Le Forze di difesa di Israele (Idf) hanno dichiarato stamattina di aver colpito obiettivi iraniani e siriani in Siria, come rappresaglia dopo aver trovato esplosivi lungo il confine de facto nel nord dello Stato ebraico.
“Iran e Siria hanno posizionato ordigni esplosivi improvvisati vicino alla linea Alpha per colpire le truppe israeliane. Abbiamo quindi colpito obiettivi delle forze iraniane Quds e delle forze armate siriane in Siria”, ha scritto su Twitter l’esercito israeliano.
Israele: “Colpite strutture di stoccaggio”
Israele ha detto di aver colpito “strutture di stoccaggio, quartier generali e complessi militari”, specificando che “le batterie di missili terra-aria siriani sono state centrate”.
Israel and Iran don't share a border.
In fact, Tehran is 1,000 miles from Jerusalem.
So why did an Iranian-led Syrian squad plant this IED on the Israel-Syria border?
Because Iran's terror knows no border.
Luckily, we're here to stop them. pic.twitter.com/7yb2TuScRo
— Israel Defense Forces (@IDF) November 18, 2020
Una decina di vittima
Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, nel raid all’aeroporto di Damasco, avrebbero perso la vita “almeno dieci miliziani iraniani e filo-iraniani”. Nei bombardamenti hanno perso la vita almeno cinque iraniani, “probabilmente membri delle forze al Qods” dei pasdaran iraniani, aggiunge l’Osservatorio, e delle altre vittime non siriane non si conoscono le nazionalità, ma si parla di miliziani “arabi, forse libanesi o iracheni”.
Siria: Ong, liberati 1270 civili da campo Isis nell’est
Prosegue la liberazione di civili nelle zone occupate dal sedicente Stato Islamico in Siria. Circa mille trecento civili siriani, in larga parte donne e bambini, sono stati finora rimessi in libertà nell’ultimo mese dal famigerato campo profughi di al Hol, nella Siria nord-orientale, gestito dalle autorità curdo-siriane. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria.
Il campo, costruito nel 1991 per ospitare al massimo 10mila persone, è abitato dalla fine del 2018 ad averne più di 60mila civili, in larga parte sfollati provenienti da regioni fino al marzo 2019 controllate dall’Isis.
Il campo di al Hol
Lo scorso 4 ottobre le autorità curdo-siriane avevano annunciato di esser pronte a liberare fino a 25mila civili siriani dal campo di al Hol, dove ci sono più di 30mila iracheni e circa 10mila persone di altre nazionalità.
Sempre a ottobre, le stesse autorità curdo-siriane avevano annunciato una amnistia per migliaia di detenuti, membri di medio e basso rango dell’Isis, prigionieri nei penitenziari del nord e del nord-est della Siria.
Stando a quanto riportato dal quotidiano al-Araby al-Jadeed, lo scorso 16 novembre, sulla base di fonti locali vicine alle Syrian Democratic Forces (SDF), circa 125 famiglie, provenienti perlopiù da Deir Ezzor, hanno lasciato al Hol. L’obiettivo delle autorità curde è liberare un totale di 25.000 famiglie, con il fine ultimo di porre fine alle problematiche legate al sovraffollamento dell’accampamento.