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La conversione: un viaggio che ha come meta Dio

Con il Mercoledì delle Ceneri, inizia la Quaresima, il cosiddetto “Tempo forte” della Chiesa, questo periodo dell’anno ci avvicina attraverso il cammino della Passione, alla Resurrezione di Gesù Cristo, la vera salvezza per ogni cristiano. E proprio in questo mercoledì così importante, puntualmente si ripetono da parte del celebrante al momento della imposizione delle Sacre Ceneri le parole: “Ricordati uomo, che polvere sei e polvere ritornerai”, e ancora, “Convertitevi e credete al Vangelo”, sono frasi che invitano ogni credente, ma potremmo dire ogni persona alla riflessione e a guardarsi dentro.

Non è mai troppo tardi per convertirsi e credere al Vangelo, il Signore morto sulla croce e risorto, aspetta tutti, non lascia mai nessuno indietro, Egli, proprio con la sua umiltà è pronto sempre a tendere la mano ad ogni essere umano. Ma cosa significa oggi, nel contesto attuale in cui siamo chiamati a vivere, convertirsi? Se volgiamo lo sguardo al passato tanti uomini e donne provenienti da situazioni e condizioni sociali differenti, hanno cambiato la loro esistenza grazie ad un cammino di conversione, andando incontro a Gesù Cristo, perché attraverso i suoi insegnamenti hanno riscoperto la gioia di vivere, è stata una vera rinascita nella fede. Tanti e in epoche storiche diverse sono stati coloro che hanno intrapreso una nuova strada per trovare nella fede un qualcosa in più, anche da trasmettere a quanti ancora vivono nel dubbio e nell’incertezza e che sono costantemente alla ricerca di una spiritualità, forse più matura.

Parliamo di conversione, quando essa imprime una svolta fondamentale che decide il cambiamento della vita, che ci permette di parlare alla nostra coscienza e lo stesso Signore che chiede a noi una vera conversione accogliendo la sua Parola, con coscienza pura.

Il mondo cambia solo se io cambio, solo se io so convertire i miei occhi, e la conversione è come il movimento dei girasoli, questo girarsi verso la luce: mi giro e trovo il sole, sono irradiato, mi illumino, mi imbevo e godo della luce, della bellezza, di Dio”. Questo pensiero del frate cappuccino Giorgio Bonati (1964-2019) ci aiuta a comprendere in maniera semplice forse cosa significa convertirsi.

Lo scrittore e romanziere britannico Gilbert Keit Chesterton (1874-1936) il 30 luglio del 1922 si convertì al cattolicesimo. Dieci anni prima aveva creato una delle più celebri figure letterarie di sacerdote, Padre Brown, i cui racconti, furono trasmessi dalla Rai, dal dicembre 1970 al febbraio 1971 e videro Renato Rascel (1912-1991) nei panni del famoso Padre Brown. Ma ritornando alla conversione così si espresse lo stesso scrittore Chesterton: “Diventare cattolico, non è smettere di pensare, ma imparare a pensare… il cristianesimo mi ha allargato la ragione…”.

La prima conversione allora è sicuramente quella del cuore, chiamata ad accettare e condividere cose che invitano a fissare lo sguardo oltre l’orizzonte, per capire che la vita continua sempre.

Ma parole e pensieri ancora più incisivi li troviamo nel poeta e drammaturgo francese Paul Claudel (1888-1955) autore, tra l’altro, del dramma “L’annuncio a Maria”, che a proposito della conversione disse che essa si configura per sempre quale riscoperta e riconoscimento di una relazione d’amore tra questa persona che sono e questa persona che è Dio. Ricordiamo che la sua conversione al cattolicesimo avvenne il 25 dicembre del 1886, durante i Vespri di Natale nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi, egli stava attraversando un periodo di profonda inquietudine e ricerca di senso, era sostanzialmente insoddisfatto del materialismo e positivismo dominanti nella società dell’epoca. In definitiva la conversione di Paul Claudel resta un esempio di come un’esperienza interiore possa trasformare radicalmente la vita di una persona e influenzare la sua produzione artistica.

Nella filosofa ebrea di origine tedesca Edith Stein (1841-1942) la sua conversione fu un processo graduale che avvenne nel 1922, influenzato da diversi fattori: la ricerca della verità, l’influenza delle letture di Santa Teresa d’Avila (1515-1582) e soprattutto rimase colpita e meravigliata quando vide una donna entrare in chiesa e pregare in maniera naturale. Da allora capì che la stessa fede poteva e doveva essere vissuta in maniera semplice e autentica. Per la cronaca Edith Stein ricevette il battesimo il 1° gennaio del 1922, e nel 1933 entrò nel monastero delle Carmelitane Scalze di Colonia, prendendo il nome di Teresa Benedetta della Croce, deportata al campo di concentramento di Auschwitz, morirà il 9 agosto del 1942.

Per convertirsi non bisogna essere, né diventare santi. Tante persone hanno deciso di lasciarsi guidare da Gesù e di seguire quanto continua a dire all’umanità tutti i giorni. La conversione è un cambiamento interiore profondo, un passaggio a una vita di lontananza o addirittura indifferenza verso Dio a una vita di fede e amicizia con Lui. La stessa conversione può avvenire in seguito ad un’esperienza personale, a un incontro con una persona o a un percorso di ricerca spirituale. Ricordiamo quanto avvenne a Paolo di Tarso sulla via di Damasco e come da quell’incontro cambiò tutta la sua vita, o quello che successe ad Agostino che lo stesso racconta nelle “Confessioni”, la sua conversione al cristianesimo.

Non possiamo dimenticare quanti scrittori attraverso le opere hanno parlato della conversione e in alcuni casi della propria, come il cardinale John Henry Newman (1801-1890) che nel suo libro “Apologia pro vita sua” descrive il suo percorso interiore attraverso il passaggio dall’anglicanesimo al cattolicesimo. Lo stesso romanziere e filosofo russo il grande Lev Tolstoj (1828-1910) verso la fine della vita, ha vissuto una profonda crisi spirituale che lo ha portato a una conversione religiosa che ha saputo raccontare nel romanzo “Resurrezione”, scritto negli anni 1889 e 1899.

In definitiva la conversione è come un viaggio che ha una meta ben precisa, ritrovare Dio e trovare allo stesso tempo il senso della nostra vita, riscoprendo il valore e l’importanza della fede per intraprendere un nuovo cammino, e come ci dice lo scrittore Carmine De Masi: “La conversione è come un vento leggero: soffia nell’anima, ti avvolge, ti sconvolge e ti cambia la vita per farti gustare il vero amore”.

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