“Non ci sono più i valori…”. Quest’espressione ritorna quasi in maniera ricorrente tutte le volte che accadono fatti e avvenimenti per lo più negativi, e che investono soprattutto il pianeta giovanile. Sono stagioni intere che quest’espressione risuona da ogni canale televisivo, e purtroppo occupa molto spazio nelle notizie, potremmo dire quasi ogni giorno, e, c’è sempre qualcosa che accade da nord a sud e non solo nella nostra penisola, ma nel mondo. Saggi, studi, riflessioni, documentari, servizi e indagini, vengono presentati da filosofi, psicologi e sociologi a volte anche da pensatori e opinionisti improvvisati con lo scopo prevalente di provare a capire e a comprendere quali siano i valori oggi, che fine hanno fatto, che posto occupano nel vivere di tutti i giorni.
Quando parliamo di un valore in genere esso può riferirsi e riguardare aspetti economici, etici, sociali, estetici, culturali, affettivi e molti altri, il significato preciso di “valore”, lo potremmo forse far dipendere dal contesto in cui viene utilizzato e dal punto di vista di chi lo interpreta. Solitamente un valore può riguardare una cosa importante, diciamo infatti che quella cosa ha un valore… oppure quello è un oggetto di valore, e capita sovente che aggiungiamo una frase: mi raccomando conservalo bene, soprattutto quando diamo un valore ad un determinato oggetto. Parole e frasi che nella nostra esistenza abbiamo sentito ripetere più volte, quand’eravamo bambini. E oggi ai giorni nostri esistono ancora i valori?
E’ vero la società cambia, si trasforma, si rinnova, nascono nuove mode, il progresso va avanti e certe scoperte inorgogliscono l’essere umano: ma i cosiddetti valori di riferimento dove sono finiti? Siamo stati tutti adolescenti e poi giovani ed adulti, ma certi fatti che stanno “colorando” in maniera negativa le nostre giornate, come direbbero i più “vecchi”, sicuramente, tanto tempo fa non si verificavano con la frequenza con cui vengono registrati ultimamente o per lo meno non si conoscevano.
E’ un discorso molto ampio che riguarda e coinvolge tutte le cosiddette “agenzie”, come la famiglia, la scuola e i gruppi di appartenenza, vogliamo aggiungere anche le istituzioni? Ogni qualvolta, quando succedono determinati episodi, sentiamo sempre dire: la colpa è principalmente della famiglia, ormai quasi sempre in crisi, e subito, immediatamente, pensiamo che la famiglia stessa non conti più niente nella società, tanto più, che adesso i giovani aprono la porta di casa e vanno via perché non compresi o perché non vogliono ascoltare qualcuno, che come si diceva una volta, ha più esperienza, o conosce il mondo…e poi guidarli all’interno della società.
Parlavamo di valori, e proprio quelli che dovrebbero far parte della vita della famiglia: il rispetto e un comportamento civile nella comunità non sempre vengono insegnati, ne tanto meno messi in pratica. Siamo pronti a dire come al solito, che i tempi sono cambiati, che adesso tutto è diverso, che i comportamenti umani subiscono l’influenza di quello che gira nell’aria, basti pensare ai tanti social che promettono tutto, soprattutto i facili guadagni e in breve tempo.
E proprio il denaro, il quale oltre ad essere un valore di scambio, rappresenta il corrispettivo del lavoro quotidiano: ogni giorno sta acquisendo stima ed importanza eccessive, soprattutto in questo storico momento che vede la società succube e talvolta vittima del consumismo, che mette proprio il denaro sempre al primo posto e che identifica la propria identità in base al possesso economico, più si ha, più si viene considerati. E poi, siamo ancora disposti a sentire parole e argomentazioni sulla moralità, sull’onestà, sul rispetto, sul ruolo e il significato della giustizia, visto che ogni tanto leggiamo di episodi che coinvolgono i vari settori della vita pubblica? Quanti personaggi di ogni genere ci parlano di questione morale, si fanno interpreti e a volte giudici delle singole scelte di un individuo.
Si sentono i depositari e i conservatori della verità, quante parole a volte confondono le idee delle nuove generazioni, o di quanti stanno e vivono ancora nell’incertezza e sono “assaliti” dai dubbi e interrogativi. E cosa dire della scuola? Quasi quotidianamente ci sono problemi che nascono all’interno di una qualsiasi aula e investono allo stesso tempo sia i discenti che i docenti. E ancora si parla di ruoli ben distinti che nell’istruzione non vengono sempre rispettati, lo testimoniano avvenimenti veramente tristi. Chi siede dietro una cattedra in alcuni casi è visto come un nemico e non un uomo o una donna che mettono al servizio degli altri, grandi e piccoli, il proprio sapere e le proprie conoscenze.
Il discorso diventa ancora più difficoltoso se pensiamo ai tanti danni che provocano nella società alcuni atteggiamenti da parte di gruppi, che non conoscono nemmeno il più elementare dei valori, quello del rispetto, che passano il loro tempo riunendosi con lo scopo di fare della “violenza” il loro unico valore da rispettare. E’ fin troppo scontato ricordare anche i più recenti episodi compiuti e commessi dai ragazzi e ragazze nei confronti di altre persone di qualsiasi condizione sociale e ancor più grave, quando si accaniscono contro le persone fragili.
Naturalmente non possiamo dimenticare che si riscontra nella società in genere, da qualche anno a questa parte la nascita di quello che si vuole considerare un valore: quello dell’apparenza, a discapito della concretezza e dell’umiltà che dovrebbero appartenere a tutti. E tante persone, evidentemente preferiscono apparire, piuttosto che essere realmente come sono, si lasciano guidare e “convertire” da certi modelli che trasmettono, se ci riflettiamo un attimo, valori effimeri, che si consumano in un attimo.