Il programma di punta del daytime di Raiuno, “Storie Italiane”, condotto da Eleonora Daniele ha dedicato la puntata di oggi alla grave situazione a Castel Volturno, cittadina che “Il Mattino” ha definito “base europea della mafia nigeriana”. Nei giorni scorsi è emerso come l'Fbi stia indagando unitamente allo SCO della Polizia Italiana nella città campana sui traffici dell'organizzazione criminale africana.
La mafia più pericolosa
Durante la puntata si è cercato di documentare la presenza della mafia nigeriana su questo territorio. Sono state trasmesse immagini registrate direttamente negli appartamenti dove vivono le ragazze verrebbero destinate poi nei marciapiedi. Eleonora Daniele ha chiesto un commento a don Aldo che da diversi decenni salva le donne dalla schiavitù della prostituzione coatta: “Purtroppo – ha detto il sacerdote della Comunità di don Oreste Benzi – sono oltre 20 anni che personalmente vedo questo squallore; non solo in Campania ma in tutta Italia”. Sul fenomeno criminale, don Aldo ha detto: “La mafia nigeriana impera e organizza, con l'appoggio di quelle italiane, il narcotraffico, il traffico di organi, di armi, e la prostituzione. Questi sono personaggi criminali che prendono le loro connazionali da Benin City, le portano in Europa con una promessa di lavoro e le mandano sulle strade con l'aiuto delle madame”. C'è un business criminale che si muove sulla vita di queste persone: “Le ragazze in strada ci dicono che per tornare libere devono pagare tra i 20 e i 90 mila euro. Molti lo definiscono sfruttamento, ma è riduttivo; qui parliamo di vera e propria schiavitù, di tratta di esseri umani”. “E' ora di finirla di parlare soltanto di sfruttamento – ha ribadito il prete – questa è una schiavitù terribile”.
Italia è prima nell’accogliere
Durante la puntata è stato ricordato anche l'impegno in prima linea fornito dall'Italia nell'accoglienza dei migranti. Don Buonaiuto ha menzionato l'appello di ieri di Papa Francesco rivolto a tutti i governanti dei Paesi Ue: “La vergogna è questa – ha detto il direttore di In Terris – 27 Paesi sanno il dramma che si consume nel mediterraneo e troppi fanno finta di non sapere. L'Italia è stata sempre al primo posto nell'accogliere e nel soccorrere. L'Italia è sicuramente al primo posto anche in Europa”. E sul caso specifico della Sea Watch che sta tenendo banco in queste ore, don Aldo ha commentato: “Ci sono 49 persone su navi battenti bandiera tedesca ed olandese, in acque maltesi, e non sarebbe giusto prendersela con l'Italia? Dove sono gli altri 26 Paesi europei?”. “Bisogna – ha affermato il sacerdote della Papa Giovanni XXIII – incentivare i corridoi umanitari per bloccare i trafficanti di esseri umani”.
Lo Stato deve riprendere il controllo
Vittorio Introcaso, inviato del programma, ha mostrato le strade in cui si prostituiscono le ragazze nigeriane a Castel Volturno. Maria Rita Parsi, altra ospite in studio, ha sottolineato la radice di questo problema: “C'è offerta – ha detto la psicoterapeuta – perché c'è domanda. Facciamo capire a questi signori che pagare i corpi delle donne significa avere una visione ignobile del rapporto con l'umanità”. La realtà di Castel Volturno suscita una riflessione profonda su quello che è uno dei mali più profondi dell'età odierna. Don Buonaiuto ha commentato in trasmissione: “Non posso credere che lo Stato si sia dimenticato di questa cittadina. Siamo di fronte ad un problema gravissimo; non si può abbandonare così un territorio, lasciarlo in mano alla mafia nigeriana con tutte le sue connivenze. Bisogna agire e reagire e lo deve fare lo Stato perché la brava gente ha diritto ad avere una vita serena, a partire dai bambini”.
No alle case chiuse
Il dramma della prostituzione coinvolge anche migliaia di minorenni. Una realtà che il direttore di In Terris ha voluto denunciare pubblicamente: “La cosa gravissima – ha detto don Aldo – è che questa situazione è diffusa in tutta Italia. Ci sono 9 milioni di maschi italiani che durante l’anno vanno sulle strade pensando di avere il diritto di comprare il corpo di ragazze che potrebbero essere le loro figlie e che il 37 % sono anche minorenni”.
Dal sacerdote della Papa Giovanni, poi, una netta presa di posizione contro la proposta di riaprire le case chiuse: “Davvero qualcuno pensa che il problema si possa risolvere spostando queste giovanissime nelle case chiuse? Queste ragazzine sono da salvare, non da spostare”. Infine, un richiamo ai media di continuare con sempre più forza ad occuparsi – proprio come fa “Storie Italiane” – di questo grave problema: “Bisogna -ha concluso don Buonaiuto – che si accendano tutti i riflettori, bisogna vincere la paura per il bene della giustizia e delle persone”.