Annalisa, Lo Stato Sociale e il duo Ermal Meta-Fabrizio Moro: alla fine se la sono giocato loro, due tra i favoriti alla vigilia (Meta-Moro e il gruppo bolognese) e una sorpresa (solo per i bookmakers, non certo per bravura). Tre belle canzoni, completamente diverse tra loro ma che hanno allo stesso modo incontrato il gradimento del pubblico e della sala stampa: lโimpegno di rispondere al terrorismo vivendo la propria vita di Non mi avete fatto niente, lโirriverente canzoneria e leggerezza critica di Una vita in vacanza, la delicatezza profonda di Il mondo prima di te. Il successo di Ermal e Fabrizio รจ stato meritato, cosรฌ come lo sarebbe stato quello degli altri due finalisti.
La serata
Laura Pausini che esce fuori dallโAriston per cantare coi fan, Fiorella Mannoia che canta (e incanta) con Baglioni Mio fratello che guardi il mondo di Ivano Fossati, emozionando il pubblico in sala e a casa anche grazie alla superba interpretazione di Favino che impersona uno straniero recitando un monologo de La notte prima della foresta, di Koltรฉs. Ma anche il trio Nek-Pezzali-Renga che canta, sempre con il direttore artistico, Strada facendo e Fiorello che torna, anche se al telefono, a fare lo scalda pubblico. Tutti gli ingredienti per una serata finale del Festival di Sanremo perfettamente scandita dalle note della musica italiana, la vera trionfatrice della kermesse ligure. E allora, tra un โsu le maniโ e โgiรน le maniโ, Fiore apre lo show della Laura nazionale, fantastica nonostante lโinfluenza dei giorni scorsi, prima cantando Non รจ detto, singolo estratto dal suo nuovo album Fatti sentire, poi duettando immancabilmente con il padrone di casa cavalcando alla grande lโonda musicale di Avrai. Non contenta, e dimenica della febbre appena passata, esce dallโAriston e finisce di cantare Come se non fosse stato mai amore con chi al teatro non รจ riuscito a entrare, restando fuori ad attendere a tempearture non proprio miti.
Lo show
Il resto dello show รจ quello che รจ sempre stato in questi giorni: musica, musica e ancora musica. Bella come poche volte negli ultimi anni, venti pezzi di altissimo livello, belle sorprese (come Diodato e Lo Stato Sociale) ma anche grandissimi ritorni (Vanoni, Ron, Decibel) e splendide prime volte dโautore (il duo Avitabile-Servillo, con il musicista napoletano allโesordio allโAriston). Canzoni belle, altre interessanti, alcune radiofoniche e altre meno, poesie come quella di Gazzรจ, il rock dei The Kolors, il soul di Mario Biondi, la classe di Ron (strameritato Premio della critica โMia Martiniโ), il dialetto di Barbarossa e via discorrendo. Musiche e toni differenti, capaci di regalare quello che, a conti fatti, รจ stato davvero un bel Festival, ben condotto e, รจ proprio il caso di dirlo, ben cantato. Bravi anche i giovani: Ultimo, con la sua Il ballo delle incertezze ha conquistato tutti, per carica interpretativa e capacitร di trasmettere le emozioni del palco; ma anche gli altri hanno lasciato il segno, tra il parlato struggente di Mirkoeilcane (Premio della Critica), il raggae di Mudimbi, il pop di Baglioni (Lorenzo) e il talento di tutti gli altri. Certo, tornando ai big, peccato per lโultimo posto in classifica di Elio e le storie tese. Ma la carriera di questo gruppo eccezionale, possiamo dirlo, vale molto di piรน che un piazzamento a Sanremo. Grazie eโฆ Arrivedorci!