazioni morali ed emotive, poiché il dono, pur necessariamente modesto, ricevuto da un povero sovrasta immensamente quanto donato dal ricco che non si è privato che del superfluo come poche domeniche fa abbiamo ascoltato dalla lettura del Vangelo di Marco (18, 38-47) sul gesto della vedova che getta nel tesoro le uniche due monetine che aveva.

Questo tempo oramai dichiaratamente ha gettato la maschera e si è concentrato non più alla lotta alla povertà, come ipocritamente si propinava qualche anno fa, ma è uscito allo scoperto l’intento specifico di fare la guerra ai poveri perché con la loro miseria disturbano i piaceri dei ricchi, oramai sempre meno numerosi. Ecco: il gesto anticipatorio di Papa Francesco è stato un monito ad essere poveri di beni inutili e superflui e di concentrarsi e godere delle grandi ed ineguagliabili ricchezze dello spirito.

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