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domenica 2 Marzo 2025

Il duo Meta-Moro vince allโ€™Ariston

Annalisa, Lo Stato Sociale e il duo Ermal Meta-Fabrizio Moro: alla fine se la sono giocato loro, due tra i favoriti alla vigilia (Meta-Moro e il gruppo bolognese) e una sorpresa (solo per i bookmakers, non certo per bravura). Tre belle canzoni, completamente diverse tra loro ma che hanno allo stesso modo incontrato il gradimento del pubblico e della sala stampa: lโ€™impegno di rispondere al terrorismo vivendo la propria vita di Non mi avete fatto niente, lโ€™irriverente canzoneria e leggerezza critica di Una vita in vacanza, la delicatezza profonda di Il mondo prima di te. Il successo di Ermal e Fabrizio รจ stato meritato, cosรฌ come lo sarebbe stato quello degli altri due finalisti.

La serata

Laura Pausini che esce fuori dallโ€™Ariston per cantare coi fan, Fiorella Mannoia che canta (e incanta) con Baglioni Mio fratello che guardi il mondo di Ivano Fossati, emozionando il pubblico in sala e a casa anche grazie alla superba interpretazione di Favino che impersona uno straniero recitando un monologo de La notte prima della foresta, di Koltรฉs. Ma anche il trio Nek-Pezzali-Renga che canta, sempre con il direttore artistico, Strada facendo e Fiorello che torna, anche se al telefono, a fare lo scalda pubblico. Tutti gli ingredienti per una serata finale del Festival di Sanremo perfettamente scandita dalle note della musica italiana, la vera trionfatrice della kermesse ligure. E allora, tra un โ€œsu le maniโ€ e โ€œgiรน le maniโ€, Fiore apre lo show della Laura nazionale, fantastica nonostante lโ€™influenza dei giorni scorsi, prima cantando Non รจ detto, singolo estratto dal suo nuovo album Fatti sentire, poi duettando immancabilmente con il padrone di casa cavalcando alla grande lโ€™onda musicale di Avrai. Non contenta, e dimenica della febbre appena passata, esce dallโ€™Ariston e finisce di cantare Come se non fosse stato mai amore con chi al teatro non รจ riuscito a entrare, restando fuori ad attendere a tempearture non proprio miti.

Lo show

Il resto dello show รจ quello che รจ sempre stato in questi giorni: musica, musica e ancora musica. Bella come poche volte negli ultimi anni, venti pezzi di altissimo livello, belle sorprese (come Diodato e Lo Stato Sociale) ma anche grandissimi ritorni (Vanoni, Ron, Decibel) e splendide prime volte dโ€™autore (il duo Avitabile-Servillo, con il musicista napoletano allโ€™esordio allโ€™Ariston). Canzoni belle, altre interessanti, alcune radiofoniche e altre meno, poesie come quella di Gazzรจ, il rock dei The Kolors, il soul di Mario Biondi, la classe di Ron (strameritato Premio della critica โ€˜Mia Martiniโ€™), il dialetto di Barbarossa e via discorrendo. Musiche e toni differenti, capaci di regalare quello che, a conti fatti, รจ stato davvero un bel Festival, ben condotto e, รจ proprio il caso di dirlo, ben cantato. Bravi anche i giovani: Ultimo, con la sua Il ballo delle incertezze ha conquistato tutti, per carica interpretativa e capacitร  di trasmettere le emozioni del palco; ma anche gli altri hanno lasciato il segno, tra il parlato struggente di Mirkoeilcane (Premio della Critica), il raggae di Mudimbi, il pop di Baglioni (Lorenzo) e il talento di tutti gli altri. Certo, tornando ai big, peccato per lโ€™ultimo posto in classifica di Elio e le storie tese. Ma la carriera di questo gruppo eccezionale, possiamo dirlo, vale molto di piรน che un piazzamento a Sanremo. Grazie eโ€ฆ Arrivedorci!

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