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Sos Siria: escalation di attacchi contro i civili

Massacri su base settaria, i Patriarchi delle Chiese: uscire dalla logica della vendetta

Siria
© Ali Wassouf su Unsplash

Allarme violenza in Siria. I Patriarchi di tre Chiese autoctone storicamente radicate in Siria hanno sottoscritto un appello comune. L’agenzia missionaria vaticana Fides riferisce gli “orribili massacri” perpetrati negli ultimi giorni in diverse province siriane da miliziani jihadisti. Soprattutto ai danni di comunità appartenenti alla minoranza alawita. Una “escalation che ha portato ad attacchi contro civili innocenti, tra cui donne e bambini”. Almeno 147 persone sono state uccise in Siria negli ultimi giorni per mano di milizie del governo guidato dal gruppo di matrice quaedista Hayat Tahrir al-Sham (HTS). Le violenze generalizzate sono iniziate nelle province costiere di Latakia e Tartous dopo che gruppi residuali dell’ex esercito legato al regime degli Assad, ancora attivi in quella zona, hanno condotto imboscate contro membri del Comando delle Operazioni Militari siriano. La rappresaglia ha preso di mira in particolare Qardaha, la città natale dell’ex Presidente Bashar al-Assad e la città costiera di Baniyas. La rappresaglia ha fatto registrare massacri e esecuzioni extra-giudiziali contro membri della comunità alawita. Minoranza religiosa di matrice sciita a cui appartiene anche la famiglia Assad e buona parte dei dirigenti dell’ex regime crollato a dicembre.

Siria
Foto di 652234 da Pixabay

Emergenza Siria

Secondo dati forniti dalla comunità alawita, le vittime dei massacri degli ultimi giorni sarebbero più di 600. L’appello di Capi delle Chiese in Siria è stato firmato dal Patriarca greco ortodosso Yohanna X, dal Patriarca greco cattolico melkita Youssef I Absi e dal Patriarca siro ortodosso Mar Ignatius Aphrem II. I tre Patriarchi, a nome delle rispettive Chiese, denunciano e decolorano “i massacri di cittadini innocenti”. E chiedono di porre fine “a questi orribili atti contrari a tutti i valori umani e morali”. Inoltre chiedono di predisporre le condizioni necessarie “per giungere alla riconciliazione nazionale nel popolo siriano”. E avviare la transizione verso uno Stato e una società fondati su “una cittadinanza paritaria”, lontano “dalla logica della vendetta e della discriminazione”. I Patriarchi, sottolinea Fides, respingono anche le ipotesi e i tentativi di smembrare l’unità territoriale della nazione siriana.

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