Come fermare la terza industria illegale al mondo per fatturato, cioè il racket della tratta? Una possibile risposta è rappresentata dalla campagna per diffondere anche in Italia il cosiddetto “modello nordico”, che prevede di punire i clienti delle prostitute come responsabili dello sfruttamento. Se ne è parlato ieri a Napoli, nel corso della conferenza “La Cisl non tratta con la Tratta”, organizzata dalla sezione partenopea del sindacato, a cui hanno preso parte Doriana Buonavita, segretaria generale regionale Cisl, don Aldo Buonaiuto, direttore di In Terris e membro della Comunità Papa Giovanni XXIII, la responsabile nazionale del Coordinamento Donne della Cisl Liliana Ocmin, Stefania Cantatore dell’Udi Napoli (Unione donne italiane), Rosaria Bruno, presidente dell’Osservatorio regionale contro la violenza sulle donne e rappresentanti dell’Anolf (l’associazione di immigrati della Cisl), Anna Letizia del dipartimento Politiche di genere della Cisl Campania.
La conferenza è stata anche occasione per snocciolare alcuni dati sulla tratta. Sono 21milioni le vittime a livello mondiale, il 53% a scopo sessuale, con una percentuale del 22% di bambine e del 49% di donne, il più delle volte costrette a prostituirsi sotto la pressione di una continua violenza fisica e psicologica. In Italia si stima che circa centomila donne siano costrette a vendere il proprio corpo, la maggior parte delle quali provenienti dalla Nigeria e dall'Est Europa, per un giro d’affari di circa 90milioni di euro al mese, con una domanda sempre in crescita che si aggira tra i 2milioni e mezzo e i 9milioni di clienti. In strada c'è il 65% delle prostitute, di cui il 37% minorenne.
La Cisl Campania si associa alla battaglia della segreteria nazionale per la liberazione delle donne vittime dello sfruttamento. Per finanziarla, tra le varie iniziative, la sezione campana promuove l'acquisto del libro “Non siamo in vendita” di Irene Ciambezi (presente all’incontro), il cui ricavato viene devoluto contro la Tratta. Sempre nel corso dell'evento di ieri, è stata rilanciata la campagna “Questo è il mio Corpo” della Comunità Giovanni XXIII.