Come quello per la Medicina, anche il Nobel per la Fisica è stato assegnato a un trio di studiosi: si tratta di Kip Thorne, Barry Barish e Ray Weiss, autori della scoperta delle onde gravitazionali. Un fenomeno che, pur descritto già da Albert Einstein nell’ambito della sua teoria della relatività, è stato osservato per la prima volta solo nel 2015, grazie all’antenna americana Ligo. Un lavoro nel quale c’è anche lo zampino dell’Italia, la quale ha svolto un ruolo nella ricerca degli scienziati grazie alla Virgo, la superantenna di Càscina, nel pisano, peraltro menzionata dalla commissione di Stoccolma nella motivazione del premio.
Onde gravitazionali
Thorne (77 anni), Weiss (85) e Barish (81), hanno collaborato per anni all’approfondimento di quanto spiegato nella teoria einsteiniana, osservando in particolare il comportamento dei buchi neri e offrendo “un contributo decisivo al rilevatore Ligo e all’osservazione delle onde gravitazionali”. Un fenomeno, questo, generato da eventi cosmici di estrema violenza come, ad esempio, la collisione di “black holes” o l’esplosione di una supernova: in sostanza, come osservato da Ligo nel 2015, si tratta di vibrazioni in grado di propagarsi alla velocità della luce attraverso lo spazio-tempo. Stando alla relatività, le tre dimensioni dello spazio, assieme alla quarta composta dal tempo, formano la trama che attraversa il cosmo e viene deformata dagli oggetti che esercitano una forza gravità. E’ proprio a causa di tale interazione che le onde gravitazionali risultano estremamente difficili da osservare. Dallo stesso fattore, però, deriva la loro straordinaria capacità di conservare la “memoria” degli eventi che le generano.
Successo europeo
La scoperta dei tre scienziati e, assieme a loro, del team combinato (quasi 1500 scienziati, 200 dei quali italiani) fra Ligo e Virgo, rappresenta l’apice della teoria della relatività generale, della quale hanno finora rappresentato l’ultimo fenomeno ancora inosservato. Grande soddisfazione è stata espressa dall’Osservatorio gravitazionale europeo (Ego) e dall’Infn di Roma, concordi nel sottolineare la premiazione della scienza nella sua globalità: “E’ stata un’attesa trepidante e piena di speranze, che alla fine non sono andate deluse – ha detto Federico Ferrini, direttore Ego -. E’ un grandissimo successo per l’Europa: Virgo è il risultato della collaborazione fra sei Paesi europei, che ha sviluppato una tecnologia in modo indipendente dal punto di vista tecnologico rispetto a quella del rivelatore americano Ligo, anche se in modo parallelo. Tanto da arrivare a suggerire a Ligo delle scelte tecnologiche e a prendere dati insieme”.